Le anfetamine sono sostanze di origine sintetica ad azione simpaticomimetica, sono cioè sostanze stimolanti il sistema nervoso simpatico. Il capostipite delle anfetamine è l’anfetamina, una sostanza sintetizzata nel 1887 (nell’ultimo paragrafo alcuni cenni storici). Sia l’anfetamina che i suoi derivati appartengono alla classe delle fenetilamine.
Nota – In italiano è corretta anche la dicitura amfetamine.
Effetti delle anfetamine
Gli effetti delle anfetamine sono numerosi, sia a livello di sistema nervoso centrale che a livello dei sistemi cardiocircolatorio e respiratorio. Si registrano inoltre effetti a livello di metabolismo corporeo.
A livello del sistema nervoso centrale, l’assunzione di anfetamine permette di ridurre la percezione della fatica, si registra un incremento delle capacità intellettive (aumentano sia l’attenzione che la concentrazione), il soggetto avverte un notevole senso di benessere, è euforico e sprezzante del pericolo.
A livello dei sistemi cardiocircolatorio e respiratorio si registrano tachicardia, aumento della pressione arteriosa e incremento del ritmo della respirazione.
Altri effetti sono l’aumento del metabolismo basale, variazione dei meccanismi di termoregolazione, ipertermia, perdita dell’appetito ecc.
Per alcuni dei loro effetti “benefici” (riduzione del senso di fatica e diminuzione del senso di fame), le anfetamine sono utilizzate (illegalmente) sia in ambito sportivo che in ambito dietetico; tali benefici sono però temporanei a causa di una rapida dipendenza; occorre pertanto aumentare le dosi, aumenta però anche il senso d’eccitazione per bloccare il quale si deve ricorrere ai barbiturici che a loro volta danno dipendenza. Basta aver presente questo quadro perché un soggetto normale si astenga da questa forma di doping.
Sono frequenti disordini cardiaci molto gravi, a volte mortali, causati da dosi eccessive o dalla soppressione del senso di fatica che spinge il soggetto (in particolar modo chi pratica sport) oltre i propri limiti. Fra le vittime più famose delle anfetamine si deve ricordare Tom Simpson, il ciclista inglese, campione mondiale su strada nel 1965, morto il 13 luglio 1967 durante la tappa del Tour de France che arrivava al Mont Ventoux; l’autopsia rivelò che concause della morte furono il caldo e le anfetamine assunte per migliorare la prestazione.
La lista degli effetti negativi dell’abuso di queste sostanze non si ferma certo agli effetti sopra riportati; in caso di intossicazione da anfetamine si possono registrare numerosi altri disturbi, alcuni dei quali anche molto gravi:
- allucinazioni
- bruxismo
- cefalea
- delirio
- diarrea
- disturbi del sonno
- ipersudorazione
- irrequietezza
- loquacità
- midriasi
- nausea
- secchezza delle fauci
- tremori
- vomito.
Anfetamine per dimagrire
Attualmente le anfetamine sono utilizzate per dimagrire, cioè appartengono alla categoria delle sostanze dimagranti; la loro efficienza è innegabile, dal momento che si tratta di sostanze con notevoli effetti anoressizzanti e che incrementano notevolmente il metabolismo basale; sfortunatamente, come abbiamo visto, gli effetti collaterali che le caratterizzano sono numerosi e importanti.
La Food and Drug Administration statunitense ne proibisce l’uso quali sostanze stupefacenti ormai da più di cinquanta anni e il loro uso è consentito solo dietro prescrizione medica. Nel nostro Paese, le anfetamine non sono più in commercio da tempo. L’uso delle anfetamine è limitato all’utilizzo in medicina per la cura del morbo di Parkinson e della narcolessia (un disturbo caratterizzato da un eccesso di sonnolenza, con brevi crisi di sonno irresistibile e improvviso).
Oltre ai già citati utilizzi negli ambiti sportivo e dietetico, le anfetamine (che possono essere assunte sotto forma di pastiglie, di polvere, di fumo o di soluzione iniettabile) sono utilizzate come sostanza stupefacente. La gran parte dell’anfetamina prodotta in modo illegale è il solfato di anfetamina.
La sostanza attiva si concentra in particolar modo nel cervello, nel fegato, nei reni e nei polmoni. Le anfetamine vengono eliminate dall’organismo in un lasso di tempo che può variare dalle sei alle trentadue ore, un periodo nel quale difficilmente il soggetto riesce a prendere sonno. L’overdose può essere letale. Gli abusi di anfetamine a lungo termine provocano un graduale deperimento psicofisico che può portare fino alla morte.
Dal punto di vista sportivo l’uso di anfetamine è considerato doping, ma, anche a prescindere da considerazioni prettamente etiche, il ricorso a queste sostanze è del tutto irresponsabile visti i temibili effetti collaterali.

L’uso medico sperimentale delle anfetamine è iniziato negli anni Trenta del secolo scorso
Cenni storici
L’anfetamina fu sintetizzata nel 1887, presso l’università di Berlino, da un chimico rumeno, Lazar Edeleanu (conosciuto anche come Edeleano). La sostanza non fu però utilizzata per scopi clinici fino al 1920, anno in cui Gordon A. Alles, sintetizzò il farmaco per l’utilizzo in campo medico (trattamento di asma, febbre da fieno e rinite).
Nel 1932 alcuni laboratori farmaceutici iniziarono la commercializzazione di un prodotto a base di anfetamine (la benzedrina). La FDA, nel 1959, visto il crescente abuso delle sostanze a base di anfetamine decise di regolamentare la commercializzazione del prodotto.
L’impiego delle anfetamine iniziò a diffondersi durante il secondo conflitto mondiale; venivano infatti somministrate ai soldati per diminuire la loro paura e aumentare il loro grado di concentrazione. Alcuni anni più tardi divennero popolari fra la popolazione studentesca che utilizzava le anfetamine per la loro capacità di aumentare il livello di concentrazione.
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