La bilirubina (dal latino bilis, bile, e ruber, rosso) è un composto chimico di color giallo-arancio derivante dall’emocateresi, ossia dalla distruzione dei globuli rossi (eritrociti) causata da una patologia o dal loro invecchiamento (ricordiamo che la vita media dei globuli rossi è di circa 120 giorni). Si tratta quindi, essenzialmente, di un prodotto di scarto del nostro organismo.
Quando il meccanismo dell’emocateresi non funziona correttamente si ha un aumento più o meno marcato dei livelli di bilirubinemia.
La bilirubina che non ha ancora raggiunto il fegato viene detta indiretta, mentre quella metabolizzata dal fegato è denominata diretta.
La bilirubina totale è la somma di queste due componenti.
La misurazione di questa sostanza è molto importante perché può darci delle indicazioni relative al corretto funzionamento del fegato; anomali livelli di bilirubina nel sangue possono per esempio aiutarci a rilevare la presenza di una patologia epatica o di un’anemia.
Misurazione della bilirubina
La misurazione della bilirubinemia viene effettuata attraverso un semplice esame del sangue che non richiede un digiuno particolarmente lungo (molti laboratori richiedono circa 4 ore di digiuno, altri non lo ritengono necessario). In alternativa il test può essere effettuato anche sulle urine.
L’esame può essere prescritto dal medico per svariati motivi; in molti casi viene inserito nella lista dei controlli routinari, insieme a emocromo, enzimi epatici ecc., mentre in altre circostanze viene richiesto per valutare determinate situazioni. Può per esempio essere richiesto per:
- scoprire le cause di un ittero neonatale
- valutare e monitorare l’andamento di determinate malattie epatiche (per esempio le epatiti)
- valutare il livello di tossicità di un determinato trattamento farmacologico allo scopo di stabilire se è opportuno aggiustare i dosaggi, cambiare medicinale o addirittura sospendere la cura in corso
- valutare se una determinata terapia sta ottenendo i suoi scopi
- capire se è presente un’ostruzione a livello dei dotti biliari
- capire se i globuli rossi vengono distrutti più velocemente del normale.
Iperbilirubinemia (bilirubina alta)
L’iperbilirubinemia è una condizione anomala che spesso è determinata dalla presenza di ittero.
È fondamentale comunque distinguere quando tale condizione è determinata da un incremento della frazione diretta oppure da quello della frazione indiretta perché alla base vi sono patologie diverse; è per questo che, di solito, il medico prescrive l’esame frazionato della bilirubina, ovvero richiede i valori di bilirubina totale, diretta e indiretta.
Un’iperbilirubinemia da incremento della frazione indiretta può per esempio essere dovuto alla presenza di un’anemia emolitica, di talassemia (la cosiddetta anemia mediterranea), sindrome di Gilbert (una patologia benigna del fegato) ecc., mentre un incremento dei livelli di bilirubina diretta può essere legato alla presenza di una forma di epatite o all’ostruzione delle vie biliari extraepatiche, condizione che, a sua volta, può essere dovuta alla presenza di calcolosi, tumori, cisti ecc.

La misurazione della bilirubinemia viene effettuata attraverso un semplice esame del sangue che non richiede un digiuno particolarmente lungo (molti laboratori richiedono circa 4 ore di digiuno, altri non lo ritengono necessario). In alternativa il test può essere effettuato anche sulle urine.
In linea generale, quando ci troviamo di fronte a una situazione nella quale la frazione diretta è più alta di quella indiretta, siamo di fronte a un quadro clinico caratterizzato dal fatto che le cellule del fegato non sono in grado di smaltire la bilirubina in modo adeguato.
L’iperbilirubinemia è una condizione che si riscontra abbastanza frequentemente nei neonati; di solito, salvo rare eccezioni, si tratta di una situazione non particolarmente grave che si risolve nel giro di un paio di settimane circa (tant’è che si parla in questi casi di ittero fisiologico). Uno dei motivi dell’ittero neonatale va ricercato nel fatto che i globuli rossi fetali hanno un ciclo vitale che è mediamente più breve di quello dei soggetti adulti (90 giorni circa anziché 120), cosa che determina un soprannumero di globuli rossi invecchiati nei primi giorni di vita; l’eccesso di globuli rossi viene smaltito con conseguente iperproduzione di bilirubina indiretta che a livello ematico può raggiungere concentrazioni di 5-6 mg per 100 ml.
L’ittero fisiologico si manifesta generalmente durante il secondo giorno di vita, l’apice viene raggiunto entro il quarto giorno dopodiché si osserva una progressiva regressione; la scomparsa della manifestazione itterica avviene normalmente nel giro di una o due settimane. Da quanto detto, si evince che l’ittero fisiologico del neonato è un ittero a bilirubina indiretta; un ittero neonatale a bilirubina diretta è considerato una condizione perlomeno anomala che deve essere investigata con una certa attenzione.
La distinzione fra ittero fisiologico e ittero patologico non è comunque sempre agevole.
Ipobilirubinemia
Valori bassi sono abbastanza comuni nel corso dei due primi trimestri di gravidanza e possono essere dovuti all’assunzione di determinati farmaci o alcune forme di anemia. In molti casi, però, non sono clinicamente significativi.
Principali patologie o situazioni che determinano un aumento dei valori della bilirubina totale
- Cirrosi epatica
- Colestasi (condizione caratterizzata da un ostacolo al flusso della bile nei dotti biliari che ne determina il ristagno nelle vie biliari intraepatiche o extraepatiche)
- Farmaci (antiblastici, tetracicline, sulfamidici, acido nicotinico, paracetamolo, indometacina, dicumarolo, salicilati ecc.)
- Gravidanza
- Neoplasie epatiche
- Emolisi con danni epatici
Principali patologie o situazioni che determinano una diminuzione dei valori della bilirubina totale
- Alcune forme di anemia
- Barbiturici
Principali patologie o situazioni che determinano un aumento dei valori della bilirubina indiretta
- Anemia perniciosa
- Anemie emolitiche
- Difetto di attività glicuronil-transferasica (alcune forme di ittero)
- Ittero di Israels
- Porfirie congenita
- Sindrome di Gilbert (tipo I)
- Talassemia
Principali patologie o situazioni che determinano un aumento dei valori della bilirubina diretta
- Alcune forme di anemia
- Alcune forme di ittero (di Dubin-Johnson, di Rotor ecc.)
- Cirrosi
- Colestasi da alterazione del flusso biliare o da ostruzione (calcolosi, colangite ecc.)
- Epatite
- Ostruzione delle vie biliari extraepatiche (calcolosi, neoplasie, cisti ecc.)
I valori di riferimento
I valori della bilirubina totale normalmente variano fra 0,2 e 1,1 mg/dl; quelli della frazione diretta fra 0,0 e 0,4; quelli della frazione indiretta fra 0,2-0,8.