Il riscontro di Escherichia coli nelle urine è un evento piuttosto comune nel corso di esami effettuati allo scopo di risalire alle cause di sintomi e segni che potrebbero essere dovuti a un’infezione delle vie urinarie (cistite, uretrite, prostatite, pielonefrite) ovvero pollachiuria (minzione frequente), dolore e/o bruciore durante la minzione, urine torbide e/o maleodoranti, dolori al basso ventre, dolore ai reni, febbre, brividi, sudorazione abbondante, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali).
Ricordiamo che all’Escherichia coli (rimandiamo all’articolo generale per i dettagli su questo diffusissimo batterio) sono attribuibili circa l’80% delle infezioni urinarie acquisite in comunità; il 10% circa è provocato da Staphylococcus saprophyticus. Nei soggetti in regime di ricovero, l’Escherichia coli è il fattore causale coinvolto in circa la metà dei casi; le specie Gram Klebsiella, Proteus, Enterobacter e Serratia sono coinvolte in circa il 40% dei casi; i cocchi Gram+ Enterococcus faecalis e Staphylococcus sp nel rimanente.
La presenza di Escherichia coli nelle urine è generalmente più frequente nei soggetti di sesso femminile; le donne in effetti hanno alcune caratteristiche anatomiche che favoriscono la proliferazione batterica (uretra più corta e apertura dell’uretra esterna più vicina all’orifizio anale con conseguente aumento del rischio di contaminazione fecale); nelle donne, inoltre, viene a mancare l’azione battericida svolta dalle secrezioni prostatiche. Anche la gravidanza aumenta il rischio di infezioni urinarie causate da batteri (Escherichia coli in primis); un altro fattore di rischio importante è l’essere affetti da diabete mellito.
Quando si riscontra Escherichia coli nelle urine significa che tale batterio ha raggiunto le vie urinarie; ciò può essere causa di vari quadri clinici, il più frequente dei quali è la cistite, un fastidioso processo infettivo a carico della vescica, ma l’infezione può comunque interessare anche altri organi fra cui l’uretra (uretrite), la prostata (prostatite) o il rene (pielonefrite).
Va precisato che non tutti i ceppi di Escherichia coli (che sono moltissimi) sono in grado di causare un’infezione urinaria; quelli che invece lo sono vengono detti “uropatogeni”.
Escherichia coli nelle urine – Cause
Il riscontro del batterio Escherichia coli nelle urine, come detto, indica che vi è stata una contaminazione; questa può verificarsi attraverso due modalità: o per via endogena (la circostanza più comune) oppure per via esogena. Nel primo caso il batterio proviene dal tratto gastrointestinale e la contaminazione del tratto urinario avviene tramite le feci (il classico caso è rappresentato da un’igiene intima non impeccabile), mentre nel secondo caso l’Escherichia coli ha raggiunto le vie urinarie attraverso l’esterno (è per esempio il caso di un rapporto sessuale non protetto).

Gli esami di laboratorio sono fondamentali per verificare molte condizioni patologiche che alterano i parametri chimico-fisici delle urine.
Per amor di precisione, va segnalata anche la possibilità che il riscontro di Escherichia coli nelle urine sia dovuto a un errore dell’esame; non è un’evenienza molto frequente, ma è comunque possibile e può essere dovuta a una conservazione non adeguata del campione di urina oppure a una contaminazione avvenuta durante la lavorazione del campione stesso; in altri termini, si tratta in questi casi di un vizio procedurale che dà luogo a un falso positivo; di fatto, quindi, non c’era effettivamente la presenza di Escherichia coli nelle urine del paziente. Quando si sospetta un errore del genere è necessario procedere con un nuovo esame.
Escherichia coli nelle urine – Fattori di rischio per le infezioni urinarie
Sono diversi i fattori che aumentano il rischio di contrarre un’infezione delle vie urinarie: fra questi si devono senz’altro citare:
- sesso femminile (come spiegato in precedenza, la particolare conformazione dell’apparato uro-genitale femminile favorisce l’insorgenza di infezioni delle vie urinarie, comprese quelle da Escherichia coli)
- diabete mellito (nei soggetti affetti da diabete mellito è comune il riscontro di glucosio nelle urine, quest’ultimo rappresenta una fonte di nutrimento per i batteri e ne favorisce conseguentemente la proliferazione aumentando il rischio di infezioni)
- igiene intima non adeguata (un’igiene intima approssimativa facilita vari tipi di infezione, quella da Escherichia coli è una delle più comuni)
- presenza di catetere urinario (la presenza prolungata di catetere urinario è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni urinarie)
- gravidanza (nelle donne in stato interessante lo sviluppo di una cistite da Escherichia coli è un evento molto frequente, in particolar modo nei mesi finali della gestazione a causa della compressione del feto sulla vescica con conseguente ristagno urinario)
- rapporti sessuali non protetti (i rapporti sessuali senza preservativo aumentano significativamente il rischio di infezioni urinarie e no).
Escherichia coli nelle urine – Sintomi
La presenza di Escherichia coli nelle urine non significa necessariamente che il soggetto avvertirà determinati sintomi e segni (è il caso di batteriuria asintomatica, ovvero la presenza di batteri nelle urine senza che vi siano segni o sintomi suggestivi di infezione urinaria, alta o bassa che sia; si tratta di una condizione che non sempre necessita di trattamento).
In molti casi, però, la presenza di Escherichia coli nelle urine è associata a vari sintomi e segni fra cui si ricordano principalmente:
- febbre
- brividi
- dolori al fianco
- dolore alla schiena
- difficoltà nell’urinare (disuria)
- urgenza
- aumento della frequenza delle minzioni (pollachiuria)
- minzione intermittente (stranguria).
La presenza di Escherichia coli nelle urine, in particolar modo se associata a sintomi suggestivi di infezione urinaria, non deve essere sottovalutata, anche se generalmente si tratta di una condizione che si risolve in modo spontaneo nel giro di breve tempo oppure con una cura non troppo lunga a base di antibiotici. Notevole attenzione va posta nei confronti di casi di infezione particolarmente gravi o nel caso di soggetti immunodepressi perché i rischi di gravi complicazioni sono superiori.
Escherichia coli nelle urine – Cura
Se si riscontra la presenza di Escherichia coli nelle urine e il soggetto non presenta sintomi e segni di infezione urinaria (batteriuria asintomatica) il medico può optare per una strategia più attendista (fatto salvo il caso di donne in gravidanza o situazioni particolari); se invece la presenza di Escherichia coli nelle urine è associata a manifestazioni cliniche suggestive di infezione a carico del tratto urinario, generalmente si opta per una cura a base di antibiotici; fra quelli a cui si fa maggiormente ricorso si ricordano la fosfomicina trometamolo, la levofloxacina, la ciprofloxacina, la nitrofurantoina, il sulfametossazolo, il trimetoprim e l’amoxicillina+acido clavulanico (Augmentin).
Tra le cure naturali merita una menzione il succo di mirtilli che riduce la capacità del batterio Escherichia coli di aderire all’epitelio di uretra e vescica e alle cellule delle vie urinarie.
Ricordiamo comunque che la scelta delle modalità di cura (tipo di farmaco e durata del trattamento) è di stretta competenza medica.
La prevenzione delle infezioni urinarie (da Escherichia coli e no) passa attraverso un’adeguata igiene intima, una corretta idratazione e l’utilizzo del preservativo.