Le strisce reattive per le urine (anche stick urine) sono uno strumento di autoanalisi che permette la misurazione di diversi parametri urinari restando comodamente a casa. Sono acquistabili in farmacia oppure online (non è richiesta la prescrizione medica) e hanno un prezzo piuttosto contenuto.
Ma cos’è esattamente uno stick urine? Si tratta, sostanzialmente, di piccole strisce costituite da un supporto rigido di plastica sul quale sono fissati dei piccoli tasselli reattivi che contengono dei reagenti che, una volta a contatto con determinate sostanze contenute nelle urine, sono in grado di produrre delle variazioni di colore in tempi piuttosto brevi (1-2 minuti circa).
La lettura dei parametri può avvenire o attraverso un confronto colorimetrico oppure, in modo più sofisticato, tramite un lettore automatico che rilascia una stampa dei risultati. Sulla confezione è presente una scala cromatica di confronto che permette all’utente una valutazione quantitativa di uno o più parametri (esistono infatti stick che servono per verificare un solo parametro –per esempio, il sangue- e stick che servono per valutarne 2 o più).
Strisce reattive per le urine: i parametri misurabili
I parametri che possono essere valutati con le strisce reattive per urine sono diversi:
- acido ascorbico
- bilirubina
- chetoni
- glucosio
- leucociti
- nitriti
- peso specifico
- pH
- proteine
- sangue
- urobilinogeno.
Acido ascorbico (vitamina C) – Il test rileva quanta vitamina C è presente nelle urine. Non si tratta di un dato “patologico”, ma la rilevazione è importante dal momento che una presenza eccessiva di acido ascorbico può alterare diversi dei parametri che vengono rilevati con lo stick urine. Per approfondire si consulti Acido ascorbico nelle urine.
Dal momento che la presenza di acido ascorbico nelle urine aumenta qualora si assumano integratori di vitamina C o cibi contenenti buone quantità di questa vitamina, è opportuno che nelle 24 ore che precedono il test si eviti l’assunzione di vitamina C e si consumino minori quantità dei cibi che la contengono.
Bilirubina – In un soggetto sano non si dovrebbe riscontrare bilirubina nelle urine (invero rientra nei limiti di normalità un valore fino a 0,02 mg/dl). La sua presenza potrebbe essere indice di un danno epatico (calcoli, cirrosi, epatite, tumori del fegato, chiusura dei dotti epatici, avvelenamento), talassemia, tumore al pancreas ecc. Tempi eccessivi di conservazione del campione o la presenza di acido ascorbico o nitrati nelle urine potrebbero essere causa di un falso negativo. Falsi positivi potrebbero verificarsi nel caso di ristagno fecale (stercobilina in eccesso che ritorna in circolo).
Chetoni (corpi chetonici) – I chetoni sono prodotti intermedi del metabolismo dei grassi. La loro rilevazione può aiutare a riconoscere uno scompenso metabolico (per esempio, la chetoacidosi metabolica, che si verifica nelle fasi più gravi del diabete mellito).
Quantità elevate si possono riscontrare nel caso di soggetti affetti da diabete o che seguono una dieta chetogenica (iperproteica); anche un periodo di digiuno prolungato può causare un innalzamento dei livelli di chetoni nelle urine. Altre condizioni che possono essere causa di chetonuria sono iperemesi gravidica (vomito ripetuto in gravidanza), danni epatici e intossicazioni da alcol. Nei soggetti in età pediatrica, la presenza di chetoni nelle urine può essere causata da uno stato febbrile conseguente a processi infettivi (sia batterici che virali), da un’alimentazione povera di carboidrati, dal digiuno o dalla diarrea.
L’assunzione di determinati farmaci (acido valproico, captopril, levodopa e mesna) può essere causa di falsi positivi. Per approfondire si consulti l’articolo Chetoni nelle urine.
Glucosio – Il glucosio viene escreto con le urine allorquando la sua concentrazione nel sangue supera la soglia renale (valore normale attorno ai 160-180 mg/dl); tale soglia varia in base alle caratteristiche individuali e può essere influenzata da variazioni nei livelli ormonali.
Se è vero che la glicosuria è una condizione che può essere indicativa di diabete mellito, è altrettanto vero che il riscontro di glucosio nelle urine può verificarsi anche in seguito a condizioni non patologiche (per esempio, un pasto particolarmente ricco di carboidrati o la condizione di gravidanza). Nei soggetti nei quali la soglia renale è molto elevata, è possibile che non venga riscontrata la presenza di glucosio nelle urine, anche se il soggetto è diabetico.
La ricerca di glucosio nelle urine tramite le strisce reattive non è quindi un esame che può essere utilizzato come “screening” di soggetti affetti da diabete mellito. Può però rivelarsi utile quando un soggetto diabetico si sta sottoponendo a terapia opportuna perché permette di monitorare l’efficacia di tale trattamento. La maggior parte delle strisce reattive per urine è sensibile a quantitativi di glucosio di circa 30 mg/100 ml; non è quindi possibile rintracciare la presenza di bassi quantitativi fisiologici di glucosio. Si deve tenere presente che l’assunzione di quantitativi importanti di vitamina C (con l’alimentazione o tramite integratori) può determinare risultati falsamente negativi. Se si hanno dubbi in proposito, è opportuno ripetere l’esame utilizzando le urine raccolte dopo che sono trascorse almeno dieci ore dall’ultima assunzione di acido ascorbico.
Si ricorda, infine, che la glicosuria può essere indice di insufficienza renale.
Leucociti – I leucociti (globuli bianchi) non dovrebbero essere rilevati nelle urine (al più, come si legge in molti referti di laboratorio, possono essere presenti in “tracce”, vale a dire, in quantità piccolissime).
Il riscontro di leucociti nelle urine è spesso spia di un’infezione interessante le vie urinarie, ma può anche dipendere da eventi traumatici che interessano la zona pelvica, da un processo infiammatorio della prostata o da rene policistico. Condizioni più gravi che possono causare leucocituria sono, per esempio, i tumori renali, le neoplasie della vescica, il LES, il diabete mellito, la glomerulonefrite, la calcolosi renale ecc.
Nelle donne in stato interessante, il riscontro di leucociti nelle urine è un’evenienza piuttosto frequente.
Sono comunque moltissime le condizioni patologiche e no che possono determinare la presenza di leucociti nelle urine in concentrazioni anomale.
Nitriti – Un aumento significativo della concentrazione dei nitriti nelle urine è generalmente legato alla presenza di un’infezione urinaria; molti batteri, infatti, (Escherichia coli, Proteus, Pseudomonas, Stafilococchi ecc.) hanno la capacità di convertire i nitrati urinari (con l’alimentazione si assume una certa quantità di nitrati; una parte viene eliminata con le urine) in nitriti. Va precisato che un test negativo per i nitriti non esclude il fatto che vi sia un’infezione urinaria dal momento che non tutti i microrganismi patogeni possiedono la capacità di ridurre i nitrati.
Falsi negativi possono essere dovuti a una terapia antibiotica o a un’aumentata diuresi o un aumento della frequenza delle minzioni (i microrganismi patogeni hanno bisogno alcune ore –almeno 3 o 4- per trasformare i nitrati in nitriti e se le minzioni sono frequenti questa trasformazione non avrà abbastanza tempo per tale trasformazione). Anche l’assunzione di vitamina C può essere causa di un risultato falsamente negativo.
Peso specifico (densità) – In condizioni fisiologiche normali, il peso specifico delle urine va da 1007 a 1030 (il termine tecnico per indicare una condizione di normalità del peso specifico è normostenuria). La densità può risultare diminuita in caso di insufficienza renale cronica, diabete insipido, eccessiva introduzione di liquidi ecc. mentre possono dare valori oltre la norma alcune patologie quali il diabete mellito scompensato, la glomerulonefrite ecc. oppure l’assunzione di farmaci diuretici o la disidratazione.
pH – Con il pH si indica l’acidità o l’alcalinità di una determinata sostanza. La scala del pH va da 0 a 14. In caso di pH 7 si parla di neutralità della sostanza. Una soluzione viene definita acida quando il suo pH è inferiore a 7, viene invece definita alcalina se il valore è superiore al valore di neutralità.
Il pH delle urine risulta più alcalino in condizioni di digiuno e più acido dopo i pasti. Il range di normalità va da 4,6 a 7,8. Valori inferiori o superiori rispetto al range di normalità possono essere spia di alterazioni dell’equilibrio acido-base.
L’acidità urinaria può essere dovuta a calcoli, dieta iperproteica, assunzione di farmaci a base di metionina o cloruro di ammonio ecc.
Le urine possono risultare alcaline quando si segue una dieta eccessivamente ricca di agrumi, nel caso di alcalosi respiratoria, alcalosi metabolica ecc.
Proteine – Di norma, le proteine dovrebbero essere assenti nelle urine. Talvolta però se ne rileva una minima quantità per motivi non patologici (si parla in questi casi di “proteinuria benigna”).
Una presenza di proteine superiore ai 150 mg/l potrebbe essere dovuta a glomerulonefrite, cistite, artrite reumatoide, diabete mellito, gravidanza, ipertensione arteriosa, mieloma multiplo ecc. Anche il sovrappeso può essere causa di proteinuria.
È doveroso precisare che la positività al test non è un indice predittivo particolarmente accurato dal momento che in molti casi la proteinuria è benigna (uno stress emotivo molto intenso o uno sforzo fisico particolarmente elevato, per esempio un allenamento per una gara di fondo, possono causare la presenza di proteine nelle urine). Per una valutazione più precisa sarebbe necessario ripetere il test più volte nell’arco di tre mesi; di solito, infatti, la proteinuria patologica è una condizione persistente; l’albumina, per esempio, viene riscontrata sia nelle urine notturne che in quelle diurne, mentre, in caso di proteinuria benigna, l’albumina è assente nelle urine notturne; è quindi opportuno monitorare queste per evitare risultati falsamente positivi.
La positività, inoltre, può essere determinata anche a causa dell’assunzione di elevate quantità di citrati o di bicarbonato o per l’utilizzo di determinati prodotti per l’igiene intima. Per approfondire si rimanda all’articolo specifico, Proteine nelle urine.
Sangue – Le strisce reattive per le urine sono in grado di rintracciare sia i globuli rossi intatti che l’emoglobina libera. Le condizioni che possono determinare la presenza di sangue nelle urine (che può essere macroscopica o microscopica) sono numerose e non sempre patologiche. Per approfondire l’argomento si rimanda all’articolo specifico (Sangue nelle urine).
Urobilinogeno – È il risultato della fermentazione intestinale della bilirubina. Una buona parte dell’urobilinogeno viene escreta con le feci; una certa quota viene invece riassorbita dalle pareti dell’intestino, rimesso in circolo per poi ritornare al fegato e ancora all’intestino. Nel corso di questi passaggi, una piccola parte (da considerarsi fisiologica) viene secreta anche dal rene e la si ritrova nelle urine (0,5-2,5 mg/dl). La presenza di urobilinogeno oltre il range di normalità può essere indicativa di epatopatie (malattie del fegato) di varia natura o un’ostruzione delle vie biliari. Falsi negativi potrebbero essere determinati dalla presenza di nitriti nelle urine, mentre falsi positivi possono essere causati da alcuni farmaci.

Le strisce reattive per le urine (anche stick urine) sono uno strumento di autoanalisi che permette la misurazione di diversi parametri urinari restando comodamente a casa. Sono acquistabili in farmacia oppure online (non è richiesta la prescrizione medica) e hanno un prezzo piuttosto contenuto
Alcuni consigli per l’utilizzo corretto delle strisce reattive per le urine
Prima di utilizzare le strisce reattive per le urine è opportuna un’accurata igiene intima; si dovrebbe però utilizzare soltanto acqua perché alcuni detergenti intimi possono interagire con i reagenti delle strisce falsando i risultati.
Il contenitore per la raccolta delle urine deve essere sterile (lo si può acquistare in farmacia).
Si dovrebbero preferibilmente utilizzare le urine del mattino perché sono generalmente più concentrate e perché, soprattutto, sono rimaste in vescica il tempo necessario a far sì che eventuali batteri presenti abbiano avuto il tempo di trasformare i nitrati in nitriti.
Si faccia attenzione a toccare con le mani (che dovrebbero essere pulite) soltanto la striscia che si andrà a utilizzare.
Una volta estratta la striscia la si immerga subito nel contenitore con le urine; si controlli che tutte le parti reagenti vengano a contatto con le urine.
Dopo un paio di secondi si estragga la striscia facendola sgocciolare lateralmente in modo da evitare che un agente reattivo scivoli mescolandosi con un altro.
Dopo il tempo indicato nelle istruzioni (in genere 1 o 2 minuti) si confronti il risultato consultando la scala cromatica stampata nella confezione.
Le strisce reattive per le urine temono la luce, il caldo e l’umidità; vanno quindi conservate nella loro confezione che deve essere richiusa non appena si è estratta la striscia occorrente. La confezione dovrà essere riposta in un luogo fresco e asciutto e al riparo dalla luce.
Per l’acquisto ci si orienti sugli stick confezionati nei barattoli in alluminio piuttosto che su quelli venduti in confezioni di plastica.