L’OCT (Optical Coherence Tomography) è una tecnica diagnostica per immagini che è stata introdotta in ambito oculistico da alcuni anni.
I tomografi di più recente generazione, quelli che consentono la cosiddetta OCT spectral domain ad alta risoluzione, introdotti per la prima volta nel 2006, utilizzano tecnologie all’avanguardia che consentono di ottenere immagini retiniche e del nervo ottico la cui qualità è decisamente superiore a quella relativa ai macchinari delle generazioni precedenti.
L’OCT è un esame semplice, affidabile, non invasivo (non sono necessarie iniezioni e l’occhio non entra mai a contatto con il macchinario), innocuo, rapido, altamente sensibile e riproducibile.
L’OCT non è soltanto utilizzato in ambito diagnostico, questa tecnica, infatti, consente valutazioni di vario tipo (efficacia di cure farmacologiche, tipologia e dimensioni di una lesione ottica, evoluzione di interventi chirurgici tradizionali o laser, evoluzioni di processi patologici a carico della retina ecc.).
Nota – L’OCT è nota anche come Tomografia a Coerenza Ottica o Tomografia Ottica a Radiazione Coerente
Come funziona l’OCT
I macchinari che consentono di effettuare la Tomografia a Coerenza Ottica sono strumenti particolarmente complessi e non è questa la sede per entrare in noiosi dettagli tecnici; un po’ grossolanamente possiamo affermare che un esame OCT consiste in una serie di scatti fotografici effettuati sfruttando fasci di luce a infrarossi che vengono inviati sulla retina; vi sono delle similitudini con la tecnica ecografica nella quale però le onde sono di tipo acustico. Il livello di risoluzione è comunque decisamente superiore a quello di un’ecografia.
L’esame OCT è semplice e rapido; il paziente deve guardare all’interno di un obiettivo di una telecamera; di norma non è necessario, come accade per altri tipi di esami oculistici, instillare nell’occhio nessun medicinale per dilatare la pupilla.
L’esame non è affatto fastidioso, non vi sono fasci di luce che abbagliano e non è nemmeno necessario utilizzare liquidi di contrasto (come avviene per esempio nel caso si debba eseguire un’angiografia con verde di indocianina o una fluorangiografia). Le immagini vengono ottenute in modo rapidissimo e l’esame completo dura dai 5 ai 10 minuti al massimo. Grazie all’OCT è possibile ottenere una mappa retinica in pochi secondi.
L’altissima precisione di questo esame lo sta rendendo sempre più indispensabile e in diversi casi, invece di affiancare l’esame fluorangiografico (al quale è spesso complementare), è addirittura in grado di sostituirlo.
Le immagini ottenibili con la Tomografia a Coerenza Ottica possono essere in scala di grigi oppure a colori; le immagini in scala di grigi, pur essendo meno appariscenti di quelle a colori, sono spesso più utili per gli specialisti in quanto consentono lo studio di dettagli che con le altre immagini non sarebbero evidenti.
Alcuni tomografi spectral domain sono in grado di fornire immagini tridimensionali, di notevole utilità nello studio delle patologie retiniche e di quelle che interessano il nervo ottico.

L’OCT è un esame semplice, affidabile, non invasivo (non sono necessarie iniezioni e l’occhio non entra mai a contatto con il macchinario), innocuo, rapido, altamente sensibile e riproducibile.
Quando ricorrere all’OCT
L’OCT, come accennato nei paragrafi precedenti, è una tecnica diagnostica molto evoluta e decisamente affidabile e il suo utilizzo in ambito oculistico sta prendendo sempre più campo; la sua utilità è stata dimostrata in molte affezioni oculari fra le quali si ricordano la degenerazione della macula (sia le degenerazioni senili che quelle giovanili con o senza neovascolarizzazioni sottoretiniche), la retinopatia diabetica, l’atrofia progressiva della retina, il foro e lo pseudo-foro maculare, l’edema maculare di varia origine, il distacco retinico e il distacco dell’epitelio pigmentato, la neovascolarizzazione intraretinica e la neovascolarizzazione preretinica, le lesioni a carico dell’interfaccia vitreoretinica, la membrana epiretinica (pucker maculare), la retinoschisi della fovea e il glaucoma; ci soffermiamo brevemente su quest’ultima patologia, l’OCT, infatti, si è dimostrata un validissimo strumento per lo studio di questa grave malattia oculare; grazie all’esame tomografico, infatti, è possibile studiare accuratamente l’evoluzione della patologia e valutare l’efficacia delle terapie intraprese; con l’OCT, in caso di glaucoma, è possibile ottenere dettagliate informazioni relative sia allo spessore delle fibre nervose retiniche sia a diversi parametri della papilla ottica (la zona dell’espansione del nervo ottico); ricordiamo, infatti, che l’assottigliamento dello spessore delle fibre nervose della retina e l’escavazione della pupilla ottica sono due dei segni precoci della patologia in questione).
Limiti dell’esame
La Tomografia a Coerenza Ottica è un esame che, pur essendo particolarmente evoluto, non può essere sempre utilizzato. L’OCT, infatti, è di difficile o di impossibile esecuzione nel caso di opacità del cristallino di una certa importanza, edema della cornea, torbidità o emorragia del corpo vitreo, nubecola corneale, importanti alterazioni del film lacrimale, assenza di fissazione e presenza di olio di silicone o sangue nella camera vitrea.
In alcuni casi specifici (cataratta non avanzata e presenza di olio di silicone) l’esame OCT può essere comunque eseguito, ma la sua accuratezza non è garantita.
Dei problemi di valutazione potrebbero esserci anche nel caso di cornee operate con laser a eccimeri, anche se queste risultano apparentemente trasparenti.