La CPK (creatinfosfochinasi) nota anche come CK (creatinchinasi; a volte si usa il maschile, riferendosi al valore) è un enzima endocellulare che, sotto tre forme (più precisamente si tratta di isoenzimi) si trova in diversi tessuti dell’organismo, in particolare nei muscoli scheletrici, nel cuore, nel cervello, nei polmoni e nel siero.
La CPK contribuisce in modo fondamentale allo scambio di fosfati tra la creatina e l’ATP, svolgendo così un ruolo fondamentale nelle funzioni energetiche a livello cellulare.
Le tre forme
I tre isoenzimi sono i seguenti:
- CPK-BB anche CPK-1)
- CPK-MB (anche CPK-2)
- CPK-MM (anche CPK-3).
Nei muscoli scheletrici è presente la forma CPK-MM; nel cuore sono presenti le forme CPK-MB (40%) e CPK-MM (60%); nel cervello sono presenti le forme CPK-BB (90%) e CPK-MM (10%); nei polmoni sono presenti le forme CPK-BB (90%) e CPK-MM (10%); nell’intestino è presente la forma CPK-BB mentre nel siero la forma CPK-MM.
Creatinfosfochinasi: significato clinico
La rilevazione dei livelli di CPK nel sangue serve essenzialmente a valutare il danno cardiaco e quello muscolare.
Analizzando i valori delle diverse isoforme dell’enzima, si è in grado di capire a quale livello si è manifestato un determinato danno.
Le malattie o le condizioni patologiche e no che possono determinare un aumento dei livelli di creatinfosfochinasi sono veramente numerose (si veda il paragrafo finale); alcune di esse sono particolarmente gravi, mentre in altri casi alla base vi sono cause parafisiologiche. È particolarmente interessante il rapporto tra creatinfosfochinasi e infarto del miocardio e quello tra l’enzima e le distrofie muscolari.
CPK alta e infarto del miocardio
Uno dei marker biochimici di riferimento nell’iter diagnostico dell’infarto del miocardio è l’isoenzima MB; nel siero sono presenti due isoforme, MB2 e MB1; normalmente il loro rapporto è uguale a 1. Dal momento che nel corso di un infarto miocardico acuto la forma MB2 viene inizialmente rilasciata in quantità tale che non dà luogo a un aumento assoluto dei livelli di MB, si ritiene che un valore di CPK-MB>1 U/L e un rapporto MB2/MB1>1 U/L abbiano sia una maggiore sensibilità e una maggiore specificità per la presenza di necrosi cardiaca nelle prime sei ore.
I valori dell’isoforma MB raggiungono il picco nel giro di 18-22 ore per poi ritornare alla normalità nel giro di un paio di giorni o tre.
In caso di necrosi cardiaca, ancora prima che i valori di CK-MB superino il range di normalità, è possibile osservare un’alterazione del rapporto CPK-MB/CPK-MM.
L’analisi dei vari isoenzimi è utile anche per il monitoraggio dell’efficacia dell’intervento trombolitico.
La creatinfosfochinasi non è l’unico marker sierico al quale si ricorre quando si sospetta la presenza di infarto miocardico; normalmente, infatti, vengono effettuate anche le analisi di LDH, troponina e mioglobina (per approfondire questo punto si consulti l’articolo Enzimi cardiaci).
CPK alta e distrofie muscolari
Un alto valore di CPK (spesso oltre 10 volte i livelli di normalità) caratterizzato da persistenza è un indice caratteristico di varie forme di distrofia muscolare, in particolare delle forme X-linked quali, per esempio, la distrofia di Duchenne e la distrofia di Becker, ma anche di altre tipologie quali la distrofia muscolare da deficit di adalina e la distrofia muscolare congenita da deficit di merosina.
Le distrofie muscolari X-linked hanno una modalità di trasmissione familiare caratteristica; la donna portatrice sana, possedendo un cromosoma X con un difetto genetico e uno normale trasmettono la patologia al 50% dei figli di sesso maschile (che hanno un solo cromosoma X che ereditano dalla madre), mentre il 50% delle figlie saranno a loro volta portatrici della patologia in quanto hanno due cromosomi X, uno che ereditano dalla madre e uno che ereditano dal padre.
Per diagnosticare lo stato di portatrice sana è possibile effettuare l’analisi della CPK sierica in seguito a sforzo muscolare (va però detto che l’analisi del DNA possiede una capacità diagnostica decisamente più elevata).
Va ricordato che nella distrofia muscolare di Duchenne i livelli sierici di creatinfosfochinasi hanno la tendenza a decrescere con l’età; nei soggetti ancora in grado di deambulare, variazioni in aumento dei livelli non sono indicativi di un peggioramento della patologia, bensì relativi a uno sforzo muscolare e, conseguentemente possono essere più elevati in una determinata occasione e più bassi in un’altra.
CPK alta e dolori muscolari
Come detto, un incremento dei livelli di creatinfosfochinasi può essere un segno della presenza di varie patologie anche molto serie e spesso chi osserva un aumento di questo enzima leggendo le proprie analisi del sangue si allarma; va però ribadito che in molti casi una CPK elevata è legata a eventi molto banali quali traumi muscolari di poco conto, iniezioni intramuscolari, temperatura esterna particolarmente elevata ecc.

La rilevazione dei livelli di CPK nel sangue serve essenzialmente a valutare il danno cardiaco e quello muscolare
In moltissimi casi, poi, valori che superano il range di normalità sono dovuti a un’attività fisica, anche non necessariamente di intensità medio-alta. Insomma, l’associazione CPK alta-attività sportiva (o comunque attività muscolare) è da considerarsi normale perché normale è il danno muscolare legato all’attività fisica. Un’alterazione dei livelli di CPK non associata ad altri segni o sintomi di patologie muscolari (eccessiva debolezza, affaticabilità eccessiva, diminuzione progressiva della massa muscolare ecc.) non deve quindi destare particolari preoccupazioni perché non deve considerarsi patologica bensì parafisiologica.
Insomma, tanto per fare un esempio pratico, riscontrare un alto livello di creatinfosfochinasi in un bambino che il giorno prima di effettuare delle analisi del sangue ha scorrazzato tutto il giorno per i campi o ha giocato due o tre ore a pallone è assolutamente normale e non c’è alcun bisogno di pensare a una distrofia di Duchenne…
Anni addietro si indicava la CPK elevata come un indice di sovrallenamento, ma oggi questa posizione non è più considerata come realistica; è più che normale, per esempio, riscontrare un valore 50 volte oltre la soglia di normalità in atleti che hanno terminato tranquillamente, e senza particolari problemi successivi, una maratona oppure hanno giocato un’intensa partita di calcio o di calcetto. (Per approfondire questi punti si consulti l’articolo Le analisi cliniche del runner).
Un basso valore di creatinfosfochinasi potrebbe essere dovuto a problemi epatici, a una scarsa massa muscolare o alla presenza di morbo di Addison.
Principali patologie, sostanze o condizioni che determinano un aumento dei valori di creatinfosfochinasi
- Alcolismo
- Angina di Prinzmetal *
- Atrofia muscolare neurogena
- Convulsioni
- Dermatomiosite *
- Distrofia muscolare *
- Embolia polmonare
- Esercizio fisico
- Febbre
- Infarto cardiaco *
- Infarto cerebrale
- Iniezioni intramuscolari
- Interventi chirurgici
- Ipertermia maligna *
- Ipotiroidismo
- Malattie infettive
- Miocardite *
- Polimiosite *
- Sindrome di Reye
- Traumi *
- Ustioni.
* In queste patologie è aumentato anche il valore dell’isoenzima CPK-MB.
Valori di riferimento
I valori di riferimento della CPK variano normalmente fra 10 e 200 UI/l, ma è opportuno tenere presente che esiste una certa variabilità fra laboratorio e laboratorio, anche perché possono essere diverse le metodiche di rilevazione; è quindi sempre opportuno fare riferimento agli intervalli indicati nel referto consegnato dalla struttura presso la quale si è eseguito l’esame.