Quando si parla di PSA libero (talvolta indicato come free PSA o fPSA) si fa riferimento a una frazione della quantità totale di PSA circolante nel sangue; il PSA (Prostate-Specific Antigen, antigene prostatico specifico) è un enzima prodotto dalla prostata le cui principali funzioni sono quelle di ritardare la coagulazione e l’essiccamento del liquido seminale dopo l’immissione di questo all’esterno.
La quota libera del PSA, detta appunto PSA libero, è quella parte di PSA che non è legata alle proteine che lo trasportano.
In linea generale la quota di PSA totale ha la tendenza ad aumentare con il passare degli anni, ma può elevarsi anche nel caso in cui le ghiandole prostatiche siano più attive (per esempio, nel caso di un rapporto sessuale o di masturbazione) oppure nel caso di malattie che interessino la prostata.
L’esame del PSA viene spesso richiesto dai medici di base nel caso di pazienti over 50, soggetti a maggior rischio di patologie prostatiche, fra cui tumore alla prostata, ipertrofia prostatica e prostatiti.
Da anni vi sono discussioni sull’esame del PSA come strumento di prevenzione, posizione appoggiata da alcuni autori, ma non condivisa da altri. Più utile sembra invece il suo ruolo nel monitoraggio delle malattie che interessano la prostata (in particolare il tumore alla prostata e l’ipertrofia prostatica benigna). Per ulteriori considerazioni su questo punto si rimanda all’articolo generale. Qui ci limitiamo a ricordare come il PSA, per moltissimo tempo, sia stato considerato un marcatore tumorale, mentre adesso si tende più a considerarlo come un indicatore della salute della ghiandola prostatica.
Rapporto PSA libero/PSA totale – Basso e alto
I valori di PSA libero possono essere richiesti contestualmente a quelli di PSA totale oppure dopo che i risultati del PSA totale sono risultati superiori alla soglia di normalità.
Qual è l’importanza del PSA libero? Si è osservato che, nel caso di tumore alla prostata, la quota libera dell’enzima è inferiore rispetto a quella che invece viene rilevata nel caso di patologie benigne (nel caso di ipertrofia prostatica benigna la quota di PSA libero può risultare piuttosto alta). Di conseguenza, per interpretare nel modo più corretto l’esame si effettua il calcolo della ratio (rapporto) fra PSA libero e PSA totale riportando il risultato come percentuale. In sostanza:
- PSA libero basso – Se il rapporto PSA libero/PSA totale risulta inferiore o uguale al 10%, è consigliabile effettuare ulteriori diagnostici perché, in effetti, è possibile (ma non certa) la presenza un tumore alla prostata;
- PSA libero alto – Se il rapporto PSA libero/PSA totale risulta superiore al 25%, è meno probabile che il paziente sia affetto da cancro alla prostata.
Nota bene – In linea generale se il PSA totale <4 ng/ml, non si prende in considerazione il rapporto PSA libero/PSA totale; secondo alcuni autori però va considerato anche il fattore età; in altri termini, un conto è un valore di 4 mg/ml in un soggetto over 70, un altro può esserlo in un soggetto di 40; è per questo motivo che alcuni laboratori di analisi, a seconda delle soglie di età, pongono il limite di normalità a 2,5 ng/ml invece che ai “canonici” 4 mg/ml.
Riepilogando, quando i valori di PSA totale superano il range di normalità (4 ng/ml o 2,5 ng/ml, a seconda dei laboratori), i valori di PSA libero possono orientare il medico verso una patologia benigna (PSA libero alto) piuttosto che su una maligna (PSA libero basso). Va però ricordato che, in sé, il PSA è un esame poco specifico e non può essere utilizzato come strumento diagnostico. A tale proposito si ricorda, infatti, che in circa un quinto di soggetti risultati affetti, dopo esecuzione di biopsia prostatica, da tumore alla prostata, si registrano valori normali di PSA.

I valori di PSA libero possono essere richiesti contestualmente a quelli di PSA totale oppure dopo che i risultati del PSA totale sono risultati superiori alla soglia di normalità.
Fattori che possono falsare i risultati
I valori di PSA totale e la quota libera di PSA possono essere influenzati da varie condizioni non patologiche fra cui vale la pena ricordare:
- visita urologica o proctologica con esplorazione digito-rettale
- esecuzione di un’ecografia trans-rettale
- eiaculazione
- cistoscopia
- biopsia prostatica
- inserimento di catetere
- traumatismi (per esempio, utilizzo prolungato della bicicletta o della motocicletta).
È quindi sempre consigliabile effettuare il test trascorsi alcuni giorni dal momento in cui si sono verificati questi eventi.
PSA libero, finasteride e dutasteride
La finasteride e la dutasteride sono due dei principi attivi più comunemente utilizzati nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna.
Nella gran parte dei casi, i livelli di PSA totale si abbassano nel giro di pochi mesi dall’inizio della terapia per poi stabilizzarsi su un nuovo valore basale (in genere dopo circa sei mesi si arriva alla metà del valore basale antecedente la cura); dal momento che però i farmaci in questione non influenzano i valori della quota libera di PSA, per calcolare con esattezza il rapporto PSA libero/PSA totale non si deve considerare il nuovo valore basale, bensì tale valore raddoppiato (regola del raddoppio).
Come si effettua il test
Per effettuare il test free PSA è sufficiente sottoporsi a un prelievo di sangue dalla vena di un braccio; al contrario di quanto richiesto nel caso di altri esami del sangue, non è necessario essere a digiuno.