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Valutazione dell’udito nel bambino

La valutazione dell’udito nel bambino fin dai primi mesi di vita è di notevole importanza per l’individuazione precoce di eventuali problemi uditivi; ciò permetterà, infatti, qualora si riscontrino deficit più o meno marcati della funzione uditiva, di mettere in atto tutte le strategie più opportune per impedire che l’ipoacusia provochi un ritardo nell’apprendimento del linguaggio e un disagio psicologico. Si deve infatti considerare che gli handicap uditivi che insorgono in età infantile non solo sono causa di ritardo nell’acquisizione delle competenze linguistiche e comunicative, ma incidono anche sulla sfera cognitiva e sulla sfera emotivo-affettiva e sociale del piccolo.

A tale scopo, in alcune regioni italiane, sono stati messi a punto dei programmi di screening che prevedono l’effettuazione di test uditivi fin dai primi giorni di vita e comunque prima che il neonato venga dimesso dalla struttura ospedaliera.

L’entità del fenomeno ipoacusia/sordità non è facile da stimare in modo corretto dal momento che lo screening uditivo neonatale non è previsto in tutte le realtà sanitarie del territorio nazionale.

Secondo alcuni autori, un neonato su mille presenta al momento nascita un’ipoacusia abbastanza grave da pregiudicarne un normale sviluppo del linguaggio, mentre un bambino su quattromila è affetto da sordità totale.

Un trattamento precoce dei deficit uditivi permette in molti casi di restituire al bambino un udito tale da consentirgli di evitare gravi disturbi del linguaggio e, in primis, il sordomutismo.

Fondamentale, lo ribadiamo ancora una volta, è la precocità della diagnosi.

Valutazione udito nel bambino

Gli handicap uditivi che insorgono in età infantile sono una delle cause di ritardo nell’acquisizione delle competenze linguistiche e comunicative

L’esame della funzione uditiva nel bambino

L’esame della funzione uditiva nei bambini molto piccoli (screening audiologico neonatale) non è sicuramente un compito banale; ciò dipende da vari motivi: pressoché totale mancanza di collaborazione, diffidenza dei più piccoli verso qualsiasi tipo di pratica medica, disinteresse verso gli stimoli acustici che sono utilizzati per l’esame audiometrico.

Del resto, nell’ottica dell’importanza di una diagnosi precoce di eventuali deficit uditivi, non è certo possibile attendere che il bambino abbia un’età tale da non creare problemi dal punto di vista collaborativo.

Fortunatamente, nei neonati esiste la possibilità di effettuare uno screening uditivo grazie a un esame noto come test delle otoemissioni acustiche.

Quello delle otoemissioni acustiche è un test molto semplice, altamente sensibile, affidabile, facile da eseguire, non invasivo e non pericoloso per il bambino. Viene effettuato con un piccolo apparecchio dotato di una sonda in grado di effettuare l’emissione e la registrazione di stimoli sonori. Praticamente si inserisce un piccolo tappo di gomma, nel quale è presente una sonda, nel condotto uditivo esterno. La sonda genera uno stimolo sonoro che giunge alla coclea; questa, a sua volta, produce, in risposta allo stimolo sonoro, dei suoni – le otoemissioni acustiche – che vengono percepiti e registrati.

Il test individua i soggetti con “sospetta sordità”; questi dovranno essere sottoposti a esami più approfonditi per i quali non è necessario che il bambino collabori.

Uno di questi esami è il test dei potenziali evocati uditivi del tronco encefalico; si tratta di un test neurologico che valuta la funzionalità del tronco cerebrale in risposta a determinati stimoli uditivi. Il suono viene trasmesso attraverso una cuffia e le risposte, a forma di onda, vengono misurate grazie a degli elettrodi di superficie che vengono posizionati al vertice del capo e sui lobi.

Nei bambini che hanno superato i dodici mesi di età (ma talvolta anche in bimbi più piccoli) è possibile effettuare uno studio dell’udito grazie ai cosiddetti test di audiometria comportamentale;

Altri test utili a valutare le funzionalità uditive nel bambino sono quelli di audiometria comportamentale. Si tratta di test che possono essere effettuati nei soggetti di età compresa tra i tre mesi e i tre anni e che sfruttano reazioni incondizionate o reazioni ottenute in seguito a opportuno condizionamento. Vengono effettuati in modo tale che l’esame venga vissuto come un gioco.

Per l’effettuazione di questi test è necessario che il bambino sia in grado di stare seduto sulle ginocchia del genitore con il capo eretto; è altresì necessario che il piccolo sia in grado di seguire un oggetto con lo sguardo. I test vanno adattati non tanto all’età cronologica quanto a quella di effettivo sviluppo. Fra le principali tecniche utilizzate vanno ricordate: B.O.A. (da 0 a 6 mesi), V.R.A. (da 6 mesi a 3 anni), Play Audiometry (dai 2,5 a 6 anni) e Peep Show (dai 3 ai 6 anni).

valutazione dell'udito nel bambino

Un trattamento precoce dei deficit uditivi permette in molti casi di restituire al bambino un udito tale da consentirgli di evitare gravi disturbi del linguaggio e, in primis, il sordomutismo.

Il B.O.A. viene eseguito da due operatori (uno all’audiometro e l’altro presso il bambino); il bambino deve stare seduto sulle ginocchia del genitore; vengono osservate le sue reazioni in presenza di uno stimolo sonoro.

Il V.R.A. serve a definire la soglia uditiva nelle frequenze nelle quali è collocato lo spettro sonoro della voce umana.

La Play Audiometry prevede che il bambino partecipi attivamente. Il bambino viene “addestrato” ad attendere uno stimolo sonoro e a rispondervi con un’attività di gioco (buttare una pallina in un cesto, sovrapporre cubi ecc.).

Il Peep Show è un test nel quale è previsto che il bambino risponda a uno stimolo sonoro premendo un pulsante che comanda l’accensione di un gioco o di uno schermo.

Un altro test utilizzato nella valutazione dell’udito del bambino è il test di impedenzometria, un esame che permette fra l’altro di evidenziare l’eventuale presenza di catarro nell’orecchio, un’evenienza piuttosto comune nei bambini.

Affinché la valutazione dell’udito sia affidabile, è necessario che i test siano eseguiti in centri appositamente attrezzati da tecnici audiometristi e medici audiologici con una buona esperienza in ambito pediatrico.

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