L’autoesame dei nei, da effettuarsi trimestralmente, è una pratica che dovrebbe essere presa in considerazione da tutti, anche se una particolare raccomandazione va a tutti quei soggetti che:
- hanno avuto un familiare ammalatosi di melanoma
- appartengono alle categorie dei fototipi 1 e 2 (vedasi l’articolo Abbronzanti per i dettagli)
- hanno una pelle invecchiata da prolungate esposizioni ai raggi solari (tipico di alcune professioni)
- abbiano avuto almeno due episodi di ustioni solari in età giovanile
- hanno molti nei
- hanno nei “a rischio” (vedasi ultimo paragrafo).
L’autoesame dei nei si effettua spogliandosi del tutto allo scopo di poter osservare l’intera superficie cutanea.
Le zone pigmentate dovranno essere valutate posizionandosi sotto una buona fonte luminosa e aiutandosi con un specchio; alcune zone non potranno essere autovalutate (per esempio la schiena o il cuoio capelluto) e quindi è opportuno chiedere la collaborazione di un familiare o comunque di una persona di fiducia.
Dal momento che le neoplasie cutanee, e pensiamo soprattutto al melanoma (il più temibile fra i tumori della pelle), possono praticamente localizzarsi in qualsiasi punto della cute è consigliabile un accurato controllo di:
- volto, ivi comprese labbra, mucosa orale e orecchie
- braccia, gambe, mani e piedi (vanno esaminati con cura anche gli spazi interdigitali e le zone sotto le unghie)
- cuoio capelluto (bagnarsi i capelli prima del controllo può facilitare il compito)
- genitali.
La regola ABCDE e il melanoma
Allo scopo di individuare la possibile insorgenza di un melanoma si consiglia la memorizzazione della regola ABCDE (il cosiddetto alfabeto dei nevi); la regola è così denominata perché, solitamente, i melanomi hanno:
- A – forma asimmetrica (tracciando una linea immaginaria passante per il centro della lesione, si ottengono due metà non sovrapponibili)
- B – bordi irregolari e frastagliati
- C – colore scuro, nero o variegato
- D – dimensione variabile
- E – evoluzione con tendenza ad aumentare di dimensioni.
Per approfondire: Come riconoscere un melanoma.

Nel 2020, in Italia, sono state effettuate quasi 15.000 nuove diagnosi di melanoma
Altri campanelli di allarme
Le manifestazioni ricordate nel paragrafo precedenti non sono le sole cui prestare attenzione quando si effettua un autoesame dei nei; si devono infatti considerare campanelli di allarme anche la comparsa di infiammazione nella cute circostante il nevo, il dolore, il sanguinamento, le perdite seriose, l’ipersensibilità, la desquamazione e le ulcerazioni.
Da ritenersi sospette sono anche la modifica della consistenza del nevo (si indurisce o, al contrario si ammorbidisce) e l’insorgenza di neoformazioni.
I nei a rischio
Si considerano nevi a rischio quelli che all’esame clinico e/o dermatoscopico presentano aspetti atipici.
Più in particolare sono considerabili nei a rischio quelli congeniti che superano i 20 cm, quelli che hanno un diametro superiore ai 6 mm, quelli che sono insorti recentemente e che hanno la tendenza a crescere molto velocemente, quelli particolarmente scuri, quelli che nel tempo si sono modificati e quelli che sono situati in zone del corpo soggette a sfregamenti, frizioni o traumi ripetuti.
NOTA IMPORTANTE – L’autoesame dei nei non sostituisce il controllo dermatologico da effettuarsi presso uno specialista, ma può essere molto utile a livello preventivo, nel caso si notino modificazioni sospette a livello cutaneo. Se ciò si verificasse, si consulti uno specialista dermatologo il più rapidamente possibile.