I farmaci antipiretici (anche antifebbrili o, più raramente, antitermici o febbrifughi) sono medicinali in grado di ridurre la temperatura corporea in caso di febbre (l’aumento, al di sopra dei valori considerati normali, della temperatura corporea).
L’assunzione di farmaci antipiretici, dei quali spesso si abusa, deve essere fatta a ragion veduta perché la febbre, fatti salvi casi particolari, è un meccanismo di difesa del nostro organismo che ha lo scopo di combattere le infezioni, siano esse virali che batteriche; l’assunzione di medicinali a effetto antipiretico potrebbe quindi essere, in alcuni casi, controproducente; un uso non corretto degli antipiretici, infatti, può essere causa di disturbi gastrici e/o epatici, mascherare una sintomatologia non molto chiara o comunque “disturbare” un sistema che, per quanto fastidioso, ha comunque lo scopo di stimolare la risposta immunitaria dell’organismo e diminuire la virulenza di vari agenti patogeni (detto in altri termini: la febbre ha, nella maggior parte dei casi, una sua utilità terapeutica di cui si deve tenere debito conto).
Di norma, salvo indicazioni contraria da parte del medico (o del pediatra nel caso di neonati e bambini) l’utilizzo dei farmaci antipiretici è consigliabile nel caso si superino determinate temperature corporee (negli adulti, quando si superano i 39 gradi, mentre nei bambini quando la temperatura corporea sale oltre i 38,5 gradi).
Farmaci antipiretici: quali sono e come vanno usati
Sono molti, come vedremo, i farmaci che possono essere classificati nella categoria degli antipiretici; uno dei più noti è il paracetamolo (anche acetaminofene; nomi commerciali Acetamol, Efferalgan, Panadol, Sanipirina, Tachipirina ecc.), un principio attivo che associa all’effetto antipiretico (è indicato nel trattamento sintomatico di affezioni febbrili quali influenza, malattie esantematiche, affezioni acute del tratto respiratorio ecc.) anche un’azione analgesica (è indicato per trattare cefalee, nevralgie, mialgie ed altre manifestazioni dolorose di media entità, di varia origine). Per quanto il paracetamolo venga classificato da vari autori nella categoria dei FANS, la sua azione antinfiammatoria è insignificante. I suoi effetti antipiretici sono dovuti alla sua azione inibente (solo a livello del sistema nervoso centrale) nei confronti dell’enzima cicloossigenasi con conseguente riduzione della sintesi di PGE2, una prostaglandina che innalza la temperatura corporea.
Il paracetamolo è senza ombra di dubbio il farmaco antipiretico più utilizzato nei bambini; è infatti tollerato molto bene a livello gastrico, presenta un ridotto rischio di interazioni con altri farmaci e non dà luogo alla sindrome di Reye, un quadro patologico che interessa l’età pediatrica e che viene scatenato dall’assunzione di acido acetilsalicilico (aspirina); la sindrome di Reye rappresenta la principale motivazione per cui l’aspirina non deve essere somministrata ai bambini di età inferiore ai 14 anni.
Per quanto meno problematico di altri farmaci antipiretici, anche il paracetamolo non è privo di effetti collaterali e, per esempio, va usato con una certa prudenza nel caso di soggetti affetti da problemi epatici o renali.
Per quanto riguarda i dosaggi, in linea di massima, quelli consigliati negli adulti (salvo diversa prescrizione medica) sono 7-15 mg/kg per os ogni 4-6 h (2.400 mg/die).
Fra i farmaci antipiretici, uno molto noto, e che nei bambini risulta quello di seconda scelta, è l’ibuprofene (Arfen, Brufen, Moment, Subitene ecc.), un principio attivo appartenente alla categoria dei FANS. Questo principio attivo agisce contro la febbre e il dolore attraverso l’inibizione delle COX-1 e COX-2 non soltanto a livello del sistema nervoso centrale (come nel caso del paracetamolo), ma anche a livello periferico. Oltre all’effetto analgesico e a quello antipiretico, l’ibuprofene è dotato di azione antinfiammatoria e antipiastrinica.
L’azione dell’ibuprofene è sicuramente più estesa di quella del paracetamolo, ma maggiori sono anche gli effetti collaterali. Per quanto riguarda in particolare i bambini, i rischi principali sono rappresentati da asma, problemi gastrici e complicanze a livello renale. A differenza del paracetamolo, l’ibuprofene non deve essere assunto a stomaco vuoto (anche per questo motivo, nella gestione di un bambino con la febbre che in molti casi risulta inappetente e quindi a digiuno, la scelta del paracetamolo è quella da preferirsi).

Antipiretico significa antifebbrile, “contro la febbre”. Il termine deriva da piressia sinonimo di febbre.
Per quanto riguarda i dosaggi, in linea di massima, quelli consigliati negli adulti (salvo diversa prescrizione medica) sono 5-10 mg/kg per os ogni 6-8 h (400-600 mg/die)
Un altro notissimo antipiretico è l’acido acetilsalicilico (la celeberrima aspirina), principio attivo consigliato nella terapia sintomatica degli stati febbrili e delle sindromi influenzali e da raffreddamento nonché per trattare mal di testa e di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori reumatici e muscolari.
Nei bambini l’utilizzo dell’aspirina come antipiretico è sconsigliato nel caso di soggetti di età inferiore ai 14 anni (rischio di sindrome di Reye). L’aspirina agisce inibendo COX-1 e COX-2.
Dal momento che l’aspirina interferisce con i meccanismi della coagulazione sanguigna è necessaria una certa cautela nell’uso di questo farmaco nel caso di utilizzo concomitante di farmaci anticoagulanti o nel caso si soffra di disordini della coagulazione. Occorre una certa cautela anche nel caso si assumano ipoglicemizzanti o metotrexate.
L’utilizzo di aspirina è inoltre sconsigliato nel caso il soggetto sia affetto da malattia da reflusso gastroesofageo, ulcera peptica o gastrite; l’uso del farmaco è altresì sconsigliato nel caso di ipertermia da tireotossicosi o comunque associata a ipertiroidismo.
Per quanto riguarda i dosaggi, in linea di massima, quelli consigliati negli adulti (salvo diversa prescrizione medica) sono 6,5 mg/kg/die per os ogni 6 h (1,5-2 g/die).
Altri farmaci che possiedono effetto antipiretico sono diversi principi attivi appartenenti alla categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei quali acido niflumico (Niflam), flurbiprofene (Froben), ketoprofene (Ketodol), naprossene (Aleve) e nimesulide (Aulin). Tutti questi farmaci inibiscono le cicloossigenasi non soltanto a livello centrale, ma anche sistemico. Fra gli effetti collaterali più comuni di questa categoria di farmaci vi sono i disturbi gastrointestinali.
Nota importante – L’utilizzo dei FANS (fatta eccezione per il paracetamolo) è controindicato nel caso di soggetti colpiti da varicella.
Altri principi attivi a effetto antipiretico sono l’aminofenazione, il dipirone e il propifenazione, attualmente meno utilizzati a motivo dei loro pesanti effetti collaterali.
Un’importante azione antifebbrile è posseduta anche dal chinino, il noto farmaco antimalarico.
In alcuni casi il principio attivo antipiretico viene associato a un altro principio attivo con altre proprietà; il tipico esempio è rappresentato dal Tachifludec, un farmaco a base di paracetamolo, acido ascorbico e fenilefrina cloridrato che ha effetti analgesico, antipiretico e decongestionante.
Antipiretici e gravidanza
Premesso che, come spiegato nel nostro articolo Farmaci in gravidanza, ogni intervento terapeutico in caso di febbre deve essere effettuato in seguito ad accurata diagnosi eziologica, nelle donne in stato interessante, in caso di febbre, il farmaco di prima scelta è il paracetamolo (deve essere evitata la somministrazione associata a pseudoefedrina, aspirina e altri farmaci antinfiammatori non steroidei). L’aspirina e l’ibuprofene sono antipiretici che devono essere evitati nel terzo trimestre di gestazione a causa dei loro effetti sulla circolazione fetale.
Antipiretici naturali
Con antipiretici naturali si fa generalmente riferimento a prodotti fitoterapici dotati di effetto antifebbrile; i classici esempi sono il salice e la spirea olmaria (piante che contengono salicilati); vanno citati inoltre i diaforetici, ovvero quei rimedi naturali che, stimolando la sudorazione, aumentano la dispersione termica con conseguente riduzione della temperatura corporea (tiglio, sambuco, genziana, salsapariglia, rododendro ecc.).