L’MPV (Mean Platelet Volume, volume piastrinico medio) è uno dei tanti parametri che vengono riportati sul referto relativo all’emocromo, uno dei principali esami di laboratorio grazie al quale è possibile valutare l’aspetto quantitativo dei principali costituenti cellulari del sangue, vale a dire globuli rossi (eritrociti), globuli bianchi (leucociti) e piastrine (trombociti). L’MPV, in particolare, è un parametro relativo alle piastrine, infatti indica la loro grandezza media; in altri termini, maggiore è il volume piastrinico medio, maggiori sono le dimensioni medie delle piastrine. Di solito, nel caso in cui gli altri indici piastrinici rientrino nella norma, l’MPV è un parametro che non ha una particolare rilevanza-clinico diagnostica; in genere è inversamente proporzionale al numero di piastrine. Viene espresso in femtolitri.
Insieme al PDW (Platelet Distribution Width, ampiezza di distribuzione piastrinica, un parametro di laboratorio che indica il grado di variabilità delle dimensioni delle piastrine) l’MPV fornisce al medico o allo specialista ematologo informazioni addizionali relativamente alle piastrine e/o alle cause di una conta piastrinica (PLT) alta o bassa. In genere, le piastrine di dimensioni maggiori sono relativamente e giovani e rilasciate dal midollo osseo più recentemente, mentre quelle di dimensioni inferiori sono di solito più vecchie e destinate a rimanere in circolo per pochi giorni; per esempio, il riscontro in un soggetto di MPV alto e una conta piastrinica bassa, è di solito indice che il midollo osseo sta producendo piastrine e le rilascia in circolo in modo piuttosto rapido, magari per compensare una perdita eccessiva di piastrine più vecchie; al contrario, un MPV basso in soggetti con una conta piastrinica bassa potrebbe essere spia di una patologia del midollo osseo. Risultati anomali richiedono di solito accertamenti ulteriori. In sostanza, il volume piastrinico medio è un indice piastrinico utile nei processi di diagnosi o di monitoraggio di varie condizioni patologiche (disturbi della coagulazione, patologie infiammatorie, sindromi mieloproliferative ecc.).
Si deve però tenere ben presente che l’MPV è un parametro che non può essere valutato da solo, deve infatti essere necessariamente messo in relazione con gli altri indici piastrinici ovvero PLT (conta piastrinica), PCT (piastrinocrito) e PDW (coefficiente di variazione di volume delle piastrine); grazie a queste relazioni è possibile valutare l’efficienza del processo di emostasi (o coagulazione del sangue; ricordiamo che le piastrine rappresentano uno dei quattro sistemi principali coinvolti in questo processo, noto anche come emocoagulazione).
Altri parametri ai quali l’MPV può essere messo in relazione sono il tempo di protrombina (PT) e il tempo di tromboplastina parziale (PTT); PT e PTT sono due esami che di solito vengono richiesti insieme allo scopo di inquadrare in modo più completo l’attività coagulativa del sangue. Per effettuare un emocromo (esame emocromocitometrico), esame che comprende anche la misurazione dell’MPV, è sufficiente un prelievo di sangue dalla vena di un braccio.
MPV (volume piastrinico medio) – Valori normali
Parlare di valori normali di MPV può essere fuorviante; in effetti, non esiste un valore di volume piastrinico medio che possa essere considerato normale per tutti; si tratta infatti di un parametro che deve essere messo in relazione alla conta piastrinica; più lenta è la produzione delle piastrine da parte del midollo osseo, minore sarà il loro volume (MPV basso), viceversa, più rapida è la produzione, maggiori saranno le dimensioni dei trombociti (MPV alto); come detto, infatti, le piastrine di più recente produzione hanno dimensioni maggiori di quelle più vecchie.

L’MPV è uno dei tanti parametri che vengono riportati sul referto relativo all’emocromo, uno dei principali esami di laboratorio grazie al quale è possibile valutare l’aspetto quantitativo dei principali costituenti cellulari del sangue.
In genere, comunque, viene indicata una fascia di riferimento di volume piastrinico medio abbastanza ampia (dai 9,7 ai 12,8 femtolitri, che corrispondono a piastrine con un diametro che va dai 2,65 a 2,9 µm).
MPV alto – Cause
Sono numerose le cause di MPV alto; fra queste vale la pena ricordare soprattutto le seguenti:
- anomalia di May-Hegglin (anche inclusioni leucocitarie di Döhle con piastrine giganti)
- diabete mellito
- febbre reumatica (malattia reumatica che colpisce generalmente soggetti in età pediatrica)
- infarto cardiaco
- ipertiroidismo
- macrotrombocitosi mediterranea
- malattie infiammatorie intestinali
- piastrinopenie autoimmuni (malattie caratterizzate dalla drastica riduzione delle piastrine circolanti)
- preeclampsia (una grave complicanza della gravidanza)
- porpora trombocitopenica idiopatica (malattia ereditaria caratterizzata da piastrinopenia)
- sindrome di Bernard-Soulier (distrofia trombocitica emorragica)
- sindromi mieloproliferative
- splenectomia (asportazione della milza)
- vasculiti
- vizio del fumo.
MPV basso – Cause
Sono diverse anche le cause di MPV basso:
- anemia aplastica (anche aplasia midollare)
- anemia megaloblastica
- carenza di folati
- carenza di vitamina B12
- chemioterapia
- ipersplenismo (anomalo funzionamento della milza)
- sindrome di Wiskott-Aldrich (rara malattia ereditaria caratterizzata, fra l’altro, da piastrinopenia e immunodepressione).
Un MPV basso predispone all’insorgenza di emorragie; secondo molti studi, infatti, le piastrine di dimensioni più grandi sono maggiormente attive nel processo di emocoagulazione. In un soggetto sano il volume piastrinico medio può essere ridotto dall’assunzione di acidi grassi omega 3.