Una corretta pulizia delle orecchie è il miglior modo di abbassare drasticamente i rischi di un’otite (un processo infiammatorio piuttosto fastidioso e talvolta insidioso provocato da germi patogeni come virus o batteri), di una stenosi del canale uditivo esterno o di formazione di un tappo di cerume (espressione con cui si fa riferimento a un eccessivo accumulo di cerume nel condotto uditivo). Va da sé che, pur essendo necessaria, la pulizia delle orecchie deve essere effettuata in modo adeguato e delicato perché le orecchie sono organi piuttosto fragili e manovre scorrette potrebbero essere fonte di fastidiosi problemi.
Nessuno è esentato da una periodica pulizia delle orecchie, ma alcune categorie di persone devono porre particolare attenzione all’igiene di questi delicati organi sensoriali; ci riferiamo soprattutto ai portatori di apparecchi acustici, ai nuotatori e a coloro che, per ragioni professionali, indossano i tappi (o altri accessori protettivi) per le orecchie (il tipico esempio è quello degli addetti ai lavori stradali che devono utilizzare i martelli pneumatici). Nei portatori di protesi acustiche e in chi porta i tappi per le orecchie, infatti, è molto comune il ristagno di cerume, mentre nei nuotatori il problema è leggermente diverso ed è legato all’acqua che penetra nel condotto uditivo e gonfia i granuli di cerume ivi presenti (ricordiamo che il cerume è una sostanza notevolmente igroscopica).
Devono poi prestare particolare attenzione alla pulizia delle orecchie coloro che sono interessati da condizioni caratterizzate da una riduzione del calibro del condotto uditivo (esostosi, osteoma, malformazioni o altre patologie) che provocano un arresto del fisiologico movimento del cerume dall’interno verso l’esterno.
È fondamentale però capire che per pulizia delle orecchie non si deve intendere una totale rimozione del cerume, una sostanza che, ricordiamolo, oltre a mantenere umida e morbida la superficie del condotto uditivo esterno, svolge azioni antibatterica e antifungina e infine, grazie al suo elevato contenuto lipidico, previene la macerazione della cute dovuta all’umidità.

I cotton fioc dovrebbero essere usati esclusivamente per la pulizia della parte esterna dell’orecchio
Pulizia delle orecchie: come farla?
Una corretta pulizia si pone obiettivo principale la rimozione del cerume in eccesso; esistono diverse tecniche che possono favorire un’idonea igiene delle orecchie; fra queste si ricordano:
- aspirazione del cerume
- coni di cera
- curettage
- gocce emollienti e lubrificanti
- irrigazione.
I più attenti avranno notato che non sono presenti nell’elenco riportato i bastoncini di cotone, altresì noti come cotton fioc; non si tratta di un errore e nemmeno di una dimenticanza, anche se molti ritengono che per tenere il canale auricolare libero da cerume sia necessario utilizzarli. Niente di più sbagliato. Facendo così si rischia di spingere il cerume all’interno e di compattarlo ancora di più. Se poi si utilizza la procedura con i bambini si rischia anche di danneggiare la loro membrana timpanica. I bastoncini di cotone vanno bene per pulire l’ombelico.
Passiamo ora in rassegna i metodi citati precedentemente per la pulizia delle orecchie.
Aspirazione del cerume – Si tratta di una manovra che deve essere effettuata da personale esperto. Di norma si ricorre a questa tecnica in quei casi in cui, per un motivo o per l’altro, non si può effettuare la pulizia con l’irrigazione. La tecnica si avvale di un congegno d’aspirazione dotato di una cannula che viene inserita nell’orecchio.
Coni di cera – Sono una tecnica di frequente utilizzo in ambito domestico, ma molti medici sconsigliano il loro utilizzo. Si tratta di coni di tela cerata che rimuovono gli eccessi di cerume sfruttando l’effetto camino dopo che sono stati accesi a mo’ di candele (alcuni li chiamano proprio così). Si tratta di coni lunghi circa 20 cm con un’estremità più stretta (che va inserita nella conca del padiglione auricolare una volta che il soggetto ha inclinato lateralmente la testa) e con un’estremità più larga che va accesa a mo’ di candela. Il calore emanato dalla combustione scioglie il cerume e origina una depressione interna all’orecchio; il cerume viene quindi aspirato verso l’esterno. All’estremità più stretta è collegato un piattino che serve a proteggere la cute dall’eventuale caduta di cera calda.
Il metodo non è esente da rischi; se non utilizzato correttamente si potrebbe avere l’effetto opposto a quello desiderato ovvero residui di cera che si depositano all’interno del canale auricolare. Si devono poi ricordare i rischi di bruciature della pelle e dei capelli.
Curettage – Si tratta di una procedura che si avvale di una “curetta”, un apposito strumento ricurvo con il quale l’otorinolaringoiatra rimuove i tappi di cerume.
Gocce emollienti e lubrificanti – Più tecnicamente si definiscono ceruminolitici. Si tratta di gocce che devono essere instillate nella conca del padiglione auricolare e che hanno la capacità di “sciogliere” il cerume compattato così da facilitarne la fuoriuscita; ne esistono di diversi tipi; alcuni sono a base di oli naturali associati a sostanze disinfettanti, mentre altri sono base di glicerina, perossido di carbamide, urea ecc. Solitamente viene consigliato un trattamento di 3-7 giorni con l’applicazione di alcune gocce un paio di volte al giorno.
Talvolta le gocce emollienti sono utilizzate come trattamento preliminare ad altri metodi di pulizia delle orecchie o come trattamento preventivo; in quest’ultimo caso vengono consigliate applicazioni settimanali.
Irrigazione – Una volta che il cerume è stato ammorbidito con sostanze ceruminolitiche si può passare al lavaggio con siringa. La metodica si avvale di una siringa senza ago riempita con acqua tiepida (circa 37 °C); l’ugello della siringa viene direzionato verso il canale auricolare dopodiché si spruzza l’acqua; la testa deve essere mantenuta inclinata; lo spruzzo provoca la fuoriuscita del cerume in eccesso. L’irrigazione è una metodica sicura, ma è controindicata in caso di otite o di perforazione del timpano. L’operazione deve essere interrotta qualora il soggetto lamenti dolore intenso, nausea o vertigini.