L’allergia al nichel è un disturbo relativamente comune (sembra che interessi circa il 10% della popolazione, quasi esclusivamente quella femminile), ma piuttosto misconosciuto.
Il nichel è un metallo di transizione di color bianco argenteo presente solo in tracce nell’organismo umano e il cui ruolo non è stato ancora definito con chiarezza; è però molto diffuso in natura ed è presente in moltissimi oggetti usati comunemente.
L’allergia al nichel è una delle cause più frequenti (30% dei casi circa secondo vari autori) della cosiddetta DAC, la dermatite allergica da contatto.
Nichel: un metallo diffuso
Come abbiamo già accennato, gli oggetti che possono contenere il nichel sono numerosissimi; di seguito alcuni esempi:
- abbigliamento: borchie, bottoni, cerniere, clip delle bretelle, fibbie, forcine da capelli, ganci del reggiseno, spille da balia, stanghette degli occhiali ecc.
- bigiotteria e gioielleria: anelli, bracciali e braccialetti, clip varie, collane e orecchini. Si consideri che sia l’oro bianco e quello a 9 carati contengono nichel, mentre l’oro giallo (da 12 carati in su) non dovrebbe creare alcun tipo di problema. È invece consigliabile evitare l’argento.
- gadget personali: chiavi, coltellini da tasca, penne, portachiavi, telefoni cellulari ecc.
- oggettistica varia: aghi, ditali da cucito, fermagli forbici, maniglie, manici, posate, spilli, utensili da cucina ecc. L’utensileria in acciaio inox di norma non crea alcun problema.
Anche diverse monete contengono nichel (il problema può essere importante per coloro che, allergici al nichel, sono costantemente costretti, a causa della loro professione, a maneggiare continuamente i soldi spiccioli), in particolar modo quelle da 1 e 2 euro.
Sintomi e segni dell’allergia al nichel
Nei soggetti colpiti da allergia al nichel, si osservano, nelle zone della pelle in cui l’oggetto che contiene il metallo viene a contatto, lesioni cutanee di tipo eczematoso; la pelle si arrossa, è gonfia e si ricopre di piccole vesciche che rompendosi formano delle piccole croste.
Se il contatto con il nichel persiste nel tempo, la cute si ispessisce e finisce per desquamarsi e scurirsi. Di norma l’eruzione cutanea compare nel giro di 12-48 ore e possono occorrere alcune settimane affinché essa scompaia del tutto.
Fra i fattori predisponenti l’allergia al nichel si devono ricordare la sudorazione e il contatto con l’acqua che amplificano e velocizzano la risposta allergica del soggetto (il problema pertanto è più accentuato in chi svolge determinate professioni (alimentaristi, casalinghe, meccanici, musicisti, parrucchieri, personale sanitario).
Le zone più frequentemente interessate dalle lesioni cutanee sono i lobi degli orecchi (a causa degli orecchini), il basso ventre (a causa del bottone dei pantaloni, in genere jeans), la schiena (il responsabile è generalmente il piccolo gancio del reggiseno), il collo (a causa delle collane) e i polsi (gli oggetti incriminati sono le fibbie dei cinturini degli orologi); alcuni soggetti sviluppano un eczema che può essere intermittente o continuo sia sulle mani che sui piedi; talvolta il problema è “evidentemente” legato al contatto con oggetti che contengono il nichel, ma non sempre si riesce a spiegare tale manifestazione.
Con il passare del tempo, le manifestazioni che caratterizzano l’allergia al nichel possono diventare molto fastidiose; la severità della reazione al contatto con il nichel varia anche in base a fattori genetici (fattori che spiegano un certo grado di familiarità di questa particolare allergia).
Le reazioni che si verificano in seguito al contatto con il nichel sono di tipo immunitario; tale metallo viene riconosciuto come “estraneo” e l’organismo mette in moto le sue difese, ovvero rilascia istamina; questa sostanza, oltre a provocare un certo prurito, determina un aumento della permeabilità dei piccoli vasi sanguigni che sono presenti nell’area che è venuta a contatto con il metallo e così favorisce l’accumulo di liquidi (è per questo che si formano le piccole vesciche), leucociti (globuli bianchi) e altre sostanze il cui compito è quello di distruggere la sostanza riconosciuta come estranea.
Allergia al nichel: cosa mangiare e cibi da evitare
Se è praticamente certo, in quanto ampiamente documentato, che il contatto di oggetti contenenti nichel con la pelle può essere causa, in soggetti sensibilizzati, di una dermatite allergica da contatto che in alcuni casi può essere a carattere sistemico, esistono invece forti dubbi che il nichel possa dar luogo a una risposta allergica sistemica quando viene assunto oralmente, per via endovenosa o per via inalatoria. Si consideri infatti che soltanto una percentuale molto bassa (si va dall’1 al 10%) del nichel introdotto con gli alimenti viene assorbito dall’organismo. Si stima che l’assunzione giornaliera media di nichel si aggiri sui 200 mcg.
Per approfondire l’argomento si rimanda al nostro articolo specifico Nichel negli alimenti.
Allergia al nichel: diagnosi
La diagnosi di allergia al nichel non è, di solito, particolarmente complessa; i dati clinici vengono supportati dal patch test (un test allergologico che viene effettuato per determinare se una determinata sostanza determina un processo infiammatorio allergico a livello cutaneo).
La procedura del test è piuttosto semplice; si effettua applicando sulla parte alta del dorso del soggetto dei piccoli cerotti contenenti l’allergene (in questo caso il nichel); poi, trascorse 48-72 ore, si procede con la valutazione della reazione cutanea a livello locale; se rimuovendo i cerotti si notano aree di cute infiammata il test è considerato positivo.
È opportuno ricordare che le quantità di allergeni utilizzate nell’esecuzione del test per la diagnosi di allergia al nichel sono piccolissime e pertanto prive di rischi anche in soggetti particolarmente sensibili alla sostanza.
Allergia al nichel: cura
L’allergia al nichel non è curabile (si tratta di una reazione del proprio sistema immunitario); l’unica arma a disposizione del soggetto allergico è quella di evitare, nei limiti del possibile, il contatto con quegli oggetti che contengono il nichel; sono reperibili in commercio appositi kit realizzati con sostanze liquide che possono essere applicate agli oggetti che presumibilmente contengono il metallo per verificarne l’effettiva presenza; si deve applicare una goccia del kit sull’oggetto da testare dopodiché si strofina con un batuffolo di cotone; se il cotone rimane chiaro l’oggetto testato non contiene nichel, se invece il cotone si tinge di rosa, nell’oggetto c’è la presenza di tale metallo.
In caso di reazioni al nichel piuttosto violente si possono prescrivere farmaci in grado di alleviare la sintomatologia e velocizzare i tempi di risoluzione del problema (creme a base di corticosteroidi o compresse a base di antistaminici).