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Fibrinogeno

Il fibrinogeno è una glicoproteina di peso molecolare 340.000 dalton prodotta dal fegato e rilasciata nel circolo sanguigno in caso di necessità; il fibrinogeno, assieme ad altre sostanze (i cosiddetti fattori della coagulazione) svolge, mediante una reazione enzimatica, un ruolo essenziale nel processo di coagulazione del sangue (emostasi); questo processo consta di 4 fasi

  • fase vascolare (nota anche come emostasi primaria)
  • fase piastrinica
  • fase della coagulazione (emostasi secondaria o fase plasmatica)
  • fibrinolisi.

Il danneggiamento di un vaso è il fenomeno scatenante l’emostasi e la fase della coagulazione è quella di maggiore importanza dell’intero processo; in condizioni di normalità, essa conduce all’interruzione permanente della perdita di sangue; la fase della coagulazione è finalizzata alla trasformazione del fibrinogeno in un coagulo di fibrina, una proteina cha, in collaborazione con i trombociti (o piastrine), occlude la zona danneggiata arrestando l’emorragia.

A cosa serve il test

Il medico curante può richiedere che il proprio paziente effettui il test del fibrinogeno quando esiste il fondato sospetto di trovarsi di fronte a un disturbo della coagulazione; molto schematicamente i disturbi della coagulazione possono essere suddivisi in due grandi categorie: emorragie (in questo caso la coagulazione è “difettosa”) e trombosi (in questo caso la coagulazione è “eccessiva”).

Il test può anche essere richiesto qualora si vogliano valutare i rischi di sviluppare una patologia interessante l’apparato cardiovascolare.

L’esame può anche richiesto nel caso in cui nella storia familiare del paziente siano presenti casi con anomalie o carenze ereditarie relative al fibrinogeno.

Si distinguono due tipi di test relativamente al fibrinogeno:

  • test di attività
  • test quantitativo

Il test di attività serve a misurare il tempo che occorre a formare, in seguito all’aggiunta al campione di sangue che si sta esaminando, una quantità predeterminata di trombina (fattore II della coagulazione attivato); il tempo occorrente alla formazione del coagulo sanguigno è direttamente proporzionale all’attività del fibrinogeno; un tempo eccessivamente lungo potrebbe essere legato a una ridotta concentrazione della glicoproteina o a un suo malfunzionamento.

Il test quantitativo, come facilmente si può intuire, misura la concentrazione di fibrinogeno presente nel circolo sanguigno.

Generalmente, al test del fibrinogeno sono associati altri esami fra cui i seguenti:

  • tempo di protrombina (PT)
  • tempo di tromboplastina parziale attivata (APTT)
  • D-dimero (un prodotto della degradazione della fibrina)
  • Conta piastrinica (fa parte dell’esame emocromocitometrico, anche emocromo, la voce è indicata generalmente come Piastrine o PLT).

Per effettuare il test del fibrinogeno è sufficiente sottoporsi al prelievo di un campione di sangue dalla vena di un braccio.

Fibrinogeno alto – Cause

Sono molto numerose le possibili cause di fibrinogeno alto; vale la pena ricordare che livelli ematici cronicamente alti della glicoproteina in questione si associano a un più elevato rischio di eventi cardiovascolari, fra cui ictus, infarto, trombosi ecc.

La concentrazione di fibrinogeno nel sangue tende ad aumentare nel corso di processi infiammatori di qualsiasi tipo; di norma, in queste situazioni, si alzano anche i valori ematici delle proteine positive della fase acuta; fanno parte di questo gruppo, oltre al fibrinogeno, anche la proteina siero-amiloide, l’aptoglobina, l’alfa1-antitripsina, la ceruloplasmina ecc. Di seguito un elenco di possibili cause di fibrinogeno alto:

  • Collagenopatie
  • Contraccettivi orali
  • Epatite virale
  • Gravidanza
  • Ictus cerebrale
  • Infarto
  • Infiammazioni
  • Infezioni acute
  • Insufficienza renale
  • Interventi chirurgici
  • Nefrosi
  • Neoplasie
  • Obesità
  • Processi infiammatori
  • Tabagismo
  • Uremia
  • Ustioni

Il riscontro di fibrinogeno alto è un’indicazione aspecifica; non dà cioè indicazioni sulla causa che può aver causato il rialzo dei livelli ematici della glicoproteina. In molte situazioni, il rialzo dei valori è temporaneo e questi rientreranno nel range di normalità una volta che si sarà risolto il disturbo sottostante.

Fibrinogeno alto - basso

Il medico curante può richiedere che il proprio paziente effettui il test del fibrinogeno quando esiste il fondato sospetto di trovarsi di fronte a un disturbo della coagulazione.

Fibrinogeno alto in gravidanza

Il riscontro di fibrinogeno alto in gravidanza è un’evenienza di normale riscontro e un rialzo, entro determinati limiti, è da considerarsi fisiologico, ovvero non ha connotazioni patologiche. Per tutti gli approfondimenti del caso si consulti l’articolo Fibrinogeno alto in gravidanza.

Fibrinogeno basso – Cause

Fra le possibili cause di fibrinogeno basso si possono ricordare le seguenti:

  • Alterata produzione da deficit ereditari
  • Anemie
  • Carcinoma della prostata
  • CID (coagulazione intravascolare disseminata)
  • Disprotidemia
  • Embolia
  • Emofilia
  • Emorragie
  • Epatopatie
  • Farmaci (eccesso di eparina)
  • Insufficienza epatica
  • Intossicazioni da fosforo
  • Iperfibrinogenolisi
  • Leucemia
  • Malnutrizione
  • Mieloma
  • Morbo di Waldenström
  • Trasfusioni rapide di notevoli quantità di sangue

Valori normali

I valori normali di fibrinogeno variano fra 200 e 450 mg/dl.

Si deve ricordare che i valori sopraindicati sono puramente indicativi; i range di normalità, infatti, possono variare fra un laboratorio di analisi e l’altro ed è sempre necessario fare riferimento a quelli riportati sul referto rilasciato dalla struttura sanitaria presso la quale si è effettuato l’esame.

Il risultato test può essere alterato dall’agitazione del campione o da prelievi effettuati in modo non ottimale, inoltre può essere falsato da trasfusioni avvenute un mese prima del test.

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