Il segno di Kernig è uno dei tanti cosiddetti segni meningei, ovvero quei segni impiegati in ambito neurologico allo di individuare l’eventuale presenza di una patologia a carico delle meningi (ne sono esempi, oltre a quello di Kernig anche il segno di Brudzinski, il segno di Binda, il segno di Amoss, il rigor nucalis ecc.).
La positività al segno di Kernig è di aiuto al medico nella diagnosi di meningite (un grave processo infiammatorio a carico delle meningi e del liquor cerebrospinale), ma viene utilizzato anche nella diagnosi di altre condizioni patologiche che danneggiano le meningi.
Segno di Kernig – A cosa serve
Il segno di Kernig si basa sull’estensione delle meningi e viene eseguito sia con il paziente in posizione seduta, sia con il paziente in posizione supina; in un soggetto sano l’estensione delle meningi non causa sintomatologia alcuna, mentre nel soggetto affetto da meningite determina, quale risposta, l’assunzione di una posizione antalgica, ovvero di protezione contro il dolore. In sostanza, allorquando c’è irritazione meningea, queste manovre provocano dolore intenso.
Posizione seduta – Il segno è considerato positivo quando il paziente, in posizione seduta, non è in grado di mantenere le estese perché il farlo gli procura un dolore lancinante.
Posizione supina – Il segno è considerato positivo quando il paziente, sdraiato in posizione supina, con il medico che tenta di flettere tutto l’arto sul bacino, tende a flettere la gamba sulla coscia.

Il segno di Kernig è utilizzato nella diagnosi di meningite, un grave processo infiammatorio a carico delle meningi e del liquor cerebrospinale.
Origine del nome
Il segno deve il suo nome a Woldemar Kernig, un neurologo russo vissuto a cavallo fra il XIX e il XX sec.