Il photoreading (lettura fotografica) è un metodo che, utilizzando risorse mentali, permetterebbe di aumentare la velocità di lettura, acquisendo moltissima informazione in poco tempo. Il testo classico di Scheele è stato affiancato da costosissimi corsi nei quali si spiegherebbe in dettaglio la rivoluzionaria pratica di lettura.
Basterebbe il Ma se… per smontare il photoreading: se funzionasse lo userebbero tutti e sarebbe insegnato nelle migliori scuole. Invece, a parte risultati diffusi a scopo pubblicitario, chi lo ha provato in modo oggettivo lamenta risultati scarsissimi, controbattuti dai sostenitori con il fatto che non è per tutti, che è comunque difficile imparare da adulti, che ci vuole molta perseveranza ecc.
Riguardo al testo di Scheele si trovano commenti positivi e commenti negativi. Come si può discernere? Analizzando attentamente quelli positivi.
I risultati positivi sono:
- fortemente voluti (“sono convinto che fotoleggere i libri sia possibile”). L’effetto placebo è fondamentale e trasforma modesti risultati in successo.
- Anonimi (e quindi sospetti), chiaramente commerciali (il corso costa diverse centinaia di euro); vedasi il “prima credere, poi provare”, contrario a ogni atteggiamento razionale e non fideistico.

Il photoreading (lettura fotografica) è un metodo che, utilizzando risorse mentali, permetterebbe di aumentare la velocità di lettura, acquisendo moltissima informazione in poco tempo.
Gli errori logici poi si sprecano e sono tipici di chi si vuole illudere:
“…ricordo che ai campionati di memoria esiste gente che fotolegge libri in pochi minuti con il 70% di comprensione, quindi perché non dovrebbe essere possibile?“. Il dato è riportato e non reale; se fosse vero queste persone si esibirebbero per professione come attrazioni in locali prestigiosi, TV ecc. Nessuno invece lo fa. Inoltre la deduzione è assurda, analoga a “c’è gente che corre i 100 m in 10″ netti perché non posso farlo io?”.
L’errore logico è sempre quello di generalizzazione, ma in positivo. Come chi, non conoscendo nessuno che corre i 100 m in 10″, ritiene che nessuno possa farlo; qui, ammesso e non concesso che il photoreading funzioni, si conosce una persona che corre i 100 m in 10″ e si pensa che tutti possano farlo, senza analizzare le cause che rendono possibile l’exploit.
Notiamo poi come ci sia gente che tenta un discorso logico da vero “spirito razionale”, salvo poi cadere penosamente nella trappola. Il primo commento (quello dopo il mio) salva il photoreading con la seguente argomentazione: “…dal mio punto di vista uno che ti vende aria fritta non lo fa“, cioè non ti dà diritto a ripetere gratis il corso.
Come si può ragionare così? È il vecchio trucco del “soddisfatti o rimborsati”, il commerciante è disposto a un rimborso (qui nemmeno a quello perché la ripetizione del corso può generargli al massimo un fastidio), tanto sa che molti, comunque disillusi, non lo chiederanno. Se mi sono convinto che il photoreading sia una bufala il corso che lo ripeto a fare? Per perdere tempo?