Il test di Schirmer è un test non invasivo di primo livello utilizzato in oculistica per effettuare la misurazione della secrezione lacrimale basale che può risultare ridotta a causa di sindromi dell’occhio secco primarie (manifestazioni a livello oculare di malattie autoimmuni come il LES, l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjögren, la sclerodermia ecc.) o secondarie (cioè dovute a patologie come blefarite, congiuntivite, ridotta secrezione legata all’età o all’uso di certi farmaci, ipovitaminosi A, uso prolungato di lenti a contatto morbide ecc.).
Test di Schirmer – Come si esegue
L’esecuzione del test di Schirmer è oltremodo semplice e anche piuttosto rapida; l’oculista posiziona due piccole strisce di carta bibula millimetrata (una speciale carta assorbente usata in ambito laboratoristico) nel sacco congiuntivale inferiore dell’occhio, dopodiché si attendono 5 minuti e si verifica la misura della porzione di striscia che risulta inumidita; la diagnosi di occhio secco si pone quando si scende sotto un certo valore.
Alcuni oculisti preferiscono effettuare il test di Schirmer instillando prima una goccia di collirio anestetico; lo scopo è quello di evitare un’eventuale lacrimazione indotta dall’inserimento della strisciolina di carta; la misurazione della secrezione lacrimale risulterà così più attendibile.

Il test di Schirmer è un test non invasivo di primo livello utilizzato in oculistica per effettuare la misurazione della secrezione lacrimale basale.
Per quanto il test di Schirmer non trovi tutti gli autori concordi sulla sua attendibilità (secondo alcuni è estremamente variabile e scarsamente riproducibile e ciò limiterebbe molto il suo valore diagnostico) è comunque tuttora uno dei test più utilizzati negli ambulatori oculistici per porre la diagnosi di occhio secco.
Test di Schirmer – Valori normali
I valori normali di riferimento del test di Schirmer variano in base all’età; nei giovani e negli adulti si considera normale un valore di 15 mm, ma in circa un terzo di soggetti anziani sani non si superano i 10 mm. Valori inferiori indicano disturbi più o meno lievi della lacrimazione; si definisce grave un disturbo della lacrimazione in cui non si raggiunge la soglia dei 4-5 mm (come può per esempio verificarsi nella sindrome di Sjögren, una malattia infiammatoria cronica che colpisce le ghiandole lacrimali e salivari e in generale tutte le ghiandole esocrine, determinando secchezza degli occhi e della bocca con le relative conseguenze (è anche detta cheratocongiuntivite secca).
Ecco un’indicazione di come vanno interpretati i valori del test di Schirmer:
- normalità: ≥15 mm
- disturbo di lieve portata: 14-9 mm
- disturbo di media portata: 8-4 mm
- disturbo grave: <4 mm.
Origine del nome
Il test di Schirmer deve la sua denominazione all’oftalmologo tedesco che lo ideò nel 1903, Otto Schirmer (1864-1818).