Il jet lag (riportato anche come jet-lag e talvolta indicato anche come sindrome da fuso orario, mal di fuso o, seppur più raramente, come disritmia – o discronia o disincronosi – circadiana) è un disturbo temporaneo legato all’alterazione del cosiddetto orologio interno dell’organismo (o, più tecnicamente, dei normali ritmi circadiani) causata dalla variazione dei fusi orari. Possono esserne colpiti coloro che, nel corso di un viaggio aereo, attraversano vari fusi orari; maggiore è il numero dei fusi orari che si attraversano, maggiori sono le probabilità di essere colpiti da jet lag.
Sostanzialmente si tratta di un problema di adattamento del nostro organismo che, nel corso di un lungo viaggio aereo che comporta l’attraversamento di più meridiani, si trova costretto ad adattare il proprio “orario” con il nuovo ciclo giorno/notte del luogo di arrivo.
Vediamo un paio di esempi.
Supponiamo di recarci da Roma a New York (quindi viaggiamo verso ovest); sono necessarie pressappoco circa 10 ore di volo; si attraversano 5 fusi orari e atterriamo con un orario che è 5 ore indietro rispetto all’orario italiano (6 nel caso in cui sia in vigore l’ora legale); di fatto, così facendo, la nostra giornata passa dalle canoniche 24 ore a 29 ore.
Supponiamo invece di recarci da Bergamo alle Isole Maldive (quindi viaggiamo verso est); sono necessarie circa 11 ore di volo; si attraversano 5 fusi orari e atterriamo con un orario che è 5 ore avanti rispetto all’orario italiano; di fatto, la nostra giornata si riduce.
Questi cambiamenti cui il nostro organismo è sottoposto possono indurre tutta una serie di disturbi non gravi, ma fastidiosi che sono più o meno intensi a seconda di vari fattori; i principali sono:
- numero di fusi orari attraversati
- direzione del volo (volare verso est crea maggiori problemi perché l’organismo umano è maggiormente predisposto ad allungare la giornata piuttosto che accorciarla)
- orario di partenza e di arrivo (nell’esempio di Bergamo-Isole Maldive, è meglio partire alle 11 del mattino e arrivare alle 3 di notte piuttosto che partire alle 16 e arrivare alle 7 del mattino).
La severità del disturbo può essere accentuata sia dalla ridotta umidificazione dell’ambiente che dalla limitazione dei movimenti con la quale si deve giocoforza fare i conti quando si effettua un lungo viaggio aereo. Hanno inoltre una loro importanza anche l’età, il sesso e le condizioni psicofisiche generali (un soggetto di per sé stressato che affronta un lungo viaggio aereo corre maggiori rischi di essere interessato più pesantemente dalla sindrome del fuso orario).
Possono occorrere diversi giorni all’organismo per adattarsi ai nuovi ritmi biologici, ma comunque il disturbo si risolve senza alcuno strascico allorquando si raggiunge la totale sincronizzazione con il ciclo giorno/notte del luogo di arrivo.
Si stima che coloro che viaggiano da ovest a est necessitino, in giorni, di circa i due terzi del numero di fusi orari che si sono attraversati (per esempio, se la differenza fra il fuso orario di partenza e quello di arrivo è di 15 ore occorrono circa 10 giorni per riadattarsi alla nuova situazione).
Coloro che viaggiano da est a ovest hanno invece bisogno, in giorni, di circa la metà del numero di fusi che si sono attraversati (per esempio, se la differenza fra il fuso orario di partenza e quello di arrivo è di 10 ore occorrono circa 5 giorni per riadattarsi alla nuova situazione).
Jet lag – Cause
Le cause del jet lag dovrebbero essere già chiare dopo la lettura del paragrafo precedente; essenzialmente possiamo ridurle a tre: alterazione dei ritmi circadiani, influenza della luce solare e alterazione nella secrezione ormonale.
L’alterazione dei ritmi circadiani (un problema che sperimentano anche i cosiddetti lavoratori turnisti) è un problema che, come detto si verifica quando si attraverso in modo relativamente veloce più fusi orari (il problema è legato ai viaggi aerei e non si verificherebbe nel corso di una crociera marittima) costringendo l’organismo all’adeguamento dei propri ritmi (ricordiamo che i ritmi circadiani regolano il nostro orologio biologico e hanno influenza sul ciclo sonno/veglia, sui livelli di vigilanza, sulle prestazioni psicofisiche, sull’umore, sui livelli ormonali, sulla digestione e sulla temperatura corporea).
L’influenza della luce solare sul nostro orologio biologico è notevole. L’epifisi (una piccola ghiandola endocrina nota anche come ghiandola pineale), deputata alla sintesi e alla secrezione di melatonina (ormone che come è probabilmente noto regola i ritmi circadiani) è estremamente sensibile al buio e alla luce; le concentrazioni ematiche di melatonina raggiungono il loro picco nel corso delle ore notturne (fra le 2 e le 4 di notte circa) e si riducono in modo graduale nel corso delle ore mattutine; l’esposizione alla luce solare inibisce la secrezione dell’ormone in questione in misura dose-dipendente ovvero, in altri termini, maggiore è l’esposizione alla luce solare, minore è la secrezione di melatonina; questo è alla base dei disturbi del sonno da jet lag.
L’alterazione nella secrezione ormonale non è relativa soltanto alla melatonina, ma anche al cortisolo; situazioni stressanti causano alterazioni nella normale secrezione di questo ormone e ciò è alla base dei disturbi psicofisici riferiti da chi è colpito da jet lag.
Jet lag – Sintomi
La sintomatologia del jet lag è piuttosto variegata e ha la tendenza a esordire entro un paio di giorni al massimo dal momento della partenza; fra i principali sintomi della sindrome da fuso orario vanno ricordati:
- disturbi del sonno
- astenia e sonnolenza
- scarso appetito
- sensazione di malessere generale
- mal di testa
- dolorabilità muscolare
- impaccio nei movimenti
- xerostomia (secchezza delle fauci)
- epifora (stravaso di lacrime dal sacco congiuntivale)
- alterazioni della funzionalità gastrointestinale (dispepsia, stitichezza, diarrea ecc.)
- problemi nell’eloquio.

Il jet lag è di un problema di adattamento del nostro organismo che, nel corso di un lungo viaggio aereo che comporta l’attraversamento di più meridiani, si trova costretto ad adattare il proprio “orario” con il nuovo ciclo giorno/notte del luogo di arrivo.
Jet lag – Rimedi
Coloro che sono costretti, magari per motivi professionali a frequenti e lunghi spostamenti per via aerea potrebbero essere interessati a cercare di ridurre i tempi di adattamento al nuovo fuso orario.
Fra i rimedi farmacoalogici consigliati in alcune occasioni si ricordano sia farmaci non benzodiazepinici come l’eszopiclone, lo zolpidem e lo zalepon, sia farmaci a base di benzodiazepine come, per esempio il triazolam. Si tratta di farmaci che possono ridurre i disturbi del sonno che sono fra i problemi che più caratterizzano la sindrome da fuso orario.
Alcuni suggeriscono l’utilizzo della fototerapia (esposizione alla luce del sole per un certo periodo di tempo in determinati orari); questo rimedio è perlopiù destinato a coloro che viaggiano per lavoro e, durante il giorno, sono costretti a rimanere al chiuso lontani dalla luce solare diretta. Può essere utile unire alla fototerapia un’attività fisica come il running o, perlomeno, come il jogging.
Per combattere la sonnolenza diurna può aiutare assumere bevande contenenti caffeina (caffè, tè, coca cola ecc.) Per quanto riguarda invece l’assunzione di melatonina rimandiamo all’articolo dedicato a questa sostanza: Melatonina.
Per concludere possiamo suggerire alcuni rimedi a carattere preventivo; chi viaggia per lavoro dovrebbe, nei limiti del possibile, anticipare di qualche giorno la partenza così da potersi adattare in tempo per gli appuntamenti più importanti; è consigliabile inoltre riposarsi in modo adeguato nei giorni che precedono il viaggio; partire stanchi e stressati non farà che peggiorare le cose.
Può essere d’aiuto modificare in modo graduale i propri orari quando mancano alcuni giorni alla partenza; chi si dirige verso est dovrebbe cercare, nei limiti del possibile, di coricarsi almeno un’ora prima ogni notte; se invece si è diretti a ovest conviene, per alcuni giorni, ritardare di almeno un’ora il proprio riposo notturno.
È consigliabile cercare di adattare l’esposizione alla luce del sole; chi si è diretto a ovest dovrebbe indossare occhiali da sole ed evitare l’esposizione alla luce solare nelle ore mattutine; in seguito è bene esporsi il più possibile alla luce del sole nelle tarde ore pomeridiane. Coloro che invece hanno viaggiato diretti verso est dovrebbero cercare di esporsi direttamente alla luce solare durante le ore mattutine.
Prima di partire, durante il volo e anche in seguito è bene idratarsi in modo adeguato (l’aria secca dell’aereo favorisce la disidratazione).
Quando si è sull’aereo si dovrebbe cercare di dormire se nella località di destinazione è notte (ci si può premunire con tappi per le orecchie, cuffie e mascherine); se, al contrario, nella località di destinazione è giorno si dovrebbe cercare di resistere per quanto possibile alla necessità di dormire.