La scintigrafia tiroidea è una tecnica diagnostica per immagini che prevede l’utilizzo di un tracciante radioattivo che viene captato dalla tiroide così da permettere di ottenere informazioni relative alla funzionalità di tale ghiandola. Le radiazioni che vengono emesse dalla ghiandola vengono “catturate” da un ricevitore (la cosiddetta gamma-camera) che, tramite un apposito software può riprodurre l’immagine della ghiandola esaminata.
Per lunghi decenni, la scintigrafia tiroidea ha rappresentato la tecnica principale nella diagnostica per immagini delle problematiche relative alla tiroide, ma negli ultimi tempi il suo ruolo ha subito un certo ridimensionamento a favore dell’ecografia, anche se, come vedremo, ha mantenuto una notevolissima utilità nella conferma diagnostica di alcune importanti patologie tiroidee.
I traccianti radioattivi maggiormente utilizzati per l’esecuzione di una scintigrafia tiroidea sono lo iodio (in particolare il 131I, ma anche il 123I) e il tecnezio (nella fattispecie il 99Tc); il tecnezio e lo iodio 123 vengono somministrati per via endovenosa, mentre lo iodio 131 per via orale.
Scintigrafia tiroidea: le principali indicazioni
Le principali indicazioni della scintigrafia tiroidea sono rappresentati dalla presenza di:
- gozzo tossico multinodulare
- ipotiroidismo neonatale
- noduli tiroidei
- presenza di tessuto tiroideo metastatico
- tireotossicosi.
Un cenno particolare va alla presenza di noduli tiroidei; grazie alla somministrazione del tracciante radioattivo, si è in grado di fare una distinzione fra noduli tiroidei caldi, noduli tiroidei freddi e noduli isocaptanti.
I noduli tiroidei caldi appaiono colorati in modo più intenso in quanto si tratta di tessuti maggiormente attivi rispetto a quelli circostanti; di norma si tratta di noduli di origine benigna (vedasi per esempio l’adenoma di Plummer) e potrebbero essere espressione di un quadro di tireotossicosi.
I noduli freddi, invece, sono costituiti da tessuto poco o per niente attivo e, in alcuni casi, potrebbero essere espressione di un processo tumorale; generalmente, quando con la scintigrafia si rileva la presenza di uno o più noduli freddi si fa seguire l’esecuzione di un ago aspirato in modo da accertarne la sua precisa natura.
I noduli isocaptanti sono noduli costituiti da tessuto che funziona in modo normale.
In linea generale, grazie alla scintigrafia si è spesso in grado di accertare le cause di ipotiroidismo o di ipertiroidismo nonché di valutare la presenza di un processo infiammatorio tiroideo nei casi in cui vi sia la presenza di un gozzo semplice oppure multinodulare.
La scintigrafia tiroidea, inoltre, permette di verificare la presenza di residui di tessuto tiroideo in seguito a un intervento chirurgico che ha interessato questa ghiandola per la presenza di un tumore o di un altro tipo di patologia.
L’esame
La scintigrafia tiroidea è un esame piuttosto semplice e non doloroso che, spesso, non richiede una particolare preparazione. A seconda dei casi potrebbe essere richiesto al paziente di sospendere temporaneamente l’eventuale assunzione di medicinali che possono interferire con la funzionalità della ghiandola tiroidea.

La scintigrafia tiroidea è una tecnica diagnostica per immagini che prevede l’utilizzo di un tracciante radioattivo che viene captato dalla tiroide così da permettere di ottenere informazioni relative alla sua funzionalità
È inoltre opportuno che il paziente segnali al medico l’eventuale assunzione di integratori alimentari contenenti iodio e quella di sale iodato; va anche segnalato l’eventuale utilizzo di prodotti contenenti iodio (dentifrici iodati e lavande vaginale iodate). Si deve altresì riferire se ci si è recentemente sottoposti a esami diagnostici che prevedevano l’utilizzo di traccianti radioattivi a base di iodio.
Come anticipato in apertura di articolo, la scintigrafia tiroidea si avvale di traccianti che devono essere somministrati endovena (tecnezio 99 e iodio 123) oppure per via orale. Nel caso di somministrazione per via endovenosa, la scintigrafia tiroidea sarà eseguita dopo circa mezz’ora dall’iniezione del tracciante, mentre nel caso dello iodio 131 saranno necessari due o tre giorni di attesa; è questo, infatti, il tempo necessario affinché il tracciante si distribuisca nella ghiandola tiroidea.
La scintigrafia tiroidea può anche essere effettuata sui bambini (la quantità di tracciante radioattivo che viene somministrata è proporzionale al peso corporeo).
Una volta che si è esaurito il tempo di attesa per la distribuzione del tracciante radioattivo, si passa all’acquisizione delle immagini. Una scintigrafia tiroidea ha una durata complessiva di circa 25-30 minuti.
Una volta terminato l’esame, il paziente può tranquillamente riprendere le proprie attività. Può essere consigliabile bere un po’ più del normale allo scopo di smaltire più velocemente il radiofarmaco.
Scintigrafia tiroidea: precauzioni
In linea generale non sono necessarie particolari precauzioni, ma di solito a chi si è sottoposto a scintigrafia tiroidea viene chiesto di non stare a stretto contatto con donne in stato interessante e con i bambini piccoli. Nel caso che il tracciante utilizzato sia lo iodio 131 queste accortezze dovrebbero essere adottate sia nel tempo di attesa (che di norma, lo ripetiamo, è di circa 2-3 giorni) sia per una settimana dopo l’esecuzione dell’esame.
Nel caso di donne che allattano, non c’è una controindicazione assoluta, ma sono necessarie alcune precauzioni visto che il radiofarmaco può passare nel latte materno; di norma, se si ritiene che la scintigrafia tiroidea non possa essere rimandata di molto tempo (sostanzialmente fino a quando la donna non ha cessato l’allattamento) si può stabilire un periodo di sospensione più o meno lungo; se il tracciante utilizzato è lo iodio 131, la sospensione deve però essere definitiva. Di norma i radiofarmaci utilizzati per la scintigrafia tiroidea non provocano né reazioni allergiche né altri effetti collaterali.
Controindicazioni
Le dosi di tracciante radioattivo che sono utilizzate nel corso di una scintigrafia tiroidea sono piuttosto basse e comunque tali da non comportare alcun rischio; l’esame è però controindicato nel caso di donne in stato interessante; a questo proposito è opportuno ricordare che nel caso di donne in età fertile, un’eventuale scintigrafia tiroidea viene effettuata nel giro dei primi dieci giorni dall’ultimo flusso mestruale in modo che sia esclusa la possibilità che la donna sia incinta.