La placca dentale (nota anche come placca dentaria, placca batterica, placca mucobatterica, patina dentaria o, più semplicemente, solo come placca) è un aggregato composto da germi (90% circa), residui alimentari e vari sali minerali che aderisce fortemente alla superficie dentale. Si presenta come una patina opalescente diversa da persona a persona in base al contenuto enzimatico della saliva.
La placca dentale può depositarsi in ogni punto della superficie dei denti, ma ha la tendenza ad attecchire più tenacemente negli spazi tra dente e dente, in prossimità di gengive e colletto dentale (la zona di confine tra lo smalto e il cemento radicolare) e nei punti in cui sono presenti irregolarità dello smalto. Una volta eliminata, la placca dentale si riforma nel giro di poche ore.
La formazione della placca dentale
La formazione della placca dentale è un processo che consta di varie fasi e la cui durata è diversa da persona a persona.
Subito dopo le manovre di igiene dentale si assiste alla formazione di un biofilm noto come pellicola acquisita; si tratta di un aggregato di glicoproteine e anticorpi che inizia ad accumularsi alla superficie dei denti (fase 1); la pellicola acquisita favorisce l’aderenza dei microrganismi; questi, a loro volta, si uniscono tramite polimeri extracellulari e le fimbrie, gli organi di organi di ancoraggio dei batteri, (fase 2); nel corso della terza fase si assiste a un aumento del volume della massa batterica (fase 3); microresidui di alimenti e altri batteri continuano ad aderire alla pellicola già formatasi (fase 4) fino a che non si giunge alla formazione di una pellicola piuttosto spessa e complessa; a questo punto vengono anche modificarsi gli scambi gassosi e nutritivi e viene a determinarsi una condizione di anaerobiosi negli strati situati maggiormente in profondità. Altri microrganismi che aderiscono allo strato già formato si adattano alle condizioni di anaerobiosi e producono acidi organici che attaccano lo smalto dentale che perde in compattezza e resistenza perdendo efficacia nel proteggere dentina e polpa; questo processo alla lunga porta alla formazione di carie.
Dalla placca al tartaro
Se la placca dentale non viene adeguatamente eliminata attraverso le manovre di igiene orale, si calcificherà dando luogo alla formazione di depositi di tartaro. I tempi di formazione di quest’ultimo variano molto da persona a persona; in alcune persone il tartaro si manifesta dopo pochi giorni, mentre in altre il processo richiede maggior tempo. Questa variabilità è legata al pH e alla composizione della saliva. Per ulteriori approfondimenti sull’argomento rimandiamo all’articolo specifico: Tartaro.
Come rimuovere la placca dentale
La rimozione della placca dentale è uno dei punti cardine di una corretta igiene dentale; infatti, se la placca batterica non viene adeguatamente rimossa, alla lunga la salute dei nostri denti rischia di essere compromessa più o meno seriamente (carie, processi infiammatori a carico della gengiva, tartaro ecc.). È quindi necessario mettere in atto tutte quelle misure idonee a minimizzare il problema; l’utilizzo di spazzolino e dentifricio è altamente raccomandato dopo ogni pasto principale, in particolar modo dopo cena, dal momento che nelle ore del riposo notturno l’azione dei batteri incontra meno ostacoli. Andranno poi utilizzati, con le corrette modalità, altri importanti strumenti come filo interdentale, collutorio e scovolino.
È altresì consigliata una periodica visita dentistica per verificare lo stato di salute dei propri denti.
Da leggere: Prevenzione dentale.