L’atropina (più precisamente, atropina solfato) è un alcaloide caratterizzato da un’importante attività antimuscarinica (gli antimuscarinici sono farmaci che inibiscono gli effetti della acetilcolina a livello della muscolatura liscia, delle ghiandole e del cuore). Contengono atropina le bacche di diverse piante della famiglia delle Solanacee come per esempio la belladonna (Atropa belladonna, l’ingestione delle cui bacche può essere mortale) e lo stramonio comune (Datura stramonium).
A livello oculare, l’atropina causa il rilasciamento del muscolo costrittore della pupilla e del muscolo ciliare. La sua attività pertanto è caratterizzata da un’efficace e prolungata azione midriatica e cicloplegica (il termine midriasi indica la dilatazione della pupilla, mentre il termine cicloplegia indica la paralisi del muscolo ciliare).
La midriasi inizia piuttosto velocemente, raggiunge il picco entro i 50 minuti, rimane stabile per 2 o 3 giorni dopodiché scompare completamente nel giro di 8-12 giorni. L’azione cicloplegica si evidenzia entro 2 o 3 ore e permane a volte per un paio di settimane. La persistenza dell’effetto si osserva soprattutto con la concentrazione più elevata (10 mg/ml) e particolarmente nei soggetti con iridi fortemente pigmentate. L’atropina ha anche proprietà antiflogistiche (antinfiammatorie) e decongestionanti.
L’importante attività midriatica e cicloplegica rende l’atropina utile nella diagnostica oculare e in particolare nella refrazione in cicloplegia dei bambini di età inferiore ai 6 anni. Le notevoli attività midriatica e antinfiammatoria le conferiscono una notevole utilità nel trattamento dei processi infiammatori dell’uvea, soprattutto per la prevenzione delle sinechie (aderenze che si formano tra l’iride e le altre strutture della camera anteriore dell’occhio).
A cosa serve
L’atropina è particolarmente indicata per l’esame dei mezzi trasparenti e del fondo dell’occhio; trova impiego anche, associata ad altri farmaci, nei processi infiammatori dell’uvea non ipertensivi sia primari che secondari.
Il collirio
Posologia
Instillare nell’occhio interessato 1 o 2 gocce di collirio, soluzione 3 volte al dì per i 3 giorni precedenti l’esame clinico o secondo prescrizione medica.
Soggetti in età pediatrica
L’atropina è controindicata nei bambini di età inferiore ai 3 anni.
Modo di somministrazione
Al fine di evitare un eccessivo assorbimento sistemico è opportuno, dopo l’instillazione, eliminare l’eccesso di farmaco e chiudere per circa 1 minuto i punti lacrimali con una pressione digitale.
In caso di trattamento concomitante con altre medicazioni oculari, si devono aspettare almeno 5 minuti tra una instillazione e l’altra.
Effetti collaterali e controindicazioni
L’atropina, se accidentalmente ingerita o se impiegata per lungo periodo a dosi eccessive, può determinare fenomeni tossici. Un eccesso di dose in bambini o in soggetti particolarmente predisposti può provocare reazioni tossiche generali.
Il farmaco va quindi tenuto lontano dalla portata dei bambini. L’atropina deve essere usata con grande cautela nei soggetti con predisposizione all’aumento della pressione endoculare e negli anziani perché potrebbe verificarsi un attacco di glaucoma acuto con le sue gravi conseguenze. L’atropina 5 mg/ml e 10 mg/ml collirio, soluzione è da usarsi esclusivamente per somministrazione topica oculare, evitando l’instillazione quando la mucosa o la cute siano infiammate o comunque lese.
La perdita transitoria del potere di accomodazione (l’accomodazione, in oculistica, è il meccanismo autonomo dell’apparato visivo che permette di creare sulla retina immagini a fuoco di oggetti posti a distanza inferiore rispetto al punto remoto o infinito nella visione emmetrope, ovvero quella nella quale si raggiunge la rifrazione ideale di un occhio) è una conseguenza del tutto normale dell’atropina.
Gravidanza e allattamento
Allo stato attuale non sono noti effetti teratogenetici ed embriotossici dell’atropina nell’uso oftalmico.
Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
L’atropina compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Gli effetti cicloplegico e midriatico dell’atropina, infatti, possono modificare la capacità visiva del paziente in modo tale da rendere difficile la guida di autoveicoli e l’uso di macchinari.
L’atropina è controindicata in caso di:
- ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nella preparazione;
- soggetti affetti da glaucoma o che presentano angolo camerulare stretto; nelle ulcere perforanti periferiche della cornea, l’uso dell’atropina potrebbe causare erniazione dell’iride attraverso la lesione;
- bambini sotto i 3 anni di età.
Interazioni dell’atropina con altre sostanze
Esiste una normale interazione tra l’attività parasimpaticolitica dell’atropina con i farmaci colinomimetici e gli inibitori delle colinesterasi che viene vantaggiosamente utilizzata per controllare sia il suo effetto topico (pilocarpina) che il suo eventuale effetto sistemico (fisostigmina).
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