La visita oculistica è un atto medico costituito da tutta una serie di test effettuati dal medico oculista (anche oftalmologo o, molto raramente oftalmoiatra) con i quali ci si pongono diversi scopi, ovvero prevenire oppure diagnosticare e successivamente trattare, le patologie che interessano l’apparato visivo. La visita oculistica è quindi qualcosa di più di un semplice controllo dell’acuita visiva.
Una visita oculistica può essere di primo livello (la prima visita o una visita di controllo) oppure di secondo livello (e come tale è nota anche come visita superspecialistica; con queste ci si pone come scopo primario quello di trattare una determinata patologia oculare sospettata o identificata in precedenza).
Escludendo casi particolarmente complessi o delicati, la durata media di una visita oculistica oscilla tra i 20 e i 30 minuti circa; nel caso di prima visita la durata potrebbe essere superiore perché l’oculista redige solitamente una scheda nella quale vengono riportate tutte le informazioni necessarie a inquadrare il caso del paziente e che sarà di notevole utilità nel corso delle visite successive.
L’importanza della visita oculistica
A prescindere dal fatto che si avvertano o no sintomi che potrebbero essere collegati a un problema visivo, è opportuno, a intervalli periodici, sottoporsi a una visita oculistica; molte malattie degli occhi, infatti, sono asintomatiche (oppure danno segno di sé quando già si trovano a uno stadio avanzato) e un controllo periodico della vista è il miglior modo di intervenire precocemente.
Visita oculistica per i bambini
Molti genitori si chiedono quale sia il momento giusto per portare il proprio figlio da un oculista; di norma, fatti salvi casi particolari che possono richiedere tempestivi interventi, si suggerisce di effettuare una visita oculistica prima che il piccolo abbia compiuto i 3 anni e comunque prima del suo eventuale ingresso alla scuola materna; un altro controllo dovrebbe essere poi effettuato prima che il bambino inizi a frequentare la scuola elementare, ovvero intorno ai 6 anni di età. Successivamente, se non si riscontrano particolari problematiche (talvolta sono gli insegnanti a rendersi conto che il bambino accusa disturbi visivi) si dovrebbero programmare visite oculistiche a cadenza biennale fino ai 16 anni di età. Il periodo che va dai 6 ai 16 anni, infatti, è fondamentale per quanto riguarda lo sviluppo degli occhi e i check-up visivi periodici rivestono un’importanza non trascurabile per la precoce individuazione di problematiche visive.
Visita oculistica per gli adulti
Nei soggetti adulti (coloro che hanno superato i 16 anni) dovrebbero, nel caso non si riscontrino particolari problemi, effettuare una visita oculistica di controllo ogni 5 anni; questo fino a quando non si raggiungono i 40 anni. Nel periodo che va tra i 40 e i 50 anni è opportuno un controllo per evidenziare eventuali problemi di presbiopia, un disturbo visivo causato dalla fisiologica diminuzione della capacità di mettere a fuoco gli oggetti che si trovano a breve distanza (il sintomo più comune è la difficoltà nella lettura da vicino); in moltissimi casi, nei soggetti che non accusano disturbi visivi, la presbiopia fa la sua comparsa attorno ai 45 anni di età.
Un controllo oculistico per evidenziare l’eventuale presenza di glaucoma è fortemente consigliato una volta oltrepassati i 50 anni; superati i 60 anni, è consigliabile effettuare una visita oculistica ogni due anni circa.
Nei soggetti adulti riveste una notevole importanza anche lo stile di vita; alcune patologie, che nella gran parte dei casi sono legati a uno stile di vita non propriamente salutistico (per esempio il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa), possono avere ripercussioni anche molto serie per la salute dell’apparato visivo (si pensi per esempio alla temibile retinopatia diabetica, la più frequente complicanza oculare del diabete mellito).

Macchinario digitale per visita oculistica
Visita oculistica di controllo – Schema riassuntivo
Di seguito lo schema riassuntivo delle visite oculistiche di controllo in base al paragrafo precedente.
- Una visita prima del compimento dei 3 anni.
- Un’ulteriore visita nel periodo che va dai 3 ai 6 anni.
- Dai 6 ai 16 anni di età: visita oculistica biennale.
- Dai 17 ai 40 anni: visite di controllo ogni 5 anni.
- Dai 41 ai 50 anni: una visita di controllo per verificare eventuali problemi di presbiopia.
- Negli over 50 è consigliata una visita per verificare l’eventuale presenza di glaucoma.
- Negli over 60 sono consigliate visite oculistiche biennali.
Come si svolge una visita oculistica
Nel corso di una visita oculistica vengono effettuati diversi tipi di test (preceduti ovviamente da un’accurata anamnesi, ovvero dalla raccolta di informazioni di carattere generale e particolare).
In seguito il medico effettua solitamente l’esame obiettivo, analizzando l’allineamento e la motilità oculare, la condizione delle palpebre e la loro motilità (idem per quanto riguarda le pupille) e l’eventuale presenza di alterazioni macroscopicamente visibili che potrebbero essere dovute ad alcune malattie orbitarie o a patologie interessanti l’apparato lacrimale.
Immancabili, nel corso di una visita oculistica sono l’esame alla lampada a fessura (noto anche come biomicroscopia) e l’autorefrattometria. La lampada a fessura è un sofisticato strumento, comprendente un sistema di ingrandimento, che serve a osservare nel dettaglio i tessuti oculari. Grazie alla biomicroscopia si verificano le condizioni delle palpebre, della congiuntiva, della sclera, della cornea, dell’iride e del cristallino, nonché del corpo vitreo, della retina e della testa del nervo ottico.
L’autorefrattometria è un sistema diagnostico computerizzato che è in grado di determinare oggettivamente il difetto refrattivo degli occhi. Grazie all’autorefrattometro, l’oculista si fa un’idea piuttosto precisa del livello di tale difetto (ricordiamo che i difetti refrattivi sono l’astigmatismo, l’ipermetropia e la miopia); la conferma definitiva dell’esatta entità del difetto rifrattivo si ottiene soltanto tramite una verifica al tabellone luminoso (noto come ottotipo) perché nei soggetti con un sistema accomodativo particolarmente sviluppato si possono verificare alcuni errori.
Indispensabile ovviamente anche l’esame dell’acuità visiva, l’esame della vista vero e proprio; con questo test si misura la capacità del soggetto nel mettere a fuoco gli oggetti; prima si verifica l’acuità visiva naturale dopodiché si effettuano le varie correzioni con le lenti per stabilire quella migliore in modo da dare le giuste indicazioni all’ottico per il confezionamento delle lenti a contatto o degli occhiali da vista.
Altri esami importanti, generalmente eseguiti nel corso di una visita oculistica, sono poi la tonometria e l’esame del fondo oculare (anche esame del fondus oculi). Il primo è un test effettuato con vari strumenti, i tonometri, che generalmente (fatta eccezione per il tonometro a soffio) richiedono l’anestesia della superficie dell’occhio; serve a misurare la pressione oculare. Il secondo invece è un test che permette di verificare le condizioni della retina e del nervo ottico rivelando l’eventuale presenza di malattie oculari primarie o di manifestazioni oculari secondarie a patologie sistemiche quali, per esempio, il diabete mellito (si pensi, per esempio, alla retinopatia diabetica). In alcuni casi, ma non sempre, l’esame del fondo oculare richiede una preventiva dilatazione delle pupille che viene fatta attraverso l’instillazione di apposito colliro.
Se l’oculista lo ritiene opportuno potrà effettuare o richiedere l’esecuzione di una topografia corneale, un esame fondamentale per lo studio degli astigmatismi molto elevati e irregolari e nella diagnosi di varie patologie corneali (per esempio il cheratocono).
Una volta che l’oculista ha effettuato tutti i test diagnostici che ritiene opportuno potrà formulare la diagnosi e predisporre un’adeguata terapia (che può essere farmacologica oppure chirurgica) oppure, nel caso permangano dubbi diagnostici, consigliare ulteriori approfondimenti.
Qualora l’oculista abbia riscontrato vizi refrattivi o disturbi dell’accomodazione (presbiopia), prescriverà l’adeguata correzione ottica per la quale il paziente dovrà rivolgersi al proprio ottico di fiducia.