È ormai noto da tempo che le lampade abbronzanti aumentano in modo rilevante il rischio di contrarre un tumore della pelle (per esempio, melanoma, carcinoma spinocellulare, basalioma).
Nel 2009, l’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, parte dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità), aveva reso noto, dopo un’accurata analisi di decine di studi epidemiologici, che vi erano evidenze più che sufficienti per poter affermare che l’esposizione a lampade abbronzanti incrementava in modo significativo le possibilità di contrarre tumori cutanei e il melanoma oculare, in particolar modo quando l’utilizzo di tale dispositivi iniziava precocemente (età adolescenziale). Nel 2014, per esempio, uno studio condotto da un team di ricercatori della Dartmouth University (Stati Uniti) ha evidenziato che gli adolescenti che utilizzano le lampade per l’abbronzatura sono particolarmente vulnerabili allo sviluppo di basalioma (noto anche come carcinoma basocellulare), il tumore cutaneo più comune nella razza caucasica.
Sempre nel 2014, una nota dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) rese noto che ogni anno, in Italia, si registrano circa 11.000 nuovi casi di melanoma, il più temibile dei cancri della pelle (come riconoscerlo); preoccupante il fatto che le diagnosi di questa forma tumorale siano quasi raddoppiate nel giro di 10 anni, in particolar modo nei soggetti di giovane età (circa un quinto dei casi riguarda soggetti di età compresa tra i 15 e i 39 anni).
Un altro studio relativamente recente (settembre 2015) pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine conferma il legame fra tumori cutanei ed esposizione a dispositivi abbronzanti.
Si consideri, peraltro, che l’intensità dei raggi ultravioletti emessi da tali dispositivi può arrivare a essere fino a 15 volte superiore a quella relativa al sole di mezzogiorno alle nostre latitudini. A parità di tempo di esposizione, quindi, le dosi di radiazioni UV che colpiscono la pelle nel corso di una seduta di abbronzatura artificiale sono decisamente superiori rispetto a quanto avviene durante l’esposizione alla luce solare.
Gli studi effettuati indicano che ogni sessione di abbronzatura all’anno incrementa di quasi il 2% il rischio di sviluppare un tumore cutaneo. Com’è noto, i soggetti maggiormente esposti sono quelli con la pelle e occhi più chiari e con i capelli rossi.
- minori di 18 anni
- donne in stato interessante
- soggetti che hanno sviluppato in precedenza una forma tumorale
- soggetti che hanno la pelle chiara e non si abbronzano (o si scottano con facilità) quando si espongono al sole.

È ormai noto da tempo che le lampade abbronzanti aumentano in modo rilevante il rischio di contrarre un tumore della pelle