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Piastrine

Le piastrine (dette anche trombociti) sono dei piccolissimi elementi figurati del sangue (dei vari elementi sono quelli più piccoli; il loro diametro è di circa 2-3 µm); diversamente da globuli rossi (eritrociti) e globuli bianchi (leucociti), le piastrine, che sono prive di nucleo, non sono cellule vere e proprie, bensì dei piccoli frammenti di megacariociti.

Il processo di formazione delle piastrine, fenomeno noto come trombocitopoiesi, avviene a livello del midollo osseo; esse costituiscono lo stadio finale della cosiddetta serie piastrinopoietica; questa inizia con il megacarioblasto, la cellula capostipite la quale, attraverso diverse fasi, passa allo stadio di megacariocito, una cellula di grandi dimensioni (60 µm) dalle cui regioni periferiche si distaccano le piastrine; queste, di fatto, sono gli unici elementi della serie piastrinopoietica che entrano in circolo.

piastrine

Una visualizzazione 3D di una piastrina

Nonostante la loro dimensione molto contenuta, la struttura delle piastrine è particolarmente complessa ed esse rappresentano uno dei quattro sistemi principali coinvolti nei meccanismi di coagulazione del sangue (anche emostasi o emocoagulazione), il fenomeno fisiologico che, attraverso varie fasi, porta alla formazione di un coagulo che serve a interrompere, o perlomeno limitare, un’emorragia; per approfondimenti sul processo di emostasi si consulti il nostro articolo Coagulazione del sangue, dove l’argomento è trattato molto dettagliatamente ed esaustivamente.

A cosa servono le piastrine?

I trombociti si attivano soltanto in risposta a stimoli ben precisi; se avvenisse il contrario, se cioè si aggregassero quando le circostanze non lo richiedono, o se, al contrario, non si attivassero al momento in cui il loro intervento è richiesto, si avrebbero conseguenze molto gravi per l’organismo, ovvero fenomeni di trombogenesi patologica o fenomeni emorragici; in condizioni normali, quindi, le piastrine si attivano soltanto quando è necessario e cioè quando le pareti del sistema circolatorio vengono lesionate.

Valori normali

In un µl (o in un millimetro cubo) di sangue circolante sono presenti un numero di piastrine che varia da 150.000 a 400.000; questo è considerato il range di normalità; il numero di trombociti circolanti, comunque, può variare non soltanto in condizioni patologiche, ma anche in condizioni fisiologiche particolari (per esempio, in seguito a un esercizio fisico regolare e intenso).

La vita media delle piastrine è di circa 9 giorni (molto più breve di quella dei globuli rossi, quindi, la cui vita media è di circa 120 giorni); alla fine del loro ciclo vitale, le piastrine vengono fagocitate o distrutte dai macrofagi; ciò avviene in particolar modo nel fegato e nella milza.

In condizioni normali la produzione giornaliera di piastrine è di circa 40.000 unità per millimetro cubo, ma se le circostanze lo richiedono tale produzione può essere decisamente maggiore (anche 320.000 unità per millimetro cubo).

Alterazioni patologiche (piastrinopenie, trombocitosi e piastrinopatie)

Le alterazioni patologiche delle piastrine possono essere relative al loro numero e/o alla loro morfologia.

A livello numerico, essenzialmente, si possono avere piastrinopenie (anche trombocitopenie o ipopiastrinemie; più popolarmente si parla di piastrine basse) o trombocitosi (anche piastrinosi o o trombocitemia o, più comunemente, piastrine alte); si parla di piastrinopenia quando il numero di piastrine scende sotto il numero di 150.000 unità per millimetro cubo (o microlitro), mentre si ha trombocitosi nel caso in cui il numero di trombociti superi le 400.000 unità per millimetro cubo.

È oltremodo opportuno ricordare che piccole variazioni al di sopra o al di sotto del range di normalità potrebbero non essere dovute a condizioni patologiche sottostanti.

Le alterazioni morfologiche sono dette, invece, piastrinopatie (o trombocitopatie); le piastrinopatie sono affezioni caratterizzate da alterazioni della funzionalità delle piastrine; essenzialmente si tratta di malattie che si manifestano con un difetto dell’adesività e dell’aggregabilità di tali elementi, con allungamento dei tempi di sanguinamento e segni di fragilità vascolare.

Alle piastrinopatie non si associano generalmente alterazioni di carattere quantitativo. Molto spesso sono patologie congenite, spesso ereditarie (si possono citare, per esempio, la malattia di Glanzmann, la sindrome di Willebrand-Jürgens, la malattia di May-Hegglin ecc.); si hanno anche piastrinopatie secondarie, ovvero acquisite, a seguito di patologie del sangue o renali oppure a carattere iatrogeno (determinate cioè dall’assunzione di determinati farmaci).

Piastrine ed esami del sangue

Di norma la conta piastrinica viene effettuata internamente all’esame emocromocitometrico (più noto semplicemente come emocromo); tuttavia, in casi particolari, in seguito a patologie piastriniche accertate o di fronte a dubbi interpretativi, potrebbe essere richiesto il solo esame delle piastrine in citrato (un anticoagulante diverso da quello normalmente contenuto nella provetta con la quale si raccoglie il sangue utilizzato per l’emocromo).

Nell’esame emocromocitometrico, i parametri relativi alle piastrine sono evidenziati con alcune sigle:

  • PLT (indica il numero dei trombociti per unità di volume di sangue intero; i valori normali sono compresi tra 150.000 e 400.000 per millimetro cubo; la sigla deriva dal termine inglese platelets, piastrine appunto).
  • MPV (Mean Platelet Volume, volume medio piastrinico; indica il volume medio delle piastrine espresso in femtolitri).
  • PDW (Platelet Distribution Width, ampiezza di distribuzione piastrinica; indica il grado di variabilità delle dimensioni delle piastrine; alti valori indicano una certa discrepanza fra i volumi dei trombociti; valori bassi indicano invece una certa uniformità delle loro dimensioni).
  • PCT (Plateletcrit, piastrinocrito o ematocrito piastrinico; questo parametro indica la frazione percentuale di sangue intero che viene occupata dai trombociti).

 

Piastrine alte – Cause

I termini trombocitosi e trombocitemia sono generalmente utilizzati come sinonimi e indicano livelli di piastrine circolanti superiori al normale (si parla appunto di piastrine alte); alcuni autori, però, li distinguono e usano il termine trombocitemia per indicare una condizione caratterizzata da un notevole aumento di trombociti nel sangue e causata da una proliferazione tumorale dei megacariociti nel midollo osseo; in questo caso si osserva un notevole aumento del rischio di trombosi; con il termine trombocitosi, invece, indicano una condizione in cui l’aumentato numero dei trombociti circolanti è di natura reattiva, ovvero secondario a condizioni patologiche sottostanti che causano uno stimolo alla sintesi di piastrine nel midollo osseo; si tratta quindi di una condizione non cronica e reversibile nel caso in cui la malattia primitiva sottostante si risolva in modo spontaneo oppure attraverso un’adeguata terapia. Di norma, le trombocitosi reattive transitorie non sono associate a un aumento del rischio di eventi trombotici, rischio che invece si fa concreto nel caso di forme ad andamento cronico.

Di seguito un elenco delle principali cause di piastrine alte.

  • Anemia drepanocitica
  • Carcinomi
  • Carenza di ferro
  • Collagenopatie
  • Esercizio fisico
  • Farmaci (vitamina B12, vincristina, antibiotici, acido folico ecc.)
  • Febbre reumatica
  • Leucemia acuta
  • Leucemia mieloide cronica
  • Morbo di Hodgkin
  • Mielofibrosi
  • Morbo di Crohn
  • Neoplasie
  • Osteomieliti
  • Parto
  • Policitemia
  • Traumi
  • Trombocitemia essenziale
  • Tubercolosi.

Piastrine alte – Sintomi

Un aumento dei valori dei trombociti, in sé non comporta l’insorgere di particolari sintomi; le varie manifestazioni cliniche sono da riferirsi alla condizione patologica sottostante che ha causato la trombocitosi.

Piastrine basse – Cause

Sono altrettanto numerose anche le cause di piastrine basse (piastrinopenia); fra le principali si ricordano:

  • Anemia aplastica
  • CID
  • Deficit di folati
  • Deficit di vitamina B12
  • Epatopatie croniche
  • Farmaci (barbiturici, diuretici, fenilbutazone, ipoglicemizzanti, piramidone, sulfamidici, PAS ecc.)
  • Infezioni (setticemie, brucellosi, tifo, scarlattina, tubercolosi, difterite, mononucleosi, varicella, parotite, herpes, toxoplasmosi, malaria ecc.)
  • Ipertiroidismo
  • LES
  • Leucemia linfoide
  • Linfomi
  • Morsi di serpente
  • Porpore
  • Rigetto di trapianto renale
  • Sindrome di Evan
  • Trasfusioni
  • Uremia
  • Ustioni.

Piastrine basse – Sintomi

Nel caso in cui la piastrinopenia (piastrine basse) sia di lieve entità, non si registrano sintomi particolari; se il problema, invece, invece è più importante, ovvero se le quantità di trombociti circolanti sono particolarmente basse si possono avere diverse manifestazioni cliniche anche piuttosto pesanti; fra questi ricordiamo in particolare:

  • gengive sanguinanti
  • emottisi
  • presenza di ematomi rossastri o violacei
  • petecchie
  • tempo di sanguinamento prolungato, anche per ferite di poco conto
  • mestruazioni particolarmente abbondanti
  • ematuria (presenza di sangue nelle urine)
  • ematochezia (presenza di sangue nelle feci)
  • emorragie interne più o meno gravi.

Se la conta piastrinica arriva a essere inferiore a 10.000 unità per microlitro, si possono avere pericolose emorragie interne.

Piastrine basse in gravidanza

Il riscontro di piastrine basse in gravidanza è una condizione non particolarmente frequente, ma comunque non minimale (interessa circa l’8-10% delle donne in stato interessante) ed è nota come trombocitopenia gestazionale (la conta piastrinica si aggira su valori che vanno dalle 100.000 alle 150.000 unità per millimetro cubo); in genere insorge nel corso del terzo mese di gestazione in donne precedentemente non piastrinopeniche, ma non comporta particolari rischi né per la madre né per il feto; la conta piastrinica tornerà alla normalità nel giro di breve tempo una volta che la donna avrà partorito.

Più seria è invece la piastrinopenia da preeclampsia, in circa il 15% dei casi di preeclampsia si registra una bassa conta delle piastrine; talvolta i valori sono particolarmente bassi (50.000 unità per millimetro cubo); in alcuni casi si ha lo sviluppo di una sindrome nota come HELLP, un serio quadro clinico caratterizzato da emolisi (Hemolysis), aumento degli enzimi epatici (Elevated Liver enzymes) e bassa conta piastrinica (Low Platelet count). Si risolve dopo il parto.

Altra causa di piastrine basse in gravidanza è la porpora piastrinopenica idiopatica, patologia caratterizzata da valori della conta piastrinica particolarmente bassa. Si registra grave piastrinopenia anche nel neonato.

Piastrine basse – Cosa fare

La terapia in caso di piastrine basse dipende ovviamente dalla patologia sottostante; in alcuni casi non sono necessari particolari interventi se non un controllo più frequente dei valori; è consigliabile evitare le attività che comportano un elevato rischio di sanguinamento, limitare il consumo di bevande alcolici e, nei limiti del possibile, evitare l’assunzione di quei medicinali che possono indurre piastrinopenia (per esempio, i FANS).

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