Il cloramfenicolo è un farmaco antibiotico batteriostatico (ovvero, agisce bloccando la crescita dei batteri agevolando, conseguentemente, la loro rimozione da parte dell’organismo).
Il cloramfenicolo è dotato di un ampio spettro di attività nei confronti di cocchi e bacilli (anaerobi compresi) Gram+ e Gram-, Rickettsia, Mycoplasma e Chlamydia.
Cloramfenicolo – Il farmaco più noto a base di cloramfenicolo è Chemicetina.
A cosa serve il cloramfenicolo
Il cloramfenicolo è un farmaco indicato nelle infezioni ginecologiche sostenute da microrganismi sensibili al cloramfenicolo anche quando si tratti di flora batterica mista: vaginiti, cerviciti (processi infiammatori che coinvolgono il collo dell’utero, o cervice), cervico-endometriti.
Modalità di utilizzo e posologia
La posologia e le modalità di utilizzo di cloramfenicolo possono variare a seconda dello specifico caso, in base all’età del paziente e al giudizio del medico.
Prima di usare cloramfenicolo si devono informare il medico e/o il farmacista della propria storia clinica, in particolare di: problemi ai reni, problemi al fegato e altri problemi medici.
Per le dosi e le modalità di somministrazione consultare il foglietto illustrativo di Chemicetina.
Cloramfenicolo – Avvertenze e controindicazioni
È consigliabile non usare il cloramfenicolo nella chemioprofilassi o nella terapia di infezioni banali. È opportuno limitare la somministrazione dell’antibiotico al periodo strettamente necessario, possibilmente non oltre 2 settimane.
Nel corso del trattamento è opportuno eseguire esami del sangue mirati a mettere in luce le prime alterazioni che possono segnalare una depressione del midollo osseo. La somministrazione di cloramfenicolo, a dosi elevate e per terapie prolungate e ripetute, può infatti indurre l’insorgenza di una grave sindrome di anemia aplastica, rilevabile anche dopo settimane o mesi dalla sospensione del trattamento.
È possibile anche un abbassamento del tasso di protrombina per inibizione della flora batterica intestinale produttrice della vitamina K1.
L’uso topico del cloramfenicolo, specie se prolungato, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione; in tale evenienza interrompere il trattamento e adottare una terapia idonea. Sono stati descritti rari casi di ipoplasia midollare in seguito ad impiego protratto di cloramfenicolo, per uso topico. Per tale motivo il prodotto va usato per brevi periodi salvo esplicita indicazione del medico.
Nei pazienti con compromissione della crasi ematica (vale a dire il rapporto tra i vari elementi del sangue), il cloramfenicolo va impiegato con notevole cautela: in ogni caso, nelle terapie prolungate o ripetute, è necessario sorvegliare frequentemente la crasi ematica, interrompendo immediatamente il trattamento se i leucociti (globuli bianchi) diminuiscono al di sotto di 4.000 per mm3 e i granulociti (un tipo di globuli bianchi) del 40%; è peraltro possibile la comparsa di complicanze tardive.
Nei pazienti con insufficienza epatica o insufficienza renale, in conseguenza delle ridotte capacità di metabolizzare ed eliminare il farmaco, la posologia deve essere necessariamente adeguata caso per caso.
Il trattamento con cloramfenicolo, così come quello con altri farmaci antibiotici, può dare luogo a superinfezioni da agenti batterici insensibili o da miceti (funghi).
Nelle donne in stato di gravidanza il cloramfenicolo va somministrato nei casi di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico.
Al termine della gravidanza e durante il parto usare cautela in quanto l’antibiotico supera la barriera placentare e può talvolta esercitare effetti tossici sul feto (sindrome grigia).
Particolari precauzioni devono essere adottate durante l’allattamento tenendo presente la possibilità di effetti tossici sul lattante.
Il cloramfenicolo non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Le controindicazioni all’utilizzo del cloramfenicolo sono:
- ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti presenti nella preparazione;
- precedenti di insufficienza midollare.
Interazioni del cloramfenicolo con altre sostanze
Evitare, per misura precauzionale, la contemporanea somministrazione di farmaci che si sospetta possano provocare depressione midollare. Sono sconsigliate le associazioni con:
- alcol (effetto abuso);
- anticoagulanti orali, il cui effetto viene potenziato. Se non è possibile evitare l’associazione, controllare più frequentemente il tasso di protrombina e modificare adeguatamente la posologia dell’anticoagulante fino a 8 giorni dalla sospensione del trattamento con cloramfenicolo.
- Difenilidantoina o fenobarbital (farmaci anticonvulsivanti; c’è il rischio di sovradosaggio). Se non è possibile evitare l’associazione, effettuare una stretta sorveglianza clinica con dosaggio dei livelli ematici di difenilidantoina e conseguente adattamento della posologia durante e dopo l’interruzione di cloramfenicolo.
- Sulfamidici ipoglicemizzanti (tolbutamide e farmaci simili). Per evitare il pericolo di ipoglicemia (glicemia bassa) adattare la posologia dell’ipoglicemizzante sia durante il trattamento con cloramfenicolo che dopo la sua sospensione.
Effetti collaterali del cloramfenicolo
In corso di trattamento con cloramfenicolo possono manifestarsi alcuni dei seguenti effetti collaterali:
- discrasie ematiche dovute a depressione del midollo osseo: sono stati descritti casi di trombocitopenia, agranulocitosi, anemia ipoplastica o aplastica. Si tratta generalmente di manifestazioni in rapporto alla dose e reversibili alla sospensione del trattamento; tuttavia, in rarissimi casi, tali manifestazioni possono presentarsi senza relazione ai dosaggi e avere carattere irreversibile.
- Manifestazioni gastroenteriche: raramente possono comparire nausea, vomito, glossite, stomatite, diarrea, enterocolite.
- Manifestazioni neurotossiche: rarissimi casi di neurite, ottica o periferica, sono stati riportati in pazienti trattati per lungo tempo a dosi elevate.
- Reazioni di ipersensibilità: è possibile l’insorgenza di febbre, eruzioni cutanee, fenomeni anafilattici.
- Sindrome grigia: nei prematuri e nei neonati è stata descritta questa sindrome che si manifesta con distensione addominale e cianosi pallida progressiva e che può evolvere anche con gravi disfunzioni cardiocircolatorie ed exitus (morte).
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Sovradosaggio
Il sovradosaggio aumenta il rischio di complicazioni soprattutto di tipo ematologico legate alla tossicità diretta del cloramfenicolo. Attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosaggio, alle avvertenze speciali e alle precauzioni d’uso riportate nel foglietto illustrativo. Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio accidentale.
NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.