La colposcopia (anche esame colposcopico) è un’indagine diagnostica di secondo livello; non è cioè un esame routinario che viene eseguito come test di screening per evidenziare la presenza di lesioni neoplastiche; a questo scopo viene infatti eseguito un altro tipo di esame, il pap test; rappresenta comunque l’esame di riferimento nel caso il risultato di un pap test sia risultato anomalo (cosa che non significa necessariamente, è bene ricordarlo, che sia presente un cancro al collo dell’utero).
Colposcopia – Cos’è
Il termine colposcopia deriva dai termini greci kolpos (vagina) e skopeo (osservazione).
Non si tratta di una tecnica particolarmente recente dal momento che fu ideata quasi un secolo fa da un ginecologo tedesco, Hans Hinselmann.
La colposcopia è un esame che consente un’osservazione accurata degli organi genitali della donna e che viene eseguita con un apposito strumento detto colposcopio; non è un esame doloroso e nemmeno invasivo, anche se in alcune circostanze può essere un po’ fastidioso (si possono avvertire sensazioni di fastidio e bruciore che, in alcuni casi, possono durare diversi giorni); per l’esecuzione dalla colposcopia non è richiesta anestesia, la sua durata è alquanto limitata (si va dai 10 ai 15 minuti).
Non esistono particolari controindicazioni all’esecuzione della colposcopia nel periodo della gravidanza.
L’esecuzione della colposcopia richiede l’utilizzo di soluzioni che, a contatto con le mucose degli organi genitali, consentono di avere una visione migliorata delle eventuali lesioni che possono essere presenti.
Le sostanze che vengono generalmente utilizzate per lo svolgimento dell’esame colposcopico sono l’acido acetico o la soluzione di Lugol (anche reattivo di Lugol).
Se lo specialista lo ritiene necessario, la colposcopia premette l’effettuazione di un prelievo mirato biopsia di campioni di tessuto da sottoporre a esame istologico.
Colposcopia – Scopi e migliore momento per effettuarla
Scopo dell’esame è quello diagnosticare con precisione le patologie a carico del tratto genitale inferiore con il fine ultimo di indirizzare correttamente le scelte terapeutiche.
La colposcopia è un esame affidabile; per quanto una colposcopia che risulti normale e una biopsia negativa non rappresentino una condizione sufficiente a escludere la presenza di una lesione neoplastica, le probabilità di tale presenza risultano decisamente ridotte.
Se i risultati dell’esame non sono concordanti con quelli di un pap test (colposcopia e biopsia normali e pap test positivo) può rendersi necessaria l’esecuzione di un ulteriore prelievo bioptico.
Una colposcopia con biopsia positiva per la presenza di cellule tumorali è generalmente sufficiente a porre la diagnosi di tumore al collo dell’utero.
Il momento migliore per sottoporsi a una colposcopia è quello in cui non si hanno né mestruazioni né perdite ematiche ovvero, in linea di massima, circa 10-20 giorni dopo la comparsa delle mestruazioni; la presenza del sangue infatti può creare diversi ostacoli alla visualizzazione delle caratteristiche della mucosa che viene esaminata.
Prima di iniziare la procedura, il ginecologo richiede generalmente diverse informazioni alla donna che si sottopone all’esame tra le quali l’età della paziente al momento della prima mestruazione, le caratteristiche del ciclo mestruale, la data dell’ultima mestruazione, l’eventuale assunzione di medicinali, la presenza di eventuali allergie e di problemi di sanguinamento, l’eventuale presenza di processi infiammatori a carico degli organi genitali sia in atto sia precedenti.
È consigliabile che la colposcopia venga effettuata a vescica vuota.
Principali indicazioni
Le principali indicazioni all’esecuzione di una colposcopia sono le seguenti:
- presenza di anomalie in un pap test
- presenza di ulcerazioni o altri tipi di lesioni riscontrate (o dalla paziente o durante lo svolgimento di una visita di controllo) a carico di vulva, vagina e collo dell’utero
- follow-up di aree anomale evidenziate a livello di vagina o collo dell’utero
- follow-up di eventuali trattamenti intrapresi in presenza di lesioni a carico degli organi genitali.
Colposcopia – Preparazione e visita
È necessario che la donna che si prepara all’esame non utilizzi lavande o creme vaginali e nemmeno ovuli o tamponi nei due giorni che ne precedono l’esecuzione. È inoltre consigliabile, sempre in questo lasso di tempo, astenersi dai rapporti sessuali. Infatti, sia i traumatismi legati all’atto sessuale sia l’utilizzo di sostanze introdotte in vagina potrebbero alterare i risultati.
L’esame viene eseguito ambulatorialmente da un medico ginecologo. In alcuni casi, durante l’esecuzione dell’esame, lo specialista potrebbe ravvisare la necessità di effettuare un prelievo bioptico; in questo caso il tessuto prelevato sarà inviato a un patologo per l’esecuzione delle analisi del caso.
La colposcopia viene eseguita con la donna distesa sull’apposito lettino ginecologico; avrà la schiena appoggiata e i piedi posizionati su appositi supporti. Quando la paziente sarà correttamente posizionata, il medico procederà con l’introduzione dello speculum in vagina; tale manovra ha lo scopo di distanziare le pareti vaginali e permettere al ginecologo di ispezionare internamente vagina e collo dell’utero.
Il colposcopio viene posto all’ingresso vaginale e il ginecologo farà le sue osservazioni utilizzando il microscopio che permette una visione chiara e ingrandita delle superfici sotto esame che saranno inumidite con le soluzioni apposite.
Solitamente la biopsia eseguita durante l’esame provoca un certo sanguinamento, invero molto limitato; nella rara evenienza che il sanguinamento sia più cospicuo può essere necessaria l’applicazione di agenti antiemorragici o di soluzioni a effetto emostatico.

La colposcopia è un esame che consente un’osservazione accurata degli organi genitali della donna ed eseguita con un apposito strumento detto “colposcopio”.
Colposcopia – Risultati
L’esame può dare risultati negativi (colposcopia negativa, o normale) oppure risultati positivi (colposcopia positiva, o anomala). In base ai risultati, lo specialistà deciderà il da farsi.
In linea generale, se i risultati sono negativi e il collo dell’utero è perfettamente normale, l’indicazione è quella di ripetere un Pap test dopo un determinato periodo di tempo che dovrà essere stabilito dallo specialista; se invece, pur essendo l’esame negativo, sono presenti segni di infiammazione o di carenze ormonali, il ginecologo consigliera l’assunzione di appositi farmaci.
Nel caso di risultati positivi, è possibile che le lesioni osservate siano pre-cancerose o cancerose. La biopsia cervicale chiarirà questo aspetto e si potrà giungere a una diagnosi accurata. A seconda di quella che è la natura delle lesioni osservate, il medico deciderà le terapie da mettere in atto, che potranno essere escissionali (conizzazione con bisturi oppure con ago a radiofrequenza, laser ecc.) oppure distruttive (crioterapia dermatologica, diatermocoagulazione, vaporizzazione laser ecc.
La colposcopia è dolorosa?
La colposcopia in sé non è dolorosa, ma un’eventuale biopsia può essere leggermente fastidiosa; in alcuni casi la sensazione di fastidio può permanere per alcuni giorni, anche se il fastidio è generalmente molto limitato. Possono verificarsi lievissime perdite ematiche che non devono destare preoccupazione. Nel caso che invece le reazioni alla biopsia siano eccessive (sanguinamento vaginale copioso, febbre, forti dolori addominali, secrezioni vaginali copiose e maleodoranti) è necessario contattare senza indugio il proprio ginecologo e metterlo al corrente dei fatti.
Comunque sia, i rischi di complicazioni dopo l’esecuzione di una colposcopia sono molto rari.
I costi
Per quanto riguarda i costi, la variabilità è notevolissima, si può andare dai 70 ai 300 euro, a seconda anche di eventuali altri esami associati e anche in base alla localizzazione geografica.