Denti sensibili (più propriamente sensibilità dentinale o ipersensibilità dentinale) è un’espressione con la quale si fa riferimento a una sensazione dolorosa alquanto intensa, seppur di breve durata, che viene avvertita in diverse occasioni, in particolar modo quando bevande o altri alimenti particolarmente caldi o freddi o molto acidi o dolci, vengono a contatto con la dentatura.
I denti sensibili sono un disturbo dentale piuttosto comune, non grave, ma sicuramente molto fastidioso e forse troppo sottovalutato.
La sintomatologia dolorosa, come accennato in apertura di articolo, è generalmente costituita da fitte dolorose avvertite sporadicamente quando i denti vengono a contatto con cibi o bevande oppure quando si effettuano operazioni di igiene orale, ma talvolta il fastidio si protrae più a lungo nel tempo, anche se in modo più lieve.
La sensazione di dolore avvertita da chi soffre di denti sensibili è legata alla stimolazione dei sensori nocicettivi presenti sui denti e va considerata come un meccanismo di difesa che i denti, nei quali la dentina risulta esposta, mettono in atto contro gli stimoli nocicettivi. I sensori nocicettivi, infatti, sono terminazioni nervose deputate al riconoscimento di quegli stimoli che, perlomeno potenzialmente, possono rappresentare un pericolo per i denti; la presenza di tali stimoli viene segnalata tramite la sensazione di dolore.
Gli stimoli in grado di far scattare la sensazione dolorosa che caratterizza il disturbo possono essere di varia natura: termici, chimici, meccanici e osmotici.
Gli stimoli termici sono rappresentati dalle variazioni di temperatura legate all’assunzione di cibi e bevande molto fredde o molto calde; quelli chimici sono legati all’assunzione di cibi e bevande acidi oppure eccessivamente dolci o salati.
Gli stimoli meccanici sono invece normalmente legati alle varie operazioni di igiene dentale (utilizzo dello spazzolino da denti, del filo interdentale ecc.).
Gli stimoli osmotici sono invece quelli legati all’asciugatura dei denti causata da getti di aria.
Non sono disponibili dati certi sull’entità del problema, ma si ritiene che la stragrande maggioranza della popolazione soffra, almeno una volta nell’arco della propria esistenza, di sensibilità dentinale.
Il disturbo interessa entrambi i sessi e risulta essere particolarmente frequente nel range di età che va dai 25 ai 50 anni circa; difficilmente il problema interessa i bambini o gli adolescenti.
Superati i 50 anni, il disturbo diventa meno frequente; i motivi di questa diminuzione nell’incidenza del problema denti sensibili sono diversi: riduzione delle dimensioni della camera pulpare, incremento della dentina di riparazione, riduzione della cellularità, della vascolarizzazione e del numero delle fibre nervose presenti internamente alla polpa; bisogno poi considerare anche che, con il passare degli anni, si registra, nella parte più esterna dei canali pulpari, la formazione di dentina sclerotica.
Denti sensibili – Cause
Le cause dei denti sensibili sono diverse, ma in molti casi sono legate all’accumulo di placca dentale e di tartaro.
La sensibilità dentinale si manifesta allorquando la dentina, ovvero il tessuto che riveste la struttura nervosa dei denti, risulta esposta; ciò avviene sia quando lo smalto dentale si deteriora e si consuma, sia quando si verifica una recessione gengivale (ossia quando i tessuti gengivali, che di norma aderiscono ai denti, si retraggono).
Il deterioramento e la consunzione dello smalto dentale riconoscono diverse cause; fra queste si ricordano:
- spazzolamento dei denti effettuato scorrettamente o con forza eccessiva;
- utilizzo di spazzolini con setole troppo dure o senza punta arrotondata;
- utilizzo di dentifrici eccessivamente abrasivi;
- utilizzo continuo di dentifrici ad azione sbiancante;
- utilizzo non corretto del filo interdentale;
- eccessivo consumo di pietanze o bevande troppo acidi (spremute di arancia o pompelmo, coca cola e yogurt per esempio);
- bruxismo e altre parafunzioni che possono determinare usura dentale;
- terapie parodontali, sbiancamenti e altri interventi terapeutici sui denti.
Il deterioramento e la consunzione dello smalto possono essere anche dovuti agli acidi che provengono dai succhi gastrici (è il caso di coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo).
La recessione gengivale può invece essere causata da:
- gengiviti
- traumi alle gengive provocati da manovre di igiene dentale scorrette
- terapie parodontali.
Una volta che il tessuto dentinale rimane scoperto, essendo in relazione con la polpa dentale, sede delle terminazioni nervose, diviene ipersensibile ai vari stimoli e scatena la reazione dolorosa.

La sensazione di dolore avvertita da chi soffre di denti sensibili è legata alla stimolazione dei sensori nocicettivi presenti sui denti.
Diagnosi
La presenza di denti sensibili viene fatta dall’odontoiatra che deve escludere che la sintomatologia dolorosa non sia legata ad altre cause.
Con l’aiuto di una pistola ad aria compressa, il medico indirizza un getto d’aria su ogni dente e procede con l’identificazione del dente o dei denti ipersensibili.
Denti sensibili – Rimedi
Il trattamento dei denti sensibili richiede in primis l’esecuzione corretta delle varie manovre di igiene dentale (per approfondire questo punto si consulti il nostro articolo Denti: strategie di prevenzione); vi sono poi i rimedi di tipo professionale come l’ostruzione dei tubuli che mettono in contatto la dentina con la polpa; per effettuare questo tipo di trattamento si può ricorrere ad apposite vernici isolanti, dentifrici o gel con cristalli di idrossiapatite, trattamenti laser, adesivi smalto-dentinali ecc.
La riduzione della sensibilità può essere ottenuta anche diminuendo l’eccitabilità delle fibre nervose della polpa dentale; ciò può essere ottenuto ricorrendo a speciali dentifrici contenenti sali di potassio. L’utilizzo di questi dentifrici ha un’azione inibitoria nei confronti della ripolarizzazione delle cellule responsabili degli stimoli dolorosi e impedisce la propagazione dell’impulso.
Rimedi preventivi – Per prevenire la sensibilità dentinale occorre innanzitutto curare correttamente l’igiene dei propri denti utilizzando strumenti di buona qualità ed effettuando le varie manovre nel modo giusto. Importante è anche l’utilizzo di una pasta dentifricia di buona qualità e l’utilizzo di un collutorio.