La propoli (o anche “il propoli”, al maschile); è una sostanza resinosa, poco solubile in acqua, prodotta da diverse piante (betulla, ciliegio, larice, pino, pioppo, olmo ecc.) e impiegata dalle api per la costruzione dell’alveare.
La propoli ha una composizione la cui schematizzazione non è particolarmente agevole perché la distribuzione delle sostanze che la compongono varia a seconda delle stagioni e del luogo di provenienza. La variabilità della sua composizione influenza decisamente le sue caratteristiche fisiche; il colore per esempio può andare dal giallo-verdastro (se la provenienza sono i pini) al rossastro (se la provenienza sono i pioppi) fino ad arrivare a tonalità decisamente scure (se la provenienza sono le betulle) senza tener conto delle sfumature intermedie che passano fra un colore e l’altro; anche il sapore e l’odore variano decisamente a seconda del tipo di resine presenti.
A seconda della temperatura si ha inoltre una variazione della sua consistenza; la sostanza, infatti, è dura e friabile alle basse temperature, ma diventa molto duttile e malleabile via via che la temperatura si avvicina ai 30 °C; superata questa temperatura, la propoli si fa viscosa e appiccicosa; fonde alla temperatura di 70 °C circa.
Pur tenendo conto della variabilità cui accennavamo poco sopra, possiamo schematizzare così la composizione della sostanza:
- 50-55% di resine e balsami
- 25-35% di cera
- 5-10% di sostanze volatili
- 5% di polline
- 5% circa di materiali organici (flavonoidi, minerali, vitamine ecc.).
Propoli: proprietà e benefici
La propoli è ampiamente utilizzata dalla medicina orientale tradizionale come agente antinfiammatorio, anticancerogeno e immunomodulante.
I principi attivi principali di questa sostanza sono flavonoidi e derivati fenolici che, come abbiamo visto, ne costituiscono circa il 5% del peso totale. I flavonoidi (anche bioflavonoidi) sono una classe di composti chimici molto numerosa la cui funzione nelle piante non è perfettamente conosciuta, ma si ipotizza che svolgano funzioni di protezione e di stimolo di funzioni di tipo metabolico.
L’uso della propoli ha origini antichissime; nell’antico Egitto veniva usata nel processo di mummificazione dei faraoni e i medici la utilizzavano per curare le infezioni cutanee, per accelerare la cicatrizzazione delle ferite e come disinfettante.
I sostenitori delle cosiddette medicine naturali definiscono la propoli come “antibiotico naturale” e, in quanto tale, la consigliano per la cura, ma anche per la prevenzione di diversi tipi di patologie.
Generalmente se ne esaltano le (presunte) proprietà batteriostatiche, battericide, antimicotiche e immunostimolanti. Ovviamente chi propugna l’uso della propoli parla di “impiego a idonee concentrazioni”; difficilmente però si trovano indicazioni precise relative a queste “idonee concentrazioni”.
La propoli viene spesso consigliata nel trattamento dei cosiddetti malanni di stagione nonché nella cura delle affezioni del cavo orale. Viene inoltre frequentemente raccomandata per il trattamento della fragilità capillare e anche come sostanza antimicotica. Viene commercializzata sotto diverse forme (pomate, unguenti, compresse, estratti diluiti in alcol ecc.).
Alla propoli sono attribuite notevoli proprietà terapeutiche, sfortunatamente spesso inesistenti, tant’è che molti amanti di questa particolare sostanza resinosa ogni anno si fanno la loro bronchite o la loro influenza. Il motivo è che la propoli mostra sì virtù antibatteriche (e non assolute), ma non antivirali (per quanto alcuni la raccomandino come rimedio per gli herpesvirus). Per quanto riguarda la presunta capacità antitumorale non importa spendere troppe parole: evidenze scientifiche al riguardo non ce ne sono.
Propoli: controindicazioni
l’efficacia di questo rimedio è comunque sicuramente inferiore a quella dei farmaci tradizionali. La si usa proprio perché è naturale. Peccato (ed è questo che tutti non sanno) che sia spesso responsabile di manifestazioni di tipo allergico quali riniti, dermatiti, congiuntiviti ecc. tant’è che originariamente era da molti considerata inutile, anzi dannosa.