Sono due le più comuni tecniche di scintigrafia polmonare: la scintigrafia polmonare perfusoria e la scintigrafia polmonare ventilatoria. Con la prima si visualizza il flusso sanguigno polmonare, con la seconda si valuta il grado di ventilazione a livello dei vari distretti polmonari.
I traccianti radioattivi utilizzati possono essere a base di cromo, iodio o tecnezio.
L’esame riveste una notevole utilità nella ricerca e nella valutazione di neoplasie, enfisema, sarcoidosi ecc. Il tempo occorrente per una scintigrafia polmonare va dai 15 ai 30 minuti circa.

La scintigrafia polmonare è un esame utile per rilevare la presenza di neoplasie ai polmoni
Non è necessaria alcuna preparazione particolare prima della scintigrafia polmonare, ma riveste una certa importanza l’esecuzione precedente di una radiografia toracica, possibilmente da effettuarsi nella stessa giornata in cui si esegue la scintigrafia; molto spesso, nei casi di sospetta embolia polmonare, il responso radiologico è negativo, ma consente di escludere a priori la presenza di altre condizioni patologiche (quali per esempio lo pneumotorace o la pleurite) che potrebbero creare un falso positivo all’indagine scintigrafica.
Scintigrafia polmonare perfusoria – È una tecnica di indagine priva di particolari effetti collaterali ed è generalmente tollerata anche da quei soggetti che sono affetti da serie patologie polmonari o cardiache.
La dose di radiazioni che viene assorbita dai polmoni è bassa, ancora più bassa è quella assorbita da gonadi e dal resto dell’organismo.
Si esegue questo tipo di esame per valutare l’eventuale presenza di embolia polmonare, per valutare l’efficacia delle terapie trombolitiche-anticoagulanti, per studiare le alterazioni della perfusione polmonare dovute a patologie di tipo polmonare o cardiaco, per lo studio dello shunt dx-sn sia primitivo che secondario a patologie epatiche ecc.
Scintigrafia polmonare ventilatoria – Anche questo è un esame privo di particolari problemi; per la sua esecuzione è sufficiente che il soggetto sia in grado di respirare all’interno di un’apposita mascherina.
Il radiofarmaco viene eliminato o per via respiratoria o per via renale o per trasporto mucociliare fino all’apparato gastroenterico. Anche in questo tipo di esame la dose di radiazioni assorbita è bassa a livello polmonare e molto bassa ad altri livelli.
La scintigrafia polmonare ventilatoria è utile nella diagnosi differenziale tra embolia polmonare e altre patologie che possono provocare alterazioni a livello di perfusione polmonare nel caso che la tecnica perfusoria non sia sufficientemente specifica.
Viene inoltre utilizzata per studiare la ventilazione polmonare nei soggetti affetti da patologie bronchiali ostruttive quali, per esempio, le neoplasie bronchiali o la BPCO e per studiare sia la permeabilità polmonare sia la clearance mucociliare.