Gli oli essenziali (anche oli eterei, oli volatili o essenze) sono miscele piuttosto complesse e concentrate di varie sostanze chimiche; sono ricavati da organismi vegetali, secrezioni di piante o, ma è evenienza molto rara, da secrezioni animali come nel caso degli oli essenziali di ambra grigia (una sostanza prodotta dall’intestino dei capodogli), castoreo (o castorio, una sostanza prodotta dal castoro), muschio bianco (una secrezione prodotta dalle ghiandole odorifere del cervo muschiato) e zibetto (la secrezione delle ghiandole peri-anali della civetta africana, nota anch’essa come zibetto).
Gli oli essenziali sono sostanze infiammabili solubili in alcol, nell’etere e, generalmente, nei solventi organici; scarsa la loro solubilità in acqua la cui densità è generalmente maggiore. La maggior parte di questi prodotti, come accennato in apertura, sono di origine vegetale; peraltro, da una stessa pianta possono essere estratti oli essenziali di tipo diverso a seconda dell’organo della pianta che viene utilizzato.
Da un punto di vista chimico si tratta di miscele costituite da numerosi composti organici; fatte salve rare eccezioni, detti composti possono essere suddivisi in due grandi classi, ovvero idrocarburi e composti ossigenati derivati dagli idrocarburi; fra gli idrocarburi più frequentemente presenti negli oli essenziali vi sono i terpeni e i sesquiterpeni; le caratteristiche peculiari degli oli essenziali derivano però solitamente dai composti ossigenati derivati dagli idrocarburi (alcoli, aldeidi, chetoni, esteri di vari tipi di idrocarburi, fenoli, lattoni ecc.); sono queste sostanze, infatti, le responsabili delle diversità, talvolta non particolarmente marcate, che distinguono fra loro le singole essenze.
Tipologie di estrazione
Gli oli essenziali possono essere contenuti in varie parti delle piante, per esempio nei fiori, nelle foglie, nelle sommità fiorite, nei frutti, nella scorza dei frutti, nelle radici e nei rizomi.
Una volta che l’olio essenziale è stato estratto si presenta sostanzialmente come una sostanza liquida e oleosa, volatile (gli oli essenziali evaporano rapidamente se lasciati a contatto con l’aria) e profumata.
In alcune famiglie di vegetali gli oli essenziali sono particolarmente abbondanti; la quantità di olio contenuta nella singola pianta dipende anche dalla varietà, dal clima e dal terreno di coltivazione.
Le tecniche di estrazione sono diverse: distillazione a vapore, enfleurage, spremitura, estrazione con solvente e macerazione.
La distillazione è il metodo di estrazione degli oli essenziali più utilizzato; le parti della pianta dalle quali si deve estrarre l’essenza vengono poste su una griglia sulla quale viene fatto passare vapore a una temperatura di circa 110 °C; in seguito a ciò la pianta rilascia l’essenza nel vapore che viene convogliato in una serie di stadi di raffreddamento che progressivamente causano la liquefazione del vapore; la fase successiva consiste nella separazione dell’olio essenziale dall’acqua.
L’enfleurage è una tecnica meno diffusa (è piuttosto costosa) che viene utilizzata per estrarre l’olio essenziale da alcuni fiori che non resisterebbero al calore prodotto dal processo di distillazione. I fiori vengono sparsi su uno strato di sostanza grassa che lentamente ne assorbe l’essenza; i fiori vengono man mano sostituiti dopo la perdita del loro colore; quando la sostanza grassa è completamente satura viene diluita in alcol e sottoposta a forti vibrazioni per 24 ore allo scopo di separare l’olio essenziale in essa contenuta.
La spremitura è una tecnica utilizzata per l’estrazione di oli essenziali dalla scorza dei frutti (in genere agrumi); in passato l’olio essenziale veniva estratto spremendo le scorze contro una
spugna, mentre oggi viene usata una pressa meccanica, a freddo, sminuzzando e pressando le scorze con l’aggiunta di un piccolo quantitativo di acqua; la mistura di olio e acqua viene poi separata tramite centrifugazione. È fondamentale non raggiungere temperature elevate, ciò causerebbe, infatti, la perdita di alcuni componenti essenziali; è oltremodo importante che gli agrumi non siano stati trattati con prodotti chimici perché tali sostanze finirebbero per passare nell’essenza.
L’estrazione tramite solventi consente di ottenere oli essenziali ad altro grado di concentrazione; i solventi rilasciano una sostanza semisolida (nota come concreta) che contiene le essenze e le cere ricavate dai fiori; le cere vengono successivamente rimosse per vibrazione della sostanza in alcol.
La macerazione consiste nel mettere a contatto i petali o le foglie profumate con un olio (per esempio l’olio di mandorle). Il recipiente viene posto in un luogo caldo e asciutto per il tempo necessario a far sì che i composti aromatici passino nell’olio; dopo che la droga è diventata di colore scuro deve essere sostituita fino a quando non si raggiunge la concentrazione aromatica voluta. La miscela ottenuta, dopo le operazioni di filtraggio, può essere, a questo punto, tranquillamente utilizzata.
Utilizzo degli oli essenziali
Gli oli essenziali sono utilizzati come materia prima in vari settori merceologici (industria dei profumi, industria di liquori e bevande analcoliche, industria farmaceutica e industria delle vernici).
L’utilizzo degli oli essenziali è anche uno dei punti cardine dell’aromaterapia, un metodo terapeutico che rientra nel grande gruppo delle cosiddette medicine naturali.
L’uso indiscriminato di tali prodotti può comportare pericoli molto seri; a seconda del tipo di olio essenziale e della sua quantità, l’ingestione è potenzialmente fatale. È quindi opportuno, se si vogliono utilizzare gli oli essenziali a scopi terapeutici, chiedere consiglio a personale qualificato; un dosaggio errato, infatti, può causare intossicazioni molto gravi.
Una particolare cautela deve essere osservata nell’utilizzo nei bambini, nelle donne in stato interessante, in quelle che allattano e nei soggetti affetti da patologie epatiche o renali. Si consideri inoltre che gli oli essenziali possono interferire con eventuali farmaci assunti potenziandone o riducendone gli effetti.
Per approfondimenti sulla questione si consulti il nostro articolo Aromaterapia.

L’uso indiscriminato di un olio essenziale può comportare pericoli molto seri; a seconda del tipo di olio e della sua quantità, l’ingestione è potenzialmente fatale.
La qualità degli oli essenziali
La qualità degli oli essenziali è legata sia alla qualità dei delle piante utilizzate sia alla serietà e alla competenza del produttore.
Un parziale aiuto per valutare la qualità di un olio essenziale può venire dall’etichettatura. L’etichetta di un olio essenziale dovrebbe specificare diversi dettagli fra i quali il nome botanico e quello popolare della pianta dalla quale l’olio è stato ottenuto, la parte della pianta che è stata utilizzata, il luogo di raccolta, la tecnica e la data di estrazione, la scadenza del prodotto, le eventuali operazioni effettuate sull’olio grezzo e le varie avvertenze sull’uso e sulle modalità di assunzione.
Fra i più diffusi oli essenziali si ricordano gli oli essenziali di aghi di pino, di arancio, di bacche di ginepro, di basilico, di bergamotto, di camomilla, di cedro, di cipresso, di eucalipto, di finocchio dolce, di gelsomino, di geranio, di lavanda, di limone, di maggiorana, di melissa, di menta piperita, di rosa pallida, di rosmarino, di salvia sclarea, di sandalo citrino, di tea tree e di timo.