Il peptide C (spesso indicato come C-peptide o peptide di connessione) è una molecola formata da 31 aminoacidi; è rilasciata dalle cellule beta del pancreas nel corso del cosiddetto clivaggio della pro-insulina in insulina.
Fino a non molto tempo fa si riteneva che questo frammento peptidico fosse inerte; in seguito si è poi scoperto che ha un suo ruolo in alcune funzioni biologiche.
Per ogni molecola di insulina rilasciata in circolo, si ha il rilascio di una molecola di peptide C; l’emivita di quest’ultimo è di circa 20 minuti, mentre quella dell’insulina è di circa 5 minuti.
Peptide C – A cosa serve l’esame
In ambito clinico, la rilevazione dei livelli di peptide C nel sangue serve a valutare la produzione di insulina endogena da parte delle cellule beta del pancreas. Bassi livelli ematici della molecola fanno ritenere che la sintesi di insulina sia più bassa del normale; è un parametro che può rivelarsi utile:
- per la valutazione delle caratteristiche di un diabete diagnosticato di recente;
- per il monitoraggio nel tempo delle capacità del pancreas di produrre insulina nel caso di un diabete insorto da tempo;
- per orientare al meglio la terapia;
- per valutare la risposta del soggetto alla terapia ipoglicemizzante
- come supporta alla diagnosi di insulinoma (una forma tumorale secernente insulina che interessa le cellule beta del pancreas).
Dal momento che il peptide C è metabolizzato a livello renale, è possibile misurarne i livelli anche attraverso l’esame delle urine delle 24 h.
Il dosaggio del peptide C ha qualche vantaggio rispetto a quello dell’insulina; si è infatti osservato che il primo mostra con maggiore precisione l’attività di secrezione delle cellule beta del pancreas, anche nel caso in cui al paziente sia somministrata insulina (insulina esogena) perché il primo rileva il tasso di quella prodotta dall’organismo; inoltre, nel caso in cui vi sia presenza di anticorpi anti-insulina (che possono formarsi nei pazienti che sono trattati con insulina), non si hanno interferenze con l’esame, cosa che invece non avviene quando si dosa l’insulina.
Nei soggetti affetti da malattie del fegato, inoltre, il dosaggio del C-peptide è senz’altro preferibile perché questo è metabolizzato a livello renale, mentre l’insulina è metabolizzata a livello epatico; in soggetti affetti da epatopatie, quindi, i risultati dell’esame dell’insulina potrebbero risultare non del tutto corretti.
Peptide C e diabete mellito di tipo 2
In un soggetto diabetico, sarebbe logico aspettarsi una bassa concentrazione di peptide C; questo però non sempre risulta vero; questo perché, per esempio, nelle fasi iniziali di un diabete mellito di tipo 2 si ha normalmente una condizione di iperinsulinemia, ovvero un’elevata concentrazione di insulina nel sangue; anche i livelli di peptide C risultano aumentati; nelle fasi iniziali del diabete, infatti, non si ha tanto mancanza di insulina quanto una riduzione della sensibilità cellulare alla sua azione (fenomeno noto come insulino-resistenza). Con il progredire della malattia, invece, le cellule beta del pancreas perdono progressivamente la loro funzionalità e si ha sia una riduzione della produzione di insulina sia di peptide C.
Come si effettua l’esame
Per misurare i livelli di C-peptide è sufficiente un prelievo di sangue venoso. È necessario osservare un digiuno di almeno 8-10 ore prima di effettuare l’esame (C-peptide basale).
Ricordiamo che il peptide C può anche essere dosato in un campione di urine delle 24 h.
Nota bene – Il medico o il diabetologo può richiedere l’effettuazione dell’esame dopo opportuno stimolo, come per esempio la somministrazione di glucagone o di un pasto (C-peptide dopo stimolo).

In ambito clinico, la rilevazione dei livelli di C-peptide nel sangue serve a valutare la produzione di insulina endogena da parte delle cellule beta del pancreas.
Peptide C – Valori normali
I valori normali nel sangue (in condizioni di digiuno) variano da 0,78 a 1,89 ng/mL (0,26-0,62 nmol/L).
Questi intervalli di riferimento sono da considerarsi indicativi; è possibile, infatti, che vi siano lievi variazioni tra un laboratorio e l’altro; è sempre quindi necessario fare riferimento agli intervalli di normalità riportati sul referto rilasciato dalla struttura presso la quale si è effettuato l’esame.
Peptide C alto – Cause principali
Il peptide C può risultare alto nei seguenti casi:
- diabete mellito di tipo 2 (non insulino-dipendente)
- insufficienza renale
- insulinoma (un raro tumore delle cellule beta del pancreas con ipersecrezione di insulina)
- assunzione di ipoglicemizzanti orali (farmaci per tenere sotto controllo i livelli di glicemia)
- assunzione di contraccettivi orali
- assunzione di clorochina (un medicinale antimalarico).
Peptide C basso – Cause
Il peptide C può risultare basso nei seguenti casi:
- diabete insulino dipendente
- ipoglicemia da somministrazione di insulina
- pancreatectomia (asportazione del pancreas).
dei risultati
I risultati dell’esame devono essere sempre interpretati dal medico curante, che conosce la storia del paziente, o dallo specialista diabetologo. Di seguito alcune indicazioni di massima in base ai valori di glicemia e di peptide C.
Glicemia alta, peptide C alto – Le possibili cause sono: diabete mellito di tipo 2 recentemente diagnosticato, insulino-resistenza, prediabete, diabete gestazionale.
Glicemia alta, peptide C basso – Le possibili cause sono: diabete mellito di tipo 1, diabete mellito di tipo 2 diagnosticato da diversi anni.
Glicemia bassa, peptide C alto – Le possibili cause sono: insulinoma, uso eccessivo di ipoglicemizzanti.
Glicemia bassa, peptide C basso – Le possibili cause sono: infezioni gravi, eccessive dosi di insulina, epatopatie, morbo di Addison.