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Schiena e lattice

Perché un articolo su schiena e lattice? Presto detto: sono molte le persone che lamentano mal di schiena e, oltre all’ovvio consiglio di indagare scientificamente il problema (spesso ci si limita a una radiografia, mentre esame preferenziale è la TAC), è fondamentale definire il materasso comunemente utilizzato. Il materasso su cui si riposa, infatti, può giocare un ruolo importante in molti mal di schiena di cui non si riesce a venire a capo. Del resto non è un caso che i dolori alla schiena toccano spesso il loro apice al mattino al risveglio.

Martellati dalla pubblicità e da notizie prive di fondamento (basta aggiungere il termine “ortopedico” e ogni materasso diventa “miracoloso”!), si sceglie a caso. In realtà un materasso dovrebbe:

  • essere rinnovato al massimo dopo 10 anni (supposto che la qualità iniziale sia ottima);
  • avere il giusto supporto (poche doghe in legno non possono garantire un sostegno adeguato);
  • essere del materiale giusto.

Attualmente il materiale più “sicuro” in termini di qualità è sicuramente il lattice. Rimandando all’articolo generale sui materassi per gli altri dettagli, qui ci limiteremo a fornire qualche informazione su detto materiale.

Il lattice

Il lattice (anche, ma più raramente, latice) è una sostanza che viene estratta da molte piante (Composite, Euforbiacee, Moracee, Papaveracee ecc.) e da alcuni funghi; la fonte principale però è l’Hevea Brasiliensis, pianta conosciuta anche come albero della gomma (o albero del caucciù).

La pianta era nota ai Maya che fabbricavano con il lattice le palle con cui giocavano a un gioco antenato del calcio. All’interno delle piante da cui il lattice viene ricavato, esso si trova in forma liquida e lo si può estrarre incidendo il tronco; a contatto con l’aria il liquido si altera e ha la tendenza a coagulare.

schiena e lattice

Estrazione del lattice da una pianta di Hevea Brasiliensis

Da un punto di vista chimico il lattice è un’emulsione alquanto complessa costituita da acqua (60% circa), gomma (35% circa), proteine ed enzimi (3% circa) nonché resine, idrocarburi, granuli di amido, alcaloidi e sali inorganici (2% circa). Le percentuali riportate variano a seconda della fonte da cui il lattice viene ricavato ovvero in base alle piante utilizzate per la sua estrazione.

Il lattice ha un aspetto gommoso e denso; il liquido, non appena viene estratto, è vischioso e appiccicaticcio; generalmente è di color bianco-latte, ma a seconda dei casi può tendere all’arancio, al giallastro o addirittura al rosso porpora.

La proprietà principale del lattice è la sua elasticità, unitamente alla sua resistenza alla deformazione. Grazie alla sua specifica struttura molecolare, il lattice può allungarsi moltissimo, senza raggiungere la soglia di rottura e senza subire alcuna alterazione di forma e delle proprietà iniziali. Sono proprio queste caratteristiche che lo rendono il componente ideale nella produzione dei materassi. Infatti, grazie alla sua capacità di “deformarsi”, recuperando però velocemente la dimensione originale, è in grado di garantire alla spina dorsale la posizione più corretta durante il riposo, adattandosi perfettamente alle linee del corpo e sostenendolo in modo ottimale in ogni sua parte.

L’elasticità e la capacità di modellarsi al corpo fanno sì che la superficie di contatto sia ottimale, favorendo il totale rilassamento della muscolatura e una migliore e regolare circolazione sanguigna.

Ma se l’elasticità è la caratteristica principale del lattice, vi sono altri pregi, non meno importanti:

  • è ipoallergenico, in quanto non permette il proliferare di muffe, batteri ed acari;
  • è un materiale altamente traspirante, grazie alla sua particolare struttura cellulare a “microcelle aperte” e alla lavorazione a cui viene sottoposto, che crea una fitta rete di canali d’areazione.

Allergia al lattice – Come abbiamo evidenziato poco sopra, il lattice è considerato un materiale ipoallergenico e sono moltissimi i prodotti che lo contengono. Purtuttavia, non sono poi così rari i casi di allergia a questa sostanza. Fra le categorie più a rischio vi sono i medici e i lavoratori dell’industria della gomma. Altri soggetti a rischio sono i soggetti che hanno subito diversi interventi chirurgici (in particolar modo negli anni della loro infanzia), coloro che soffrono di spina bifida e chi soffre di allergie alimentari.

Le reazioni allergiche al lattice (legate alla presenza di eveine, proteine facenti parte della composizione di tale sostanza) possono essere più o meno pesanti; i sintomi generalmente segnalati sono prurito, lacrimazione, starnuti, orticaria, rossore agli occhi, sensazione di costrizione toracica e fiato corto. I sintomi fanno generalmente la loro comparsa nel giro di 12-36 ore dal contatto con il lattice.

Schiuma di lattice – Schiuma di lattice è una dizione utilizzata soprattutto in ambito tecnico; nel caso della produzione di materassi in lattice (dizione impropria, ma comunemente utilizzata), il composto primario è appunto la schiuma di lattice ovvero una miscela di lattice e aria. Peraltro i regolamenti della Comunità Europea, per indicare i materassi in lattice, fanno proprio riferimento alla schiuma di lattice. Le due terminologie (lattice e schiuma di lattice) vengono quindi usate indifferentemente.

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