L’allergia alle arachidi è una delle allergie alimentari più diffuse in assoluto (la precedono soltanto l’allergia al latte e quella alle uova); come nel caso di altre allergie tende a manifestarsi piuttosto precocemente (nella stragrande maggioranza dei casi tra i 12 mesi e i 7 anni di vita) e, diversamente da quanto accade con l’allergia alle uova e l’allergia al latte che spesso vanno incontro a regressione dopo alcuni anni, l’allergia alle arachidi ha, purtroppo, carattere permanente.
L’allergia alle arachidi (che, come vedremo nel dettaglio più avanti, trae origine dalla reazione dell’organismo nei confronti di alcune proteine in esse contenute) è generalmente causa di reazioni fastidiose, ma di modesta entità, però può avere, seppur raramente, conseguenze gravissime e addirittura fatali. È per questo motivo che molte industrie alimentari evidenziano sulla confezione dei loro prodotti la presenza di arachidi in qualità di ingrediente o la possibilità che il prodotto ne contenga alcune tracce a seguito di un’eventuale contaminazione legata all’utilizzo di arachidi per altri prodotti, ma nello stesso stabilmente produttivo.
Le cause dell’allergia alle arachidi
Come accennato in apertura, i problemi causati dall’allergia alle arachidi dipendono dalla reazione verso alcuni allergeni, per la precisione le proteine Ara h1, Ara h2 e Ara h3 che rimangono stabili al calore e, conseguentemente, esplicano la loro attività anche in seguito a tostatura e cottura.
Non è stato a tutt’oggi chiarito perché alcune persone sviluppino questa forma di allergia.
Esposizione alle arachidi
L’esposizione alle arachidi può avvenire con diverse modalità; il più comune è il contatto diretto; in altri termini: il soggetto mangia delle arachidi o un cibo che le contiene (peraltro, in alcuni casi, a scatenare una reazione allergica è sufficiente un contatto diretto con la cute).
Un’altra modalità di esposizione è il cosiddetto contatto incrociato; con questa espressione si fa riferimento all’assunzione involontaria degli allergeni contenuti nelle arachidi a seguito dell’introduzione di alimenti che sono venuti a contatto con esse nel corso delle fasi di manipolazione e/o lavorazione.
L’esposizione può avvenire anche tramite inalazione; è una circostanza più rara, ma possibile; può verificarsi qualora si inalino gli allergeni contenuti nella farina o nell’olio di arachidi.
Segni e sintomi dell’allergia alle arachidi
I segni e i sintomi dell’allergia alle arachidi sono variegati e di diversa entità (si va da problematiche di poco conto a reazioni piuttosto gravi, se non addirittura gravissime); possono infatti verificarsi:
- problemi a livello cutaneo (arrossamenti, gonfiori, orticaria)
- problemi a livello digestivo (crampi allo stomaco, diarrea, nausea, vomito)
- senso di costrizione a livello della gola
- sensazione di mancanza di respiro e affanno
- secrezioni nasali.
Il problema maggiore è comunque rappresentato dalla reazione anafilattica con conseguente shock. Lo shock anafilattico è una forma di anafilassi (reazione allergica particolarmente grave che compare rapidamente) ed è caratterizzato da un quadro clinico variegato e soprattutto complesso: si hanno infatti un repentino calo della pressione arteriosa e un aumento della frequenza cardiaca, pallore intenso, prurito accentuato, forte sensazione di malessere, ansia, angoscia, disfonia, tosse stizzosa, angioedema delle vie superiori, broncospasmo, problemi respiratori, vomito, cianosi, collasso circolatorio, svenimento e convulsioni.
Lo shock anafilattico è un’emergenza medica; se non trattato con la massima urgenza, infatti, conduce al coma e alla morte.
Se dopo l’assunzione di arachidi si verificano sintomi o segni simili a quanto descritto è necessario contattare il più velocemente possibile il 118.
Allergia alle arachidi: quale terapia?
Attualmente l’unica terapia realmente efficace in caso di intolleranza alle arachidi è la dieta di esclusione.
Coloro che sono a conoscenza della loro allergia alle arachidi devono sempre leggere con attenzione le etichette alimentari per verificare che non contengano arachidi o loro derivati. Non si deve poi sottovalutare il fatto che un prodotto che non contiene arachidi sia stato però confezionato in uno stabilimento nel quale si lavorano le arachidi; sono sufficienti tracce di allergeni a scatenare una reazione allergica. Nel dubbio è necessario applicare il principio di precauzione.
Ciò può essere frustrante perché sono veramente molti gli alimenti che contengono arachidi o potrebbero contenere tracce di esse, ma, al momento attuale, non si è ancora trovata una terapia efficace. Si sono fatti incoraggianti passi avanti per quanto concerne la cosiddetta “desensibilizzazione”, ma è necessario attendere ancora del tempo per avere conferme definitive.
Dal momento che il problema si presenta spesso nell’età infantile, è necessario, oltre ad adottare tutte le precauzioni necessarie, educare il bambino a rifiutare da terzi alimenti come caramelle, cioccolatini, merendine, snack che potrebbero contenere gli allergeni in questione. Anche gli educatori con cui i bambini sono a contatto (maestri, professori ecc.) devono essere informati dell’allergia e sulle manovre da effettuare nel caso il bambino abbia una reazione allergica.
I bambini più grandicelli devono essere provvisti di un autoinettore di adrenalina. In buona sostanza, tutte le persone che vengono a contatto con il bambino oltre ai genitori (insegnanti, parenti ecc.) devono essere al corrente della situazione in modo da gestire nel migliore dei modi un eventuale problema.