Insulinemia è un termine medico con il quale si fa riferimento alla quantità di insulina che si trova nel sangue. Questo parametro, valutabile grazie all’esame eseguibile su un piccolo campione di sangue, può essere di notevole utilità quando si vuole risalire all’origine di sintomi riconducibili a un basso livello di glucosio nel sangue (condizione nota come ipoglicemia).
Per approfondimenti sull’insulina, un ormone proteico, rimandiamo all’articolo che tratta l’argomento in modo particolarmente dettagliato. Qui ci limitiamo a ricordare che, in una situazione di carenza di insulina, i livelli della glicemia tendono a innalzarsi in modo significativo, mentre nel caso in cui vi sia una secrezione in eccesso di tale ormone, i livelli glicemico tendono a scendere.
Insulinemia: andamento in funzione dei pasti
In un soggetto sano, l’insulinemia non ha valori costanti, ma varia in base alla situazione nutrizionale; dopo un pasto, per esempio, i livelli di insulina nel sangue aumentano in maniera sensibile e ritorno ai livelli basali dopo che sono trascorse circa due ore; il picco di insulinemia è tanto più alto quanto più elevata è la quantità di zuccheri assunti; poca importanza ha la quantità delle proteine introdotte.
I grassi, così come accade nel caso delle fibre, causano un rallentamento dei tempi di digestione e, conseguentemente, la rapidità dell’assorbimento intestinale dei carboidrati; ne consegue che il picco di insulinemia che viene raggiunto dopo un pasto è inferiore a quello che si registra dopo il consumo di una medesima quantità di carboidrati scorporata da fibre e grassi.
Va altresì precisato che anche i livelli basali di insulinemia non sono perfettamente stabili.
Per assolvere alla sua funzione ipoglicemizzante, l’insulina deve interagire con specifici recettori che si trovano sulle membrane delle cellule; allorquando tali recettori perdono la loro sensibilità verso l’insulina, l’organismo tenta di compensare la situazione attraverso la secrezione pancreatica di tale ormone; si parla in questi casi di insulino-resistenza, una condizione associata a iperinsulinemia e glicemia normale o leggermente aumentata. Se, invece, la sensibilità delle cellule verso l’insulina è normale, l’iperinsulinemia è associata a una condizione di ipoglicemia e a segni e sintomi quali sudorazione, stanchezza, fame, cardiopalmo, debolezza, tremori, capogiri e difficoltà a concentrarsi.
Valori normali
I valori variano normalmente fra 6 e 30 microU/l. Prima del prelievo ematico è opportuno digiunare per 12 ore, tenendo presente che la somministrazione di insulina o agenti ipoglicemizzanti 8 ore prima del prelievo può interferire con i risultati del dosaggio.

Insulinemia è un termine medico con il quale si fa riferimento alla quantità di insulina che si trova nel sangue
Insulinemia alta
Le principali patologie, sostanze o condizioni che determinano un aumento dei valori di insulina sono:
- Acromegalia
- Alcolismo
- Cirrosi epatica
- Diabete insulino-dipendente tipo 2
- Distrofia miotonica
- Epatiti croniche
- Farmaci (contraccettivi, cortisonici, diuretici ecc.)
- Glucagonoma
- Gravidanza
- Insulinoma
- Ipercorticosurrenalismo
- Ipertiroidismo
- Intolleranze a fruttosio e galattosio
- Obesità
- Pancreatite
- Sindrome di Cushing.
Insulinemia bassa
Le principali patologie, sostanze o condizioni che determinano una diminuzione dei valori sono invece:
- Diabete insulino-dipendente tipo 1
- Diabete insulino-dipendente tipo 2 in fase avanzata
- Malnutrizione
- Pancreasectomia
- Sindrome post-alcolica
- Terapia insulinica.