Cardirene è un farmaco a base di acetilsalicilato di D,L-lisina; appartiene alla categoria “Antitrombotici, Antiaggreganti piastrinici”.
Il farmaco è disponibile sotto forma di polvere per soluzione orale (in bustine) in diversi dosaggi:
- Cardirene 75 mg
- Principio attivo: acetilsalicilato di D,L-lisina mg 135 (corrispondenti a mg 75 di acido acetilsalicilico)
- Cardirene 100 mg
- Principio attivo: acetilsalicilato di D,L-lisina mg 180 (corrispondenti a mg 100 di acido acetilsalicilico)
- Cardirene 160 mg
- Principio attivo: acetilsalicilato di D,L-lisina mg 288 (corrispondenti a mg 160 di acido acetilsalicilico)
- Cardirene 300 mg
- Principio attivo: acetilsalicilato di D,L-lisina mg 540 (corrispondenti a mg 300 di acido acetilsalicilico).
A cosa serve Cardirene
Per tutti i dosaggi (75 mg – 100 mg – 160 mg – 300 mg)
Prevenzione degli eventi atero-trombotici maggiori:
- dopo infarto miocardico
- dopo ictus cerebrale o attacchi ischemici transitori (TIA)
- in pazienti con angina pectoris instabile
- in pazienti con angina pectoris stabile cronica.
Prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici e nell’angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA).
Prevenzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia ateromasica conclamata, nella sindrome di Kawasaki, nei pazienti in emodialisi e nella prevenzione della trombosi durante circolazione extracorporea.
Per il solo dosaggio di 100 mg:
Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti ad elevato rischio *
* In soggetti a rischio elevato di un primo evento cardiovascolare maggiore (rischio a 10 anni > 20% in base alle carte di rischio del Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità).
Posologia e modo di somministrazione
La posologia e le modalità di utilizzo di Cardirene possono variare a seconda dello specifico caso, in base all’età del paziente e al giudizio del medico.
Prima di usare Cardirene si devono informare il medico e/o il farmacista della propria storia clinica, in particolare di: problemi ai reni, problemi al fegato e altri problemi medici.
Per le dosi e le modalità di somministrazione consultare il foglietto illustrativo.

Cardirene è un farmaco a base di acetilsalicilato di D,L-lisina; appartiene alla categoria “Antitrombotici, Antiaggreganti piastrinici”.
Avvertenze, precauzioni per l’uso e controindicazioni
In caso di somministrazione di Cardirene con altri medicinali, al fine di evitare qualsiasi rischio di sovradosaggio, verificare che l’acido acetilsalicilico sia assente dalla composizione degli altri medicinali.
La sindrome di Reye è una malattia molto rara e pericolosa per la vita ed è stata osservata in bambini e adolescenti con segni di infezione virale (in particolare varicella ed episodi simil influenzali) che avevano preso acido acetilsalicilico. Di conseguenza l’acido acetilsalicilico deve essere somministrato a bambini ed adolescenti in questa situazione seguendo il consiglio del medico, solamente quando altri interventi hanno fallito. In caso di vomito persistente, disturbi della coscienza e comportamento anormale, il trattamento con acido acetilsalicilico deve essere interrotto.
Nei bambini di età inferiore a 1 mese, la somministrazione di acido acetilsalicilico è giustificata solo in situazioni specifiche e su prescrizione medica.
In caso di somministrazione a lungo termine di analgesici a dosi elevate, l’insorgenza di mal di testa non deve essere trattata con dosi più alte.
L’uso regolare di analgesici, in particolare la combinazione di analgesici, può condurre a persistenti lesioni renali, con rischio di insufficienza renale.
In pazienti affetti da deficit di G6PD, l’acido acetilsalicilico deve essere somministrato sotto stretto controllo medico a causa del rischio di emolisi.
Il monitoraggio del trattamento con Cardirene deve essere rafforzato nei seguenti casi:
- nei pazienti con storia di ulcera gastrica o duodenale, o sanguinamento gastrointestinale, o gastrite
- nei pazienti con insufficienza renale
- nei pazienti con insufficienza epatica
- nei pazienti con asma: il verificarsi di un attacco d’asma, in alcuni pazienti, può essere collegato ad una allergia ai farmaci anti-infiammatori non steroidei o all’acido acetilsalicilico, in questo caso, questo farmaco è controindicato
- nei pazienti con metrorragia o menorragia (rischio di aumentare il volume e la durata dei periodi mestruali).
Sanguinamento o ulcere/perforazioni gastrointestinali possono verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento, senza necessariamente la presenza di segni recenti o di una storia nel paziente. Il rischio relativo aumenta nei soggetti anziani, nei soggetti con un basso peso corporeo, e nei pazienti in trattamento con anticoagulanti o inibitori dell’aggregazione piastrinica. In caso di sanguinamento gastrointestinale, il trattamento deve essere sospeso immediatamente.
In considerazione dell’effetto inibitorio dell’acido acetilsalicilico sull’aggregazione piastrinica, che si verifica anche a dosi molto basse e che persiste per diversi giorni, il paziente deve essere avvertito del rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico, anche di carattere minore (per esempio, estrazione dei denti).
A dosi analgesiche o antipiretiche, l’acido acetilsalicilico inibisce l’escrezione di acido urico; alle dosi usate in reumatologia (dosi anti-infiammatorie), l’acido acetilsalicilico ha un effetto uricosurico.
A dosi elevate utilizzate in reumatologia (dosi anti-infiammatorie), i pazienti devono essere monitorati per la possibile insorgenza di sintomi di sovradosaggio. In caso di ronzio nelle orecchie, difficoltà uditiva o vertigini, le modalità di trattamento devono essere rivalutate. Nei bambini, si raccomanda di monitorare per salicilismo, specialmente all’inizio del trattamento.
L’uso di Cardirene non è raccomandato durante l’allattamento.
L’alcol può aumentare il rischio di lesioni gastrointestinali e prolungare il tempo di sanguinamento quando assunto insieme ad acido acetilsalicilico. Pertanto, le bevande alcoliche devono essere assunte con cautela dai pazienti durante e nelle 36 ore successive all’assunzione di acido acetilsalicilico.
Il trattamento concomitante di Cardirene con levotiroxina e salicilati deve essere evitato. I salicilati possono inibire il legame degli ormoni tiroidei alle proteine di trasporto e quindi portare ad un aumento transitorio iniziale degli ormoni tiroidei liberi, seguito da una diminuzione complessiva dei livelli di ormoni tiroidei totali. Pertanto, in caso di assunzione concomitante di levotiroxina e salicilati, i livelli degli ormoni tiroidei devono essere monitorati.
Impiegare Cardirene con precauzione: nei pazienti con insufficienza epatica lieve e moderata; in presenza di dispositivo intrauterino.
Uso concomitante di antidiabetici, antiacidi, diuretici, glucocorticoidi (vedere paragrafo relativo alle interazioni).
Sconsigliato: nella gotta.
Cardirene non deve essere utilizzato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore a 16 anni.
I soggetti di età superiore ai 70 anni di età, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico.
Per dosaggi di acido acetilsalicilico ≥ 500 mg/giorno: ci sono evidenze che il medicinale, inibendo la sintesi di ciclo-ossigenasi/ prostaglandine, possa causare una riduzione della fertilità femminile attraverso un effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile alla sospensione del farmaco.
Di ciò devono essere informati i soggetti di sesso femminile ed in particolare le donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte ad indagini sulla fertilità.
Nei pazienti che ricevono il vaccino contro la varicella l’uso di acido acetilsalicilico deve essere evitato per le 6 settimane successive alla vaccinazione.
Cardirene contiene lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza e allattamento
Si veda la scheda Cardirene in gravidanza.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati osservati effetti di Cardirene sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Controindicazioni
Le controindicazioni all’uso di Cardirene sono le seguenti:
- Ipersensibilità all’acido acetilsalicilico o ad uno qualsiasi degli eccipienti, o ad altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) (cross-reattività).
- Anamnesi di asma indotta da somministrazione di acetilsalicilati o sostanze con attività simile, specialmente farmaci anti-infiammatori non steroidei, antecedenti di ipersensibilità ai salicilici (broncospasmo, reazioni anafilattiche),
- Terzo trimestre di gravidanza (oltre le 24 settimane di gestazione)
- Ulcera peptica attiva, ulcera gastroduodenale in evoluzione
- Qualsiasi malattia emorragica costituzionale o acquisita
- Rischio emorragico
- Insufficienza epatica grave
- Insufficienza renale grave (Clearance della creatinina < 30 ml/min)
- Insufficienza cardiaca grave, non controllata
- Co-somministrazione di metotrexato utilizzato a dosi > 15 mg/settimana con acido acetilsalicilico a dosi anti-infiammatorie, o a dosi analgesiche o antipiretiche.
- Co-somministrazione di anticoagulanti orali con acido acetilsalicilico usato a dosi anti-infiammatorie, o a dosi analgesiche o antipiretiche e in pazienti con una storia di ulcere gastro-duodenali.
- Pazienti con mastocitosi pre-esistente, nei quali l’utilizzo di acido acetilsalicilico può indurre gravi reazioni di ipersensibilità (che comprendono shock circolatorio con vampate di calore, ipotensione, tachicardia e vomito).
L’uso di questo medicinale è comunque controindicato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore a sedici anni.
Cardirene – Effetti collaterali
Le frequenze non possono essere stimate in modo attendibile sulla base dei dati disponibili. Pertanto le frequenze sono elencate come “non note”.
Patologie del sistema emolinfopoietico
- Sindromi emorragiche (epistassi, sanguinamento delle gengive, porpora ecc.) con prolungamento del tempo di sanguinamento. Il rischio di sanguinamento può persistere per 4-8 giorni dopo l’interruzione di acido acetilsalicilico. Esso può causare un aumentato rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico. Possono anche verificarsi emorragia intracranica e gastrointestinale. L’emorragia intracranica potrebbe essere fatale, specialmente quando il medicinale è somministrato agli anziani.
- Trombocitopenia.
- Anemia emolitica in pazienti affetti da deficit di glucosio 6 fosfato deidrogenasi (G6PD).
- Pancitopenia, citopenia bilineare, anemia aplastica, insufficienza midollare, agranulocitosi, neutropenia, leucopenia.
Disturbi del sistema immunitario
- Reazioni di ipersensibilità, reazioni anafilattiche, asma, angioedema.
Patologie del sistema nervoso
- Mal di testa, vertigini, sensazione di perdita dell’udito, tinnito, che di solito sono indicativi di un sovradosaggio.
- Emorragia intracranica.
Patologie gastrointestinali
- Dolore addominale, emorragia gastrointestinale occulta o conclamata (ematemesi, melena ecc.) con conseguente anemia da carenza di ferro. Il rischio di sanguinamento è dose-dipendente. Ulcere e perforazioni gastriche
Patologie del tratto gastrointestinale superiore
- Esofagiti, duodenite erosiva, gastrite erosiva, ulcere esofagee, perforazioni.
Patologie del tratto gastrointestinale inferiore
- Ulcere del piccolo (digiuno ed ileo) e grande intestino (colon e retto), colite e perforazioni intestinali.
- Queste reazioni possono o non possono essere associate a emorragia e possono presentarsi con qualsiasi dose di acido acetilsalicilico e in pazienti con o senza sintomi predittivi e con o senza anamnesi di gravi eventi gastrointestinali.
- Pancreatite acuta nel contesto di una reazione di ipersensibilità all’acido acetilsalicilico.
Patologie epatobiliari
- Aumento degli enzimi epatici, danno epatico, soprattutto epatocellulare, epatite cronica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
- Orticaria, reazioni cutanee, eruzioni fisse.
Patologie renali e urinarie
- Insufficienza renale.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
- Sindrome di Reye.
- Episodi di sensibilizzazione (edema, orticaria, asma, crisi anafilattiche).
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
- L’ASA può prolungare il travaglio e ritardare il parto.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
- L’uso cronico può determinare edema polmonare non cardiogeno che può verificarsi anche nel contesto di una reazione di ipersensibilità all’acido acetilsalicilico.
Patologie vascolari
- Non nota: emorragia potenzialmente fatale, vasculite compresa la porpora di Schönlein-Henoch.
Patologie cardiache
- Non nota: sindrome di Kounis nel contesto di una reazione di ipersensibilità all’acido acetilsalicilico.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
- Non nota: ematospermia.
Interazioni
Le interazioni farmacologiche possono modificare il funzionamento dei farmaci o aumentare il rischio di gravi effetti collaterali. Questa scheda non contiene le possibili interazioni farmacologiche di Cardirene. È opportuno conservare un elenco di tutti i prodotti utilizzati (farmaci da prescrizione / senza ricetta medica e prodotti a base di erbe) e metterne a conoscenza il medico curante e/o il farmacista. Non si deve avviare, interrompere o modificare il dosaggio di alcun medicinale senza l’approvazione del proprio medico.
Per le possibili interazioni di Cardirene con altri farmaci e sostanze consultare il foglietto illustrativo.
Sovradosaggio
Per l’acido acetilsalicilico le dosi tossiche sono comprese tra 200 mg/kg e 300 mg/kg per os.
Il rischio di sovradosaggio con Cardirene è importante nei soggetti anziani e in particolare nei bambini piccoli (sovradosaggio terapeutico o, più frequentemente, intossicazione accidentale).
Il sovradosaggio con salicilati, in particolare nei bambini piccoli, può portare a grave ipoglicemia e ad intossicazione potenzialmente fatale.
Nei bambini, un sovradosaggio con Cardirene può essere fatale già a partire da un dosaggio di 100 mg/kg in una singola assunzione.
Con il sovradosaggio acuto e cronico di acido acetilsalicilico può presentarsi edema polmonare non cardiogeno pericoloso per la vita.
Se si tiene conto della posologia raccomandata il sovradosaggio è improbabile.
Sintomi
Intossicazione moderata: ronzii auricolari, sensazione di riduzione dell’acutezza uditiva, cefalea, vertigini, nausea, sono indizi di sovradosaggio e possono essere controllati riducendo la posologia.
Intossicazione grave: febbre, iperventilazione, alcalosi respiratoria, chetosi, acidosi metabolica, coma, collasso cardiovascolare, insufficienza respiratoria, grave ipoglicemia.
Trattamento d’emergenza:
- trasferimento immediato in ambiente ospedaliero specializzato
- lavanda gastrica e somministrazione di carbone attivo
- controllo dell’equilibrio acido-basico
- alcalinizzazione delle urine con monitoraggio del pH delle urine
- emodialisi in caso di grave avvelenamento
- trattamento sintomatico.
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NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.