I depuratori a osmosi inversa sono dispositivi che permettono (o promettono), attraverso un sistema di filtraggio, di purificare l’acqua fornita dalle reti idriche. Dopo una partenza un po’ in sordina, il settore dei depuratori a osmosi inversa, che si propone come alternativa alla acqua minerale in bottiglia e a quella fornita dalle reti comunali, aveva iniziato lentamente, ma gradualmente a crescere; adesso sembra attraversare una fase di stallo.
Prima di affrontare la questione dei depuratori è utile fare alcune considerazioni:
- quello delle acque minerali è un business di enormi dimensioni (basta confrontare il prezzo di un litro di acqua minerale con quello dell’acqua fornita dalle aziende municipali).
- l’acqua del rubinetto è, nella stragrande maggioranza dei casi, idonea per usi alimentari e no; è controllata più volte quotidianamente e i limiti ammessi relativi a sostanze potenzialmente nocive sono bassissimi e, nel caso di alcune sostanze che pure sono permesse come ingredienti in altri prodotti per uso alimentare, la tolleranza è addirittura 0 (zero) (si pensi, per esempio, ai nitriti).
Rimandiamo al nostro articolo Acqua minerale per considerazioni generali su questo alimento; qui ci limitiamo a osservare che il crescente successo delle acque minerali commerciali con conseguente sopravvento sull’acqua di rete è essenzialmente dovuto a problemi organolettici (l’acqua delle reti comunali non sempre ha un buon odore e/o un buon sapore a causa del cloro che viene utilizzato per le obbligatorie disinfezioni, anche se, a onor del vero, il problema è solitamente limitato a pochi giorni al mese) e al potere seduttivo delle pubblicità televisive che quotidianamente bombardano gli ascoltatori magnificando le eccezionali qualità di questa o quest’altra acqua minerale.
Come spezzare questo imperversante monopolio? Facile: offrire un prodotto eccezionale a prezzi stracciati. Siamo arrivati dunque ai depuratori a osmosi inversa che, a detta di chi li commercializza, sono in grado di purificare la tanto vituperata acqua di rete abbattendo nel contempo i micidiali costi sostenuti per acquistare le acque minerali. Ma facciamo un passo indietro…
Depuratori a osmosi inversa: l’idea originaria
Il sistema alla base dei depuratori a osmosi inversa fu inventato dagli statunitensi che dovevano risolvere il problema di approvvigionamento idrico dei soldati di stanza in Vietnam; i marines, non avendo a disposizione pozzi di acqua potabile, dovevano, per forza di cose, sfruttare risorse idriche di fortuna quali acquitrini, pozzanghere, fiumi o laghi; ovvio che si dovesse trovare un sistema in grado di depurare tali acque; sarebbero stati decimati prima dalle infezioni che dalla micidiale guerriglia dei Viet Cong (è un po’ triste immaginarsi Rambo che riesce a sfuggire dai terribili campi di prigionia vietnamiti per poi essere ingloriosamente abbattuto dalla dissenteria…).
Tale sistema sembrerebbe quindi l’uovo di Colombo, se funzionava per i tosti marines deve andare bene anche per noi; il problema è che non è possibile bere per tutta la vita un’acqua del genere, priva di sali minerali e altre sostanze che, checché ne dicano i venditori dei depuratori, sono sostanze necessarie al nostro organismo; è per questo motivo che sulle bottiglie di acqua demineralizzata vendute nelle mesticherie per svariati utilizzi (rabboccamento batterie e radiatori delle automobili, stiratura dei vestiti ecc.) campeggia implacabile l’inequivocabile scritta “NON POTABILE”.
Quindi, attenzione, purezza dell’acqua non significa salubrità dell’acqua. Eppure è proprio sul concetto di purezza che puntano i promoter dei depuratori a osmosi inversa.

Depuratore a osmosi inversa
Depuratori a osmosi inversa: le manovre di avvicinamento
Il sistema di proposta dei dispositivi in questione è quasi sempre lo stesso. Il primo contatto avviene generalmente per via telefonica; al potenziale cliente viene proposta, dall’azienda che commercializza il prodotto, una visita da parte di un proprio incaricato di fiducia che, se ricevuto, effettuerà gratuitamente un’analisi dell’acqua di casa che verrà messa a confronto con un’acqua minerale e con l’acqua sottoposta a trattamento. Il risultato è scontato; una sconfitta clamorosa dell’acqua del rubinetto e di quella minerale; se il potenziale acquirente non è ancora del tutto convinto, il promoter spiega che le sostanze eliminate dal processo di osmosi inversa non sono poi così necessarie come tanti vogliono far credere e, non contento, sfodera l’arma del ko: la preparazione del tè. La prova funziona così: si preparano tre infusi con le tre diverse acque e, manco a dirlo, i risultati sono i seguenti: colore torbido per il tè preparato con l’acqua di rubinetto e per quello fatto con l’acqua in bottiglia, colore estremamente limpido per quello preparato con l’acqua sottoposta a osmosi inversa. È la mazzata finale e il padrone di casa non può far altro che capitolare: perché continuare a bere e cucinare con acqua torbida? E meno male che ce ne siamo accorti in tempo…
L’apparecchio viene talvolta offerto gratuitamente; niente male. Peccato che si debba sottoscrivere un contratto di manutenzione pluriennale che di vantaggioso non ha proprio niente (tranne che per l’azienda produttrice…). Nel giro di qualche anno, se si vanno a fare tutti i conti, ci si accorge di aver sborsato cifre che vanno dai 2.000 a 4.000 euro. Senza contare che è sempre possibile dotare il miracoloso depuratore di vari optional come il gasatore (così abbiamo l’acqua effervescente) oppure il modificatore del gusto e così via, optional che gratuiti ovviamente non sono, anzi…
Quindi, concludendo, prima di mettersi all’anima l’acquisto di un depuratore a osmosi inversa è doveroso meditare attentamente; se ci troviamo in una zona talmente disagiata da avere una rete idrica da quinto mondo possiamo anche valutare l’eventualità di tale spesa, ma, in caso contrario, è bene essere molto cauti.
Le mail
Abbiamo spesso ricevuto mail relative alla questione dei depuratori a osmosi inversa e le nostre conclusioni su tale argomento sono bene illustrate nelle risposte che abbiamo fornito. Invitiamo quindi, chi fosse interessato ad approfondire la questione, a rileggere tali commenti.