Il filo interdentale è un presidio dentistico utilizzato per massimizzare l’igiene dentale domiciliare. Per quanto un suo utilizzo corretto lo renda un mezzo particolarmente efficace per supportare la quotidiana pulizia dei denti, il filo interdentale è molto meno reclamizzato e utilizzato di un altro presidio utilizzato per l’igiene orale, il collutorio.
È un errore sottovalutare l’utilità del filo interdentale e pensare che per una corretta igiene dentale a domicilio siano sufficienti spazzolino (elettrico o manuale) e dentifricio; è sì vero che essi rimangono strumenti indispensabili e insostituibili, ma è altrettanto vero che il loro uso, per quanto meticoloso e costante nel tempo, non è sufficiente a garantire la massima igiene orale ottenibile in ambito domestico.
La funzione principale del filo interdentale, strumento il cui utilizzo dovrebbe sempre essere affiancato a quello dello scovolino (una sorta di piccolo spazzolino da inserire tra un dente e l’altro quando gli spazi interdentali sono particolarmente larghi), è quella di rimuovere i residui di cibo e di placca che si insinuano fra un dente e l’altro.
Se utilizzati regolarmente e correttamente, filo interdentale e scovolino possono minimizzare i rischi di carie, gengivite, parodontite ecc., senza considerare che quanto più l’igiene orale è accurata, tanto meno c’è il rischio di soffrire di soffrire di alitosi, un disturbo fastidioso e che crea notevole disagio.
L’aspetto più interessante del filo interdentale è legato al fatto che con esso è possibile raggiungere zone che non è possibile pulire in modo adeguato utilizzando lo spazzolino.
Per quanto si possa pensare il contrario, il filo interdentale non è un’invenzione recentissima; risalgono infatti al primo ventennio del secolo XIX, le raccomandazioni all’utilizzo di un filo per migliorare la propria igiene dentale; il merito è da attribuirsi a Levi Spear Parmly, un dentista di New Orleans che raccomandava ai propri pazienti di utilizzare un filo di seta per rifinire l’igiene dentale. Il primo brevetto del filo interdentale è stato concesso nel 1898 alla Johnson & Johnson Corporation, la multinazionale statunitense, molto nota anche nel nostro Paese.
Tipologie
Esistono due tipologie di filo interdentale: cerato e non cerato.
I fili interdentali cerati sono caratterizzati dal fatto che le fibre di nylon (materiale che ha da tempo sostituito quasi completamente la seta) o di altri materiali che li compongono sono rivestite da un sottilissimo strato ceroso che ne incrementa durata e resistenza. Questa tipologia di filo interdentale viene generalmente consigliata a coloro che presentano irregolarità nella loro struttura dentaria (denti storti, mal posizionati o sovraffollati) o che hanno depositi di tartaro particolarmente evidenti.
I fili interdentali non cerati, invece, sono caratterizzati da una maggiore efficacia nella rimozione dei depositi di placca o di residui alimentari nel caso in cui gli spazi fra dente e dente sia particolarmente stretto.
Alcuni fili interdentali vengono aromatizzati con menta o fluoro.

La funzione principale del filo interdentale è quella di rimuovere i residui di cibo e di placca che si insinuano fra un dente e l’altro
Come si usa il filo interdentale
Un uso corretto del filo interdentale ne massimizza l’azione; vediamo quindi come sfruttare al meglio questo utile strumento di igiene orale.
Dopo aver tagliato, utilizzando l’apposito pezzetto di metallo presente nella confezione, un pezzetto di filo di circa 30 cm (una confezione può contenere anche 50 m di filo), è necessario avvolgere le estremità del filo interdentale attorno ai diti medi e poi afferrare il filo con pollici e indici tenendolo ben teso. A questo punto, badando sempre di tenerlo ben teso, si deve premere il filo interdentale sulla fessura e poi sul dente spingendo il filo verso il basso facendo sì che si abbia un certo attrito fra dente e filo; queste azioni devono essere decise, ma allo stesso tempo delicate perché c’è il rischio di irritare le gengive. Terminata la pulizia di un dente si passa al successivo utilizzando una parte pulita del filo. Una volta puliti tutti i denti, sarebbe buona norma sciacquarsi la bocca con il collutorio.
Nel video sottostante, della durata di 1’46”, intitolato How to use Dental Floss (Come usare il filo interdentale) (fonte: www.kmperio.co.uk) sono visibili tutte le operazioni da compiere per utilizzare nel modo migliore il filo interdentale. Vista la breve durata ne consigliamo senz’altro la visione.
È oltremodo importante utilizzare in modo adeguato il filo interdentale perché, in caso contrario, non solo l’operazione risulterà inutile, ma si correrà il rischio di infiammare o addirittura far sanguinare le gengive.
Una domanda che è lecito porsi è: quando utilizzare il filo interdentale? Prima o dopo essersi lavati i denti con lo spazzolino? Non tutti gli specialisti dell’igiene orale concordano sulla risposta. Alcuni di essi suggeriscono di utilizzare il filo interdentale prima, rimuovendo il più possibile i residui; così facendo si dovrebbe facilitare la penetrazione del dentifricio nelle fessure interdentali.
Altri sono di parere opposto e ritengono più opportuno prima spazzolarsi accuratamente i denti, rimuovere il più possibile i residui alimentari e di placca per poi rifinire il lavoro con il filo.
Ognuno può scegliere la soluzione che ritiene più idonea; a nostro parere la cosa veramente importante è che il filo venga utilizzato in modo corretto, la scelta del momento è secondaria.
Per quanto riguarda il numero degli utilizzi giornalieri, si può suggerire un numero di volte che va da uno a due (per esempio dopo i due pasti principali, pranzo e cena).
Una cosa alla quale si deve prestare attenzione è se il filo si spezza abitualmente quando si sta agendo in una determinata fessura; se la risposta è sì, è necessario indagare che non sia presente nella zona un deposito eccessivo di tartaro, una carie o un’otturazione non perfettamente eseguita.
Quando non usare il filo interdentale
Esistono delle situazioni in cui non è consigliabile ricorrere al filo interdentale. È per esempio il caso di quei soggetti che si sono sottoposti a un’estrazione dentaria; solitamente, infatti, dopo l’estrazione di un dente, la zona interessata è gonfia, dolente e infiammata e l’utilizzo del filo potrebbe peggiorare la situazione.
L’utilizzo del filo interdentale è altresì sconsigliato nei bambini in cui non si sia ancora ultimata tutta la sostituzione dei denti da latte e in coloro in cui gli spazi interdentali siano particolarmente stretti perché c’è il rischio che la pressione necessaria per far penetrare il filo fra dente e dente possa lesionare le gengive.