Il CEA (anche antigene carcino embrionario o antigene carcinoembriogenetico, in inglese Carcinoembryonic Antigen) è una glicoproteina che viene fisiologicamente prodotta durante lo sviluppo del feto (in particolar modo dalle cellule dell’apparato digerente e da quelle di fegato e pancreas); dopo la nascita del bambino, i suoi livelli nell’organismo iniziano gradualmente a ridursi fino ad arrivare a livelli bassissimi nei soggetti adulti (piccolissime quantità di CEA vengono principalmente secrete, nel caso di soggetti sani, dalle cellule del colon, da quelle del parenchima polmonare e da quelle dei tessuti mammari durante il periodo dell’allattamento); le concentrazioni di CEA però possono aumentare considerevolmente (talvolta raggiungendo livelli altissimi) nel caso in cui il soggetto sia affetto da un certo tipo di tumore (le cellule di alcuni tumori producono l’antigene carcino embrionario in quantità considerevoli) o da altre condizioni patologiche non tumorali.
Il CEA (antigene carcino embrionario) come marcatore tumorale
Il CEA è un marcatore tumorale non molto specifico in quanto vi sono diverse patologie non tumorali nelle quali è possibile riscontrarne livelli piuttosto elevati, viceversa circa il 50% di soggetti colpiti da tumore del colon-retto presenta valori entro la norma (inizialmente si riteneva che il CEA fosse un marcatore tumorale specifico per questa forma di cancro, ma diversi studi successivi hanno evidenziato che l’antigene carcino embrionario può essere prodotto dalle cellule di diverse forme tumorali). Livelli di CEA oltre i valori normali sono talvolta riscontrabili nei forti fumatori e negli alcolisti e in coloro che sono affetti da alcune malattie non oncologiche.
Il test del CEA non viene quindi impiegato come test di screening per la popolazione generale, ma riveste una certa utilità nel follow-up oncologico per valutare sia l’efficacia delle terapie che si sono intraprese sia per monitorare l’eventuale comparsa di recidive tumorali. In alcuni casi la ricerca del CEA viene richiesta dal medico curante quando si vuole verificare l’eventuale presenza di patologie a carico degli organi addominali le quali potrebbero rappresentare una controindicazione all’assunzione di determinati principi attivi (in particolar modo dei farmaci ad azione anticoagulante).
La ricerca del CEA viene fatta testando un campione di sangue prelevato da una delle vene di un braccio; in casi particolari il test può essere effettuato utilizzando come campione altri tipi di fluidi (per esempio il liquido pleurico, il liquido peritoneale o quelle cerebrospinale). Il dosaggio del CEA viene effettuato periodicamente sia durante la terapia sia nel periodo post-trattamento. Non è necessaria alcuna preparazione particolare prima di sottoporsi al test del CEA.

I marcatori tumorali sono sostanze di vario tipo (ormoni, proteine ecc.), riscontrabili generalmente nel circolo sanguigno, la cui concentrazione tende spesso ad aumentare significativamente in presenza di determinate forme tumorali.
CEA (antigene carcino embrionario) – Valori normali
I valori normali di CEA (antigene carcinoembrionario) sono inferiori a 2,5 ng/mL.
CEA alto o altissimo – Cause
Alti o addirittura altissimi valori di CEA possono essere riscontrati nel caso in cui il soggetto sia affetto da vari tipi di malattie, sia tumorali che no.
Di seguito un elenco delle principali condizioni patologiche che possono essere causa di un aumento più o meno marcato dei livelli ematici dell’antigene carcinoembrionario.
Principali patologie non tumorali o condizioni che possono causare un CEA alto o altissimo:
- Bronchite
- Cirrosi alcolica
- Colite ulcerosa
- Diverticolite
- Enfisema polmonare
- Epatite cronica
- Ipertrofia prostatica benigna
- Ittero
- Malattie renali
- Morbo di Crohn
- Nefropatie
- Pancreatite
- Pleurite
- Polmonite
- Processi infiammatori di varia natura
- Tabagismo
- Ulcera gastrica
Principali patologie tumorali che possono essere causa di alti o altissimi valori dell’antigene carcino embrionario.
- Mesotelioma
- Neuroblastoma
- Tumore biliare
- Tumore al rene
- Tumore all’esofago
- Tumore del colon retto (dal 70 al 90% dei casi)
- Tumore del pancreas (90% dei casi)
- Tumore del polmone (70% dei casi)
- Tumore dell’utero
- Tumore del seno
- Tumore della prostata
- Tumore della tiroide
- Tumore della vescica
Sfortunatamente non esiste una soglia di valori dell’antigene carcino embrionario che possa aiutarci nella differenziazione fra una patologia tumorale e una non tumorale; in linea generale, nelle malattie non tumorali gli aumenti dei livelli dell’antigene carcino embrionario sono più contenuti (di solito si va dai 2,5 ai 3 ng/dL) rispetto a quelli che si riscontrano nel caso in cui il soggetto sia affetto da uno dei tumori sopra elencati. Spesso, valori altissimi (>20 ng/dL) sono correlati al tumore del pancreas o a quello del colon-retto. Rialzi meno contenuti dell’antigene carcino embrionario possono rilevarsi nel caso di altri tumori (polmone, prostata, seno, rene, vescica ecc.).
Il CEA è quindi da considerarsi un test non particolarmente specifico e non particolarmente sensibile, anche se, come detto riveste una certa utilità nel monitoraggio post-trattamento; un rialzo importante dei suoi livelli, infatti, potrebbe essere una spia precoce di una recidiva o della comparsa di una metastasi tumorale; i rialzi dell’antigene carcino embrionario, in effetti, si verificano diverso tempo prima che altre metodiche clinico-strumentali siano in grado di rilevare tale comparsa.
CEA basso – Cause
Oltre che in condizioni di normalità, bassi livelli di CEA possono registrarsi allorquando una patologia che ne ha determinato il rialzo viene trattata; per questo il dosaggio dell’antigene carcino embrionario viene utilizzato nel post-trattamento per valutare la risposta alla terapia. Va però precisato che valori inferiori alla norma non significano che il tumore non sia più presente; è quindi necessario affiancare il CEA a tutta un’altra serie di esami, strumentali e no.
Come interpretare i vari risultati
Ricordando ancora una volta la scarsa specificità del test dell’antigene carcino embrionario, di seguito forniamo un breve schema dell’interpretazione dei risultati dell’esame in questione.
Monitoraggio del trattamento e delle recidive tumorali
Se i livelli di CEA erano inizialmente alti e, dopo aver intrapreso la terapia, tendono a decrescere fino a ritornare entro la soglia di normalità, significa che la terapia intrapresa è stata efficace. Se, dopo che i livelli dell’antigene carcino embrionario erano tornati alla normalità, si osserva un loro costante rialzo, è probabile che sia in corso una recidiva tumorale.
Prognosi e stadiazione del tumore
Nel caso in cui un tumore che produce CEA sia di dimensioni non particolarmente estese, in genere le concentrazioni di tale marcatore o sono ancora nella norma o sono di poco superiori. In caso contrario, si osservano di solito concentrazioni molto più elevate di tale marcatore.
Presenza di eventuali metastasi tumorali
Se si rileva la presenza dell’antigene carcino embrionario in un fluido corporeo diverso dal sangue, si deve prendere in seria considerazione la possibilità che il tumore primario abbia dato luogo a metastasi; per esempio, il riscontro di CEA nel liquido pleurico potrebbe essere sia di una metastasi alla pleura.