L’RDW (Red blood cells Distribution Width, ampiezza di distribuzione dei globuli rossi o ampiezza di distribuzione eritrocitaria) è un indice, presente in ogni esame emocromocitometrico (più comunemente conosciuto come emocromo) che serve a valutare l’omogeneità del volume dei globuli rossi; i globuli rossi (o eritrociti o, più raramente, emazie) sono cellule a forma di disco appiattito, prive di nucleo, che trasportano l’ossigeno, fissato tramite l’emoglobina in esse contenuta, fino alle cellule dei tessuti e riportano ai polmoni parte dell’anidride carbonica prodotta. L’ampiezza di distribuzione dei globuli rossi viene generalmente misurata in percentuale, più raramente in assoluto (in femtolitri) e permette di stimare la presenza di un’eventuale anisocitosi eritrocitaria, ovvero presenza di globuli rossi con notevole variabilità nelle dimensioni. Viene messo in relazione all’MCV (Volume Corpuscolare Medio) allo scopo di differenziare alcuni tipi di anemia.
Valori normali di RDW
I valori normali dell’indice variano a seconda dell’età e del sesso del soggetto. Per quanto riguarda il sesso maschile i valori normali di RDW sono seguenti:
- 2 anni: dal 12 al 14,5%
- 3-11 anni: dal 12 al 14%
- 12-15 anni: dall’11,6 al 13,8%
- >15 anni: dall’11,8% al 15,6%.
Per quanto concerne invece il sesso femminile i range di normalità sono:
- 2 anni: dal 12 al 14,5%
- 3-5 anni: dal 12 al 14%
- 6-11 anni: dall’11,6 al 13,4%
- 12-15 anni: dall’11,2 al 13,5%
- >15 anni: dall’11,9% al 15,5%.
La rilevazione del parametro, a seconda del laboratorio presso il quale viene effettuata l’analisi, può essere indicata come RDW-SD o RDW-CV. Nel primo caso si valuta la distribuzione volumetrica rispetto alla deviazione standard (SD, mentre nel secondo caso la valutazione viene fatta considerando il coefficiente di variazione, CV).
I valori di riferimento di questi due parametri sono diversi; l’SD viene espresso in femtolitri (il range di normalità va da 39 a 46 femtolitri), mentre il CV viene indicato in termini percentuali), ma di fatto i risultati sono del tutto sovrapponibili; scegliere l’una o l’altra modalità di calcolo non comporta, di fatto, nessuna differenza per quanto concerne l’ambito clinico. Si tenga in debito conto poi che gli intervalli di riferimento possono mostrare delle lievi differenze fra un laboratorio e l’altro ed è quindi sempre opportuno fare riferimento a quelli che sono presenti nel referto che viene consegnato.
A cosa serve esattamente l’RDW?
Si tratta di un indice che può rivelarsi piuttosto utile in varie circostanze. Nel caso in cui, per esempio, il suo valore sia elevato, il medico potrebbe sospettare una carenza di ferro, folati o vitamina B12; peraltro il valore dell’RDW tende a variare prima di altri parametri che saranno coinvolti in seguito. Può servire, anche se da solo non è sufficiente, nella diagnosi differenziale tra un’anemia sideropenica (RDW elevato, MCV basso o entro il range di normalità) e una talassemia eterozigote (RDW entro i limiti e MCV basso).

L’RDW è un indice, presente in ogni esame emocromocitometrico, che serve a valutare l’omogeneità del volume dei globuli rossi.
Può rivestire utilità nella distinzione fra un’anemia megaloblastica da carenza di vitamina B12 o di folati (nelle quali l’RDW risulta elevato) e altre condizioni che determinano macrocitosi e che spesso non causano scostamenti dell’RDW dal range di normalità.
Pur ricordando che l’interpretazione degli esami è compito che spetta esclusivamente al medico curante o a uno specialista ematologo, possiamo fornire alcune indicazioni generali sull’interpretazione dei valori di RDW in relazione a quelli dell’MCV.
RDW normale e MCV basso
Questo quadro può significare che il soggetto è affetto da una forma di anemia causata da una patologia cronica, da talassemia o da emoglobina E-beta-talassemia (HbE- BT), una forma di beta-talassemia caratterizzata da un quadro clinico lieve-grave.
RDW alto e MCV basso
Questo è un quadro che può essere indice di carenza di ferro o di presenza di beta-talassemia (si veda l’articolo Anemia mediterranea).
RDW normale e MCV alto
Questi valori possono essere presenti in caso di anemia aplastica, malattie croniche del fegato, forte consumo di bevande alcoliche o superalcoliche e anche nel caso in cui il soggetto stia sottoponendosi a trattamenti con farmaci chemioterapici o antivirali.
RDW alto e MCV alto
In questo caso è possibile che il soggetto sia affetto da anemia emolitica autoimmune, sindrome mielodisplastica o da una malattia cronica del fegato. La stessa situazione può anche verificarsi in caso di carenza di folati o di vitamina B12 (cianocobalamina) o in caso di trattamenti di chemioterapia.
RDW alto e MCV normale
Questa situazione può essere indice di anemia falciforme, malattie croniche del fegato, sindrome mielodisplastica o carenza di ferro, carenza di vitamina B12 o di folati.
Va precisato infine che in alcuni casi (per esempio, nel caso di anemia da patologia cronica o anemia da patologie renali), sia l’RDW che l’MCV possono rientrare entrambi nel range di normalità.
Va altresì precisato che lievi scostamenti, sia in basso che in alto, dal range di normalità possono non avere alcun significato clinico; si tratta di una condizione piuttosto comune.