Il piercing (dall’inglese to pierce, perforare) è una pratica ornamentale abbastanza diffusa, in particolar modo fra i più giovani, che consiste nel perforare alcuni tessuti superficiali del corpo al fine di fissarvi oggetti in metallo che in alcuni casi sono ornati con pietre preziose o altri materiali. Generalmente si ricorre a un ago cavo nel quale l’operatore inserisce il gioiello o l’orecchino; fanno eccezioni i buchi praticati nei lobi delle orecchi per effettuare i quali si utilizza di norma una pistola usa e getta che piazza l’orecchino nel lobo.
Non tutti possono decidere autonomamente per un intervento del genere; infatti, se il soggetto che lo richiede ha un’età inferiore ai 18 anni è richiesto il consenso di chi esercita la patria potestà, fatta esclusione per il piercing al lobo dell’orecchio richiesto da minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni.
Le zone del corpo interessate sono le più svariate, si va dal lobo dell’orecchio alle narici e al setto nasale, da labbra e lingua a capezzoli, ombelico e organi genitali ecc.
Anche le motivazioni che spingono a effettuare un piercing sono le più svariate; si va dalla pratica religiosa al semplice desiderio di “essere alla moda”.
Piercing moderno
Il piercing non è una pratica di recente invenzione; sembra infatti che fosse praticato fin dai tempi più antichi, in particolar modo nelle culture tribali dove probabilmente le varie perforazioni e pitture servivano a distinguere i ruoli che le persone ricoprivano all’interno del proprio gruppo.
Il piercing moderno sembra avere tutt’altre motivazioni; la sua rinascita è attribuita ad alcuni personaggi della cosiddetta “cultura underground”, in particolar modo a Richard Simonton (1915-1979), forse più noto come Doug Malloy (pseudonimo che adottò per cercare di mantenere il più possibile l’anonimato) considerato da molti il vero pioniere della nuova vita del body piercing.
Simonton era legato a diversi personaggi (che oggi definiremmo probabilmente come “alternativi”) come Alan Oversby e Jim Ward con i quali riuscì a suscitare un notevole interesse per le pratiche del tatuaggio e del piercing. Notevole successo incontrò il libro di Simonton intitolato Body and Genital Piercing in Brief.
Nei Paesi occidentali il piercing si è diffuso inizialmente in quelle comunità dove era usuale ricorrere alla pratica del tatuaggio; era (ed) è piuttosto comune osservare persone con tatuaggi piuttosto evidenti che hanno effettuato anche uno o più piercing.
Una delle prime comunità ad adottare la pratica di piercing di lobi e narici è stata quella hippy nel corso degli anni ’60 e ’70 del XX secolo; la pratica è poi diventata usuale anche nelle comunità punk e dark. Con il passare del tempo tale pratica è diventata sempre più “estrema” e si è passati dai piercing leggeri a lobi e narici a quelli decisamente più “pesanti” come quelli di capezzoli e genitali. Negli ultimi vent’anni la pratica è diventata sempre più comune e non sono più ristrette comunità a praticarlo, ma anche moltissimi giovani e personaggi pubblici, soprattutto del mondo dello spettacolo.
Attualmente i piercing più comuni sono quelli di lobi, sopracciglio, narici, labbra, lingua e ombelico. Più rari quelli a capezzoli od organi genitali.
A seconda della zona del corpo interessata si hanno varie tipologie di piercing; ognuna di esse viene identificata con un termine ben preciso. La terminologia è generalmente inglese in quanto, come abbiamo visto, il piercing moderno è originario delle scene underground statunitense e inglese.
Per quanto riguarda il viso i piercing più comuni sono l’eyebrow e l’anti-eyebrow piercing; il primo è il piercing del sopracciglio, mentre il secondo è applicato accanto all’occhio tra guancia e sopracciglio.
Per quanto riguarda il naso si hanno bridge, nostril e septum piercing. Il primo è effettuato tra gli occhi sopra il setto nasale, il secondo forando la narice e applicando un anello o una barretta, mentre l’ultimo forando il setto alla base del naso e applicando, anche in questo caso, un anello o una barretta.
Per bocca e guancia vi sono molte possibilità di scelta: cheek piercing (applicato forando la guancia), Monroe (o Madonna) piercing (effettuato a destra o a sinistra del labbro superiore), angel bites piercing (doppio piercing al labbro superiore, uno a destra e l’altro a sinistra), central labret piercing (al centro del labbro inferiore), labret piercing (a destra o a sinistra del labbro inferiore), snake bite piercing (doppio piercing al labbro inferiore, uno a destra e l’altro a sinistra), medusa piercing (al centro del labbro superiore, a livello dell’incavatura labiale) e vertical labret piercing (passa verticalmente per il labbro inferiore).
Per quanto riguarda la lingua abbiamo il frowny piercing (noto anche come anti-smiley piercing) che quello fatto al frenulo anteriore; vi sono poi il lower fraenum piercing, o smiley piercing (fatto al frenulo superiore) e il tongue piercing (quello fatto sulla lingua).
Anche per l’orecchio esistono varie tipologie di piercing; citiamo, per esempio, lobo, tragus, conch, helix e industrial piercing.
I piercing al capezzolo vengono tutti detti nipple piercing; in alcuni casi i piercing ai due capezzoli vengono uniti da una catenella che viene detta nipple chain.
Fra i piercing più diffusi vi è poi quello all’ombelico, il navel piercing. Numerosissimi infine i tipi di piercing agli organi genitali.
Per dovere di cronaca si citano poi i surface piercing, ovvero quelli praticati sulla superficie cutanea.

Piercing alle orecchie e al labbro
Piercing – Rischi
Vale sicuramente la pena spendere qualche parola sulla questione salutistica. Sicuramente, da questo punto di vista, il piercing, con l’amore per il proprio corpo, ha poco a che fare. Appare a tutti ovvio che per effettuare un piercing è necessario lesionare la pelle rendendola, per un certo lasso di tempo più sensibile; è chiaro che, a questo punto, il contatto con gli ornamenti metallici può essere, nel migliore dei casi fonte di fastidio e prurito, ma anche, se le cose non vanno per il verso giusto, di allergie o infezioni.
Il rischio di contrarre infezioni aumenta poi, e molto, se il soggetto si rivolge a strutture non organizzate per questo tipo di pratica; chi proprio vuole farsi un piercing perlomeno dovrebbe recarsi presso strutture certificate e pretendere il rispetto di tutte le norme igieniche atte a prevenire eventuali problemi di salute (che peraltro possono essere di non poco conto visto che se non vengono rispettate scrupolosamente tutte le norme igieniche c’è la possibilità di contrarre malattie decisamente pericolose come epatiti, tetano o HIV).
Per quanto riguarda i metalli è sicuramente consigliabile orientarsi su quelli meno a rischio allergia; uno di quelli più pericolosi da questo punto di vista è il nichel; l’oro e l’argento generalmente non danno problemi, ma si deve tener conto che nell’oggettistica a bassa caratura negli ornamenti di oro e argento sono presenti tracce di nichel.
Anche le zone dove si decide di farsi fare un piercing non sono tutte uguali relativamente al rischio di infezioni o allergia; quelle più problematiche sono sicuramente le mucose, la lingua i genitali e l’ombelico. Un piercing alle mucose è sicuramente una scelta da sconsigliare in senso assoluto; ma anche la lingua, sicuramente, considerando il fatto che è spesso a contatto con il cibo ed è quasi sempre in movimento, non è sicuramente una scelta opportuna; oltre al rischio infezioni c’è la possibilità di provocare scheggiature o addirittura rotture ai denti e danni gengivali. Altri rischi sono formazione di cicatrici o cheloidi, ma anche ferite o traumi nel caso che i gioielli si impiglino.

Le infezioni batteriche sono le complicazioni più comuni legate al piercing
Un giudizio critico
Ricordiamo che il più semplice esempio di piercing è il classico orecchino; da tempo ormai al classico foro nell’orecchio si può sostituire l’impiego di clip, mostrando la prevalenza del gioiello su ogni altra considerazione. Analogamente un piercing può essere molto “apparente” quando è molto costoso.
L’insicurezza legata alla pratica scatta quando il soggetto vuole essere “diverso”; non riuscendo ad affermare completamente la propria personalità, la “dota” di un plus aggiuntivo, sperando che questo innalzi il suo valore esistenziale. Negli altri casi per il piercing valgono le stesse considerazioni fatte per il tatuaggio.