Il morso di vipera è un evento che si verifica piuttosto raramente e che riguarda le zone collinari e montani e talvolta quelle rurali. Si tratta di un evento che può avere conseguenze gravi (in casi molto rari può rivelarsi anche fatale), ma che, se gestito nel modo corretto, si risolverà senza particolari problemi, fatto salvo un comprensibile spavento. Dai dati disponibili in letteratura si evince che il tasso di mortalità nelle persone che hanno subito un morso di vipera è molto basso (0,1%); peraltro l’evento fatale è da più spesso legato ad anafilassi piuttosto che agli effetti del veleno in sé.
I soggetti che corrono maggiori rischi in caso di morso di vipera sono le persone anziane, i bambini e, in generale, le persone immunocompromesse e cagionevoli di salute. Nei cani e nei gatti che istintivamente hanno la tendenza ad attaccarla, il morso di vipera può essere particolarmente pericoloso perché spesso lo ricevono sul muso.
Le vipere in Italia
In Italia sono presenti 24 specie di serpenti, ma quelle velenose sono soltanto 4, tutte appartenenti alla famiglia Viperidi:
- vipera comune (Vipera aspis), la più diffusa in assoluto; è presente in tutte le regioni italiane fatta eccezione per la Sardegna;
- vipera palustre o marasso (Vipera berus); abbastanza diffusa nelle regioni dell’Italia settentrionale;
- vipera dell’Orsini (Vipera ursinii); presente soltanto nell’Appennino Abruzzese e nell’Appennino umbro-marchigiano;
- vipera cornuta o vipera dal corno (Vipera ammodytes), presente nelle zone dell’Italia Nord-orientale; è la più pericolosa fra le vipere presenti in Italia;
- vipera dei Walser (Vipera walser); scoperta solo nel 2016, è presente soltanto in un areale molto ristretto, di appena 500 km² a nord di Biella.
In Sardegna non ci sono vipere, ma è presente un serpente molto simile, la natrice viperina (Natrix maura) nota anche come biscia viperina; a dispetto della sua somiglianza con la vipera, non è un serpente velenoso.
La caratteristica più distintiva delle vipere è la testa piatta triangolare, ben distinta dal collo e ricoperta di piccole placche irregolari; di norma la sua lunghezza è inferiore al metro; la coda è piuttosto tozza; ha le pupille a fessura verticale.
Le bisce, serpenti comunissimi e innocui, hanno una testa dalla forma ovale che si continua con il resto del corpo; sono praticamente prive di collo; le pupille sono rotonde e la coda non è tozza, ma sottile e appuntita.

Vipera aspis (vipera comune)

Vipera berus (vipera palustre o marasso)

Vipera ursinii (vipera degli Orsini)

Vipera ammodytes (vipera dal corno)

Vipera walser (vipera dei Walser)

Natrix helvetica (biscia dal collare barrata), un serpente innocuo diffuso in tutta Italia

Natrix maura (natrice viperina o biscia viperina); un serpente diffuso in Sardegna piuttosto simile alle vipere
Per informazioni di carattere generale sui serpenti si consulti la scheda Ofidi.
Morso di vipera – Prevenzione
In linea generale, le vipere presenti in Italia sono piuttosto “pacifiche” e hanno la tendenza a scappare in presenza di quelle che ritiene situazioni di pericolo. Si trovano generalmente tra i sassi, nelle vicinanze di piante arbustive e siepi. Dal momento che questi serpenti attaccano soltanto nel caso in cui avvertano un pericolo molto vicino, tendono a fuggire quando sentono dei rumori; è quindi consigliabile, quando si cammina in una zona a rischio adottare alcune precauzioni; è utile innanzitutto battere il terreno il terreno con un bastone; le vipere sono piuttosto sensibili alle vibrazioni del terreno e ai rumori e tendono ad allontanarsi; è bene poi utilizzare durante le passeggiate calzature da montagna, o comunque scarponi, calzettoni pesanti e pantaloni lunghi; in caso di morso, la profondità sarà ridotta. Peraltro, non sempre la vipera utilizza i denti veleniferi di cui è dotata; nel 20% dei casi, infatti, la vipera ricorre a quello che è comunemente detto “morso secco” che provoca sì una ferita, ma è del tutto innocuo. Il morso secco è riconoscibile perché non ci sarà la caratteristica presenza di due piccoli fori, più profondi degli altri, distanziati di 0,5-1 cm circa; a seconda della zona colpita si potrebbe notare solo un foro.
Una cosa consigliabile, nel caso di escursioni in zone a rischio vipere è di portare con sé un paio di rotoli di bende autoadesive che possono servire per un bendaggio linfostatico nel caso di morso.
Come riconoscere un morso di vipera
Nell’immagine sottostante (fonte: www.northwesttrekking.it) si evidenzia la differenza fra il morso di vipera e quello di un serpente innocuo.
Segni e sintomi
Dopo pochi minuti dal morso, nella zona interessata si noteranno le prime manifestazioni locali di infiammazione (dolore, forte bruciore, arrossamento, calore e gonfiore); dopo circa una-due ore si potrebbero registrare sintomi e segni quali mal di testa, accelerazione del battito cardiaco, diarrea, vomito e forte ipotensione.
Se non si ricevono cure adeguate in tempi rapidi, nel giro di circa dodici ore, possono fare la loro comparsa vescicole piene di liquido sieroso, linfangite (infiammazione dei vasi linfatici) e ingrossamento dei linfonodi.
Nei casi più gravi potrebbero insorgere gravi complicazioni: problemi di coagulazione sanguigna, scompenso emodinamico, problemi renali, disturbi neurologici e gravi difficoltà nella respirazione; quando la situazione si sta aggravando, il soggetto colpito potrebbe avere una grande difficoltà a tenere gli occhi aperti. Potrebbero verificarsi anche shock anafilattico, convulsioni, coma e arresto cardiaco (un’evenienza piuttosto rara, più comune nei soggetti anziani e fragili e nei bambini).
Morso di vipera – Cosa fare
Ecco come comportarsi nel caso qualcuno sia morso da una vipera:
- mettere il soggetto morso in posizione supina e chiamare immediatamente i soccorsi;
- mantenere la calma, non far agitare la persona morsa (i movimenti e l’accelerazione del battito cardiaco aumentano la diffusione del veleno; più la persona rimane immobile e tranquilla e meglio è) e rassicurarla; le prime reazioni sistemiche di una certa importanza si avranno non prima di due ore e quindi c’è tutto il tempo di recarsi in punto di Pronto Soccorso o farsi raggiungere da un medico; peraltro non è detto che la quantità di veleno iniettata sia particolarmente abbondante;
- lavare la ferita con soluzione fisiologica oppure acqua ossigenata;
- non mettere ghiaccio sulla zona interessata dal morso;
- non si devono praticare incisioni nella zona colpita dal morso di vipera; non è per niente utile e anzi, si corre il rischio di diffondere il veleno per via ematica;
- non applicare il laccio emostatico arterioso;
- non si deve succhiare la ferita nel tentativo di estrarre il veleno; si tratta di una manovra che ha un’efficacia piuttosto scarsa e che potrebbe essere anche dannosa per chi la pratica;
- non somministrare medicinali di alcun genere; nemmeno immunoglobuline (l’uso del siero antivipera è riservato all’ambito ospedaliero perché i rischi di reazioni anafilattiche non sono minimi)
- non si devono somministrare alcolici;
- eseguire un bendaggio linfostatico (si fascia la zona colpita partendo dal punto del morso e si prosegue fino all’estremità dell’arto, dopodiché si risale fino alla radice dell’arto colpito.
Per quanto riguarda il primo punto, ci si può rivolgere a uno dei vari centri antiveleni in Italia (i numeri di telefono sono facilmente reperibili consultando la Rete) oppure al Pronto Soccorso più vicino o, ancora, allertando il 112 spiegando la situazione e concordare il da farsi.
Il veleno di vipera
Il veleno di vipera è una sostanza proteica molto tossica che contiene tossine che agiscono inattivando i fattori della coagulazione sanguigna; contiene inoltre la bradichinina, una sostanza che causa una forte dilatazione dei vasi sanguigni e, conseguentemente, ipotensione; il veleno contiene inoltre altre sostanze in grado di causare danni muscolari e neurologici.