Con l’acronimo TPHA (Treponema Pallidum Haemagglutination Assay) si fa riferimento a un test di laboratorio effettuato sul sangue attraverso il quale si è in grado di evidenziare gli anticorpi anti Treponema attraverso l’agglutinazione di globuli rossi sensibilizzati con specifici antigeni. Gli anticorpi anti Treponema sono anticorpi che si formano come risposta a un’infezione da Treponema pallidum, un batterio Gram-negativo che provoca la sifilide.
Il test TPHA diventa positivo dopo che sono passate circa cinque-dieci settimane dal contagio; il test TPHA ha la tendenza a rimanere positivo vita natural durante, a prescindere dalla correttezza e dall’efficacia dei trattamenti effettuati. Ciò ne riduce l’utilità sia come test per il monitoraggio del trattamento sia nel caso di reinfezione.
Altri test, invece, hanno la tendenza a ridursi e talvolta a negativizzarsi dopo la terapia e, conseguentemente, possono essere impiegati sia per verificare l’efficacia dei trattamenti intrapresi sia per evidenziare un’eventuale reinfezione.
Nel caso in cui il test TPHA risulti positivo diventa necessario eseguire ulteriori accertamenti diagnostici; si dovranno infatti stabilire sia lo stadio della malattia (la sifilide è una patologia che si sviluppa attraverso varie fasi), sia i trattamenti da effettuare.
Altri esami che potrebbero essere richiesti in caso di positività al test TPHA sono il test FTA-ABS (Fluorescent Treponemal Antibody Absorbed) e il TPPA (Treponema pallidum Particle Agglutination).
Quando si esegue il test
Il test TPHA non è un esame di routine; il medico può richiederlo quando, per vari motivi, sospetta che il paziente possa aver contratto la malattia o anche quando quest’ultimo ha messo in atto comportamenti a rischio.
Generalmente al test TPHA si associa l’esame VDRL (Venereal Disease Reference Laboratory), un test caratterizzato da una maggiore sensibilità rispetto al primo, ma meno specifico (può risultare positivo anche nel caso di altri tipi di infezione o patologie).
Per effettuare l’esame è necessario sottoporsi a un prelievo di sangue dalla vena di un braccio. Viene generalmente richiesto un digiuno di almeno 8 ore.

Il test TPHA si positivizza dopo che sono passate circa cinque-dieci settimane dal contagio.
TPHA negativo e positivo
La combinazione dei risultati dei test TPHA e VDRL può fornire un quadro più preciso della situazione rispetto a quello che verrebbe prospettato con il solo esame TPHA. Di seguito le possibili interpretazioni.
TPHA negativo e VDRL positivo
In questo caso siamo probabilmente di fronte a una falsa positività. Se ci sono ragioni che possono far sospettare un contagio in data recente, è consigliabile ripetere gli esami dopo due settimane; ciò darà tempo al TPHA di positivizzarsi se l’infezione è stata effettivamente contratta.
TPHA negativo e VDRL negativo
La combinazione di questi due risultati fa propendere per l’esclusione della diagnosi di sifilide. Come nel primo caso, se ci sono fondati sospetti di un contagio particolarmente recente, è consigliabile ripetere i test dopo alcune settimane; in alternativa può essere effettuato l’esame FTA-ABS (Fluorescent Treponemal Antibody Absorption).
TPHA positivo e VDRL negativo
Di fronte a questo quadro, l’ipotesi più probabile è ci si trovi di fronte a un caso di sifilide trattato in precedenza; i risultati potrebbero anche indicare una fase latente della malattia. È opportuno in questa situazione effettuare dei test di conferma.
TPHA positivo e VDRL positivo
La positività a entrambi i test indica la quasi certezza della diagnosi di sifilide; tuttavia, se i livelli di VDRL sono inferiori a 4 e quelli di TPHA sono inferiori a 1280, potremmo trovarci di fronte a un vecchio caso di sifilide già curata. È consigliabile effettuare altri accertamenti.
Valori normali
Il valore normale per il test TPHA è la negatività. Va però ricordato che, in sé, un risultato negativo indica semplicemente che, al momento in cui è stato effettuato il prelievo, non risultano evidenze dell’infezione. Come spiegato nella prima parte dell’articolo, infatti, il anticorpi anti Treponema diventano rilevabili dopo un certo periodo di tempo dal contagio (indicativamente dopo 5-10 settimane).