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Alfafetoproteina

L’alfafetoproteina (spesso abbreviata con la sigla AFP) è una glicoproteina (4% circa di carboidrati) secreta soprattutto dal fegato del feto e dal sacco vitellino (una formazione anatomica situata nella parte ventrale dell’embrione) nel corso della vita intrauterina. L’alfafetoproteina presente nel sangue tende a scomparire nel corso dei primi due anni di vita arrivando, nel soggetto adulto sano, a livelli inferiori ai 10 ng/mL.

Il dosaggio dell’alfafetoproteina può essere fatto attraverso il sangue della madre e riveste una certa utilità nel caso si voglia monitorare la presenza di malformazioni a carico del sistema nervoso centrale e della spina dorsale del feto. Talvolta i risultati rilevati nel sangue materno danno adito a qualche incertezza, in questi casi si procede al dosaggio della glicoproteina direttamente nel liquido amniotico.

Il test, al di fuori del periodo di gravidanza, serve anche per la valutazione dell’evoluzione di alcune patologie tumori e sull’efficacia dei trattamenti che si sono messi in atto (fa parte della vasta categoria dei cosiddetti marcatori tumorali); non ha quindi finalità diagnostiche.

Il dosaggio dell’alfafetoproteina viene effettuato tramite il prelievo di sangue dalla vena di un braccio. Va precisato che la falsa negatività e la falsa positività di questo test non sono eventi infrequenti.

Alfafetoproteina – Il tri-test e il quadruplo test

Il dosaggio dell’alfafetoproteina è uno dei test previsti da due metodiche di screening prenatale, il tri-test (AFP, estriolo non coniugato e gonadotropina corionica umana) e il quadruplo test (AFP, estriolo non coniugato, gonadotropina corionica umana e inibina).

A cosa serve il dosaggio dell’AFP

Se l’aumento dei livelli di alfafetoproteina è da considerarsi fisiologico in gravidanza (raggiunge il picco verso la tredicesima settimana di gestazione), valori elevati nei bambini o negli adulti possono essere spia della presenza di una patologia tumorale, in primis l’epatocarcinoma  (il più importante tumore maligno del fegato), il tumore al testicolo o il tumore all’ovaio; l’alfafetoproteina è quindi, fra le altre cose, un marker tumorale che, sebbene non particolarmente specifico (non viene impiegato per la diagnosi precoce e nelle procedure di screening, dal momento che la sua negatività non consente di escludere la presenza del tumore), può essere però utile come supporto diagnostico, ma soprattutto nella monitorizzazione dell’attività tumorale dopo le terapie. Va ricordato che non i tutti i tipi di tumore si registra un innalzamento di questo marker tumorale.

Il dosaggio dell’alfafetoproteina viene spesso richiesto anche quando si vuole avere un’idea dell’andamento di alcune patologie del fegato ad andamento cronico quali l’epatite B, l’epatite C e la cirrosi epatica; va ricordato, a tale proposito, che la produzione dell’alfafetoproteina avviene ogni qualvolta le cellule epatiche vengono rigenerate ed è per questo motivo che, nei soggetti affetti da queste patologie, i livelli di AFP sono generalmente e costantemente piuttosto elevati.

Alfafetoproteina – Valori normali

I valori di AFP nell’adulto sano sono normalmente inferiori a 10 ng/mL.

I valori di AFP in gravidanza sono <50 ng/mL nel primo trimestre, <250 ng/mL nel secondo trimestre e <450 ng/mL nel terzo trimestre.

Quando si riscontrano valori di alfafetoproteina che superano i 500 ng/mL è molto probabile la presenza di carcinoma epatocellulare (HCC, epatocarcinoma); è molto raro, infatti, il riscontro di valori così alti di AFP nel corso di altre malattie, fatti salvi i casi di tumori al testicolo, tumori all’ovaio o tumori con metastasi al fegato. Dopo i trattamenti effettuati per questi tipi di tumore, il dosaggio dell’alfafetoproteina viene richiesto per monitorare l’andamento della malattia e/o per individuare un’eventuale recidiva.

Alfafetoproteina alta – Cause

Le cause di alfafetoproteina alta sono diverse; di seguito riportiamo le principali:

  • cirrosi epatica
  • epatite alcolica
  • epatite B
  • epatite C
  • epatoblastoma (un tumore al fegato tipico dell’età pediatrica)
  • epatocarcinoma (carcinoma epatocellulare)
  • malformazioni del feto (per esempio, la spina bifida)
  • tumori gastrici con metastasi al fegato
  • tumori pancreatici (pancreatoblastoma e tumori papillari solido-cistici)
  • atassia teleangectasia
  • tirosinemia ereditaria.

Altre possibili cause di un innalzamento dei valori di AFP sono i linfomi e le malattie croniche polmonari.

Valori fuori norma di alfafetoproteina possono essere causati anche da un intenso esercizio fisico e dall’assunzione di contraccettivi orali.

Valori particolarmente elevati (>500 ng/mL) si riscontrano spesso nel caso di epatocarcinoma.

Alfafetoproteina alta nel liquido amniotico

Come accennato nella prima parte dell’articolo, il dosaggio dell’alfafetoproteina può essere effettuato anche nel liquido amniotico nel quale le concentrazioni di tale glicoproteina sono relativamente basse e raggiungono il picco nel periodo compreso fra la 12esima e la 16esima settimana di gravidanza per poi iniziare a diminuire. Un innalzamento, oltre i livelli di normalità, di alfafetoproteina nel liquido amniotico può indicare un difetto del tubo neurale (anencefalia, encefalocele, mielomeningocele e spina bifida). L’AFP può risultare alta anche nel caso di atresia esofagea, atresia duodenale, gravidanza gemellare, minaccia di aborto, morte fetale, onfalocele (un difetto anatomico congenito). Di seguito i valori di riferimento espressi in ng/mL:

  • 14ma settimana di gravidanza: 15.369 – 28.970
  • 15ma settimana di gravidanza: 10.966 – 27.827
  • 16ma settimana di gravidanza:   9.470 – 25.510
  • 17ma settimana di gravidanza:   8.372 – 20.627
  • 18ma settimana di gravidanza:   8.323 – 15.954.

Alfafetoproteina bassa – Cause

Sono poche le possibili cause di alfafetoproteina bassa rispetto ai valori attesi:

  • età gestazionale inferiore a quella presunta
  • aborto non ancora individuato.

Va inoltre ricordato che nel caso di feti portatori di sindrome di Down (trisomia 21) si registra un abbassamento dei valori di AFP e di estriolo non coniugato e un contemporaneo innalzamento dei livelli di hCG (gonadotropina corionica umana) e di inibina A.

alfafetoproteina

Valori elevati di alfafetoproteina nei bambini o negli adulti possono essere spia della presenza di una patologia tumorale, in primis l’epatocarcinoma

Alfafetoproteina – Come interpretare i risultati?

Un aumento dei valori di alfafetoproteina in un soggetto apparentemente sano richiede l’effettuazione di approfondimenti diagnostici perché può essere indice della presenza di un tumore (fegato, ovaio, testicolo in primis) o di un danno cronico al fegato (cirrosi epatica, epatiti ecc.).

Se il dosaggio dell’AFP viene effettuato per monitorare l’andamento di una terapia, la diminuzione dei valori può indicare che la malattia sta rispondendo bene al trattamento intrapreso; se, viceversa, i livelli di AFP non si riducono, è possibile che la terapia non stia dando i frutti sperati o che sia ancora presente del tessuto tumorale.

Nel caso in cui, dopo un trattamento e un ritorno ai valori normali, i livelli di alfafetoproteina ricomincino a salire, va presa in considerazione la possibilità di una recidiva tumorale.

Va infine precisato che non tutti i tumori che interessano il fegato, l’ovaio o il testicolo causano un drastico innalzamento dei valori di alfafetoproteina, ragion per cui, se la concentrazione di AFP non è molto elevata prima di iniziare la terapia, il dosaggio di tale glicoproteina non può essere preso come valido indicatore del funzionamento della cura o della ricomparsa di tessuto tumorale.

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