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MCH

L’MCH (Mean Corpuscolar Haemoglobin, contenuto emoglobinico corpuscolare medio) è un parametro del sangue che indica la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. Si tratta di un valore che viene fornito in modo automatico dai moderni contacellule elettronici, ma che può essere anche ricavato dalla seguente formula:

emoglobina*10/numero di globuli rossi in milioni/ml)

L’MCH è, insieme a MCHC (Mean Corpuscolar Haemoglobin Concentration, concentrazione emoglobinica corpuscolare media) e MCV (Mean Corpuscolar Volume, volume corpuscolare medio), uno dei tre cosiddetti indici eritrocitari (anche indici corpuscolari dei globuli rossi), dei parametri che forniscono informazioni relative agli eritrociti (o globuli rossi, che dir si voglia) e che rivestono una certa utilità nella diagnosi, nello screening e nel monitoraggio di numerose condizioni patologiche fra cui le anemie.

L’MCH è uno dei tanti parametri che vengono riportati sul referto relativo all’esame emocromocitometrico (più noto come emocromo).

Differenza fra MCH e MCHC

Molti si chiedono quale sia la differenza fra MCH e MCHC; molto brevemente possiamo dire che il primo indica un valore assoluto in termini di peso (viene espresso in picogrammi) per ogni globulo rosso che non è in relazione alle dimensioni di quest’ultimo, mentre il secondo è un rapporto, è quindi un valore relativo (viene espresso in percentuale) che mette in relazione il contenuto di emoglobina con le dimensioni del globulo rosso; indica quindi se i globuli rossi contengono più o meno emoglobina rispetto a quelli che sono considerati i valori normali.

Valori normali

I valori normali dell’MCH variano da 27 a 34 picogrammi (ricordiamo che il picogrammo è un sottomultiplo del grammo che equivale a un bilionesimo di quest’ultimo).

Nota importante – I valori di riferimento dei vari parametri del sangue (e quindi anche quelli del contenuto emoglobinico corpuscolare medio) possono variare a seconda dell’età e del sesso e anche della strumentazione usata in un determinato laboratorio, è sempre e comunque consigliabile fare riferimento ai range che sono forniti sul referto rilasciato quest’ultimo.

Va ulteriormente precisato che scostamenti minimi dell’MCH dall’intervallo di normalità possono non avere alcun significato clinico; per stabilire un eventuale significato patologico è sempre necessario interpretare i risultati facendo riferimento al contesto generale, considerando quindi anche i valori degli altri indici eritrocitari (MCV e MCHC) e di altri parametri ematici (per esempio, la conta dei globuli rossi e l’RDW).

MCH basso – Cause

Un MCH basso è spesso indice di anemia ipocromica microcitica; l’analisi morfologica rivelerà in questo caso che i globuli rossi sono piccoli (microcitosi) e scarsamente colorati a causa del basso contenuto di emoglobina (ipocromia).

Fra le cause che possono determinare un abbassamento dei valori del contenuto emoglobinico corpuscolare medio si ricordano soprattutto le seguenti:

  • anemia sideropenica (da carenza di ferro)
  • anemia sideroblastica
  • talassemia (nota anche come anemia mediterranea)
  • emoglobinopatie in genere.

Fra le principali manifestazioni cliniche che possono insorgere a causa di queste condizioni si ricordano difficoltà respiratoria (dispnea), tachicardia, facile affaticamento, debolezza, pallore cutaneo, cefalea, dolore al petto ecc.

MCH alto – Cause

L’MCH è un parametro che, come accennato in apertura di articolo, indica la quantità di emoglobina mediamente contenuta negli eritrociti; generalmente tale indice eritrocitario tende ad aumentare parallelamente al volume corpuscolare medio (MCV).

Un MCH alto in caso di conta eritrocitaria bassa significa che l’organismo sta producendo meno globuli rossi, ma di dimensioni maggiori e con un contenuto di emoglobina maggiore; è un meccanismo con il quale l’organismo cerca di sopperire al ridotto numero di globuli rossi; questa condizione è nota come anemia macrocitica (MCH >32 pg, MCV >94 fl).

MCH

L’MCH (Mean Corpuscolar Haemoglobin, contenuto emoglobinico corpuscolare medio) è un parametro del sangue che indica la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso.

La forma più grave di anemia macrocitica è l’anemia perniciosa (o di Addison-Biermer) una forma di anemia cronica da ridotta produzione di globuli rossi da deficit di vitamina B12 (o cianocobalamina) e folati determinato da un meccanismo autoimmune.

Altre cause di un innalzamento dei valori possono essere:

  • ipotiroidismo o altri disturbi tiroidei
  • epatopatie croniche
  • anemia emolitica
  • aplasia midollare
  • abuso di sostanze alcoliche.

I sintomi e i segni causati da queste patologie possono essere numerosi; oltre a quelli comuni a molte forme di anemia (dispnea, tachicardia, pallore, cefalea ecc.), si possono avere itterizia, parestesie, disturbi dell’equilibrio, depressione, confusione mentale (manifestazioni che caratterizzano l’anemia da carenza di vitamina B12 e folati).

MCH e MCV – Classificazione morfologica delle anemie

Una delle tante modalità di classificazione delle anemie è quella morfologica che si basa sui valori dell’MCV e sul MCH); facendo riferimento a questi due parametri si distinguono tre tipologie di anemia:

  • ipocromica microcitica: MCH <27 pg, emazie ipocolorate e MCV <80 fl
  • normocromica normocitica: MCH 29,5 +/- 2,5 pg, MCV compreso fra 80 e 94 fl
  • macrocitica: MCH >32 pg, MCV >94 fl.
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