I corticosteroidi sono un gruppo di ormoni sintetizzati nella corteccia del surrene. Il termine si sovrappone ad altri, generando una notevole confusione in ambito medico e farmacologico. Ecco un breve riassunto della corretta nomenclatura.
Corticosteroidi (anche ormoni corticosurrenalici o corticoidi, il termine ormone è fondamentale per indicare che non si sta parlando di un farmaco) – Sono sostanze appartenenti alla classe degli steroidi. Derivano da successive degradazioni della catena laterale del colesterolo.
I corticosteroidi si suddividono in
- i glucocorticoidi (il nome deriva dalla loro azione nel metabolismo del glucosio)
- i mineralcorticoidi (fondamentali nel bilancio dei sali minerali, in particolare del sodio e del potassio)
- gli ormoni sessuali.
Cortisonici – Sono sia glucocorticoidi sia prodotti di sintesi. Il termine dovrebbe sempre far riferimento a farmaci. Per questo motivo, la locuzione corretta per composti di sintesi è farmaci glucocorticoidi che è sinonimo di cortisonici; sono usati anche la locuzione farmaci corticosteroidi e il termine corticosteroidi che però, per quanto detto sopra, devono però ritenersi imprecisi. Il loro impiego è ormai così comune che anche in questo articolo si adotterà l’equivalenza di significato fra farmaci corticosteroidi e cortisonici.
Farmaci corticosteroidi (cortisonici)
I farmaci corticosteroidi (cortisonici), noti anche come farmaci antinfiammatori steroidei, sono costituiti da molecole strutturalmente analoghe al cortisolo, un ormone sintetizzato e secreto dal surrene (una piccola ghiandola situata all’apice del rene) a partire dal colesterolo. Il cortisolo è coinvolto in moltissime attività biologiche tra cui regolazione della glicemia e del metabolismo proteico. Per la sua supervisione sui livelli ematici di glucosio, il cortisolo viene anche chiamato ormone glucocorticoide (il suffisso “corticoide” si deve al fatto che quest’ormone è prodotto nella parte “corticale” del surrene). Il cortisolo ha anche un ruolo importante nei processi infiammatori. Esso controlla infatti l’attività della fosfolipasi A2, l’enzima che trasforma i fosfolipidi delle membrane cellulari in acido arachidonico, precursore di altri mediatori chimici dell’infiammazione come prostaglandine e trombossani.
Ricordiamo che il surrene, nella zona più esterna, produce anche un’altra molecola a partire dal colesterolo, l’aldosterone, che è invece cruciale per la regolazione dell’equilibrio idrosalino del sangue e, di conseguenza, della diuresi. L’aldosterone, per questa sua azione biologica sulla regolazione dei sali nel corpo umano, è chiamato ormone mineralcorticoide.
A partire dal 1950, l’industria chimica si è sforzata di produrre analoghi strutturali del cortisolo per ottenere molecole ad azione antinfiammatoria. Il problema principale nel design di queste molecole è che accanto all’azione antinfiammatoria spesso si presenta l’azione “mineralcorticoide” (massiccia ritenzione idrica) a causa della stretta parentela strutturale tra gluco- e mineralcorticoidi. Con il passare del tempo e con il miglioramento delle tecniche di sintesi chimica, sono stati ottenuti derivati del cortisolo con limitata o assente azione mineralcorticoide. Grazie a questi studi sono stati sviluppati farmaci con prevalente azione mineralcorticoide e con ridotta attività antinfiammatoria usati come terapia sostitutiva per l’insufficienza surrenalica (un tipico caso è il morbo di Addison).
Attualmente sono disponibili diversi farmaci corticosteroidi che trovano impieghi diversi a seconda della durata d’azione e della via di somministrazione. I gruppi, elencati secondo durata d’azione crescente, sono:
- Gruppo A: cortisone, prednisone, prednisolone e metilprednisolone
- Gruppo B: triamcinolone, mometasone, budesonide, fluocinonide, alcinonide
- Gruppo C: betametasone, desametasone
- Gruppo D: idrocortisone butirrato, idrocortisone acetato, fluocortolone.
Attualmente i cortisonici sono tra i farmaci più utilizzati per la cura di manifestazioni allergiche come rinite e asma. La presenza di farmaci come beclometasone o flumetasone in forma di aerosol dosato ha rappresentato un importante avanzamento nella terapia dell’asma.

Struttura del cortisolo
Farmaci corticosteroidi – Meccanismo d’azione ed effetti collaterali
Il meccanismo d’azione di questi farmaci è imputabile a diversi eventi:
- diminuzione di linfociti nella sede dell’infiammazione
- diminuzione delle capacità dei leucociti di rispondere ad agenti patogeni e allergeni
- riduzione della liberazione di istamina
- inibizione della fosfolipasi A2 (vedi sopra).
Una nota importante circa l’utilizzo dei farmaci corticosteroidi deriva ancora dalla loro stretta somiglianza con ormoni prodotti naturalmente dal corpo umano come il cortisolo stesso. Quando si somministrano questi farmaci, infatti, il corpo umano tende a sopprimere la naturale produzione di ormoni per evitare “sovraccarichi” funzionali.
È quindi necessario evitare di terminare bruscamente le terapie a lungo termine di corticosteroidi per evitare che il corpo, abituato a produrre meno ormoni glucocorticoidi, manifesti segni d’insufficienza surrenalica.
Altri possibili effetti collaterali sono:
- osteoporosi e riduzione della sintesi di collagene (con conseguenti difetti della riparazione delle ferite)
- edema e ritenzione idrica
- stimolazione di ulcere peptiche.
I farmaci corticosteroidi non vanno confusi con gli steroidi anabolizzanti e infatti non possiedono nessuna attività anabolica sul sistema muscolo-scheletrico. Nel caso dei farmaci anabolizzanti si parte, infatti, da modifiche strutturali degli ormoni sessuali maschili (come il testosterone) che invece hanno un ruolo chiave nella crescita della massa muscolare.
Anche i sali biliari sono strutturalmente simili al colesterolo e quindi hanno analogie strutturali con gli ormoni steroidei. Questo fatto rende l’idea di come il nostro corpo, a partire da una singola molecola come il colesterolo, riesca a sintetizzare molecole strutturalmente molto simili, ma con funzioni biologicamente diverse.
Corticosteroidi e sport
Alcuni atleti ricorrono all’uso di cortisonici per migliorare le proprie prestazioni in quanto si migliorerebbe la risposta agli stress psicofisici, sia durante il periodo d’allenamento sia in gara. Molti di noi hanno assunto almeno una volta dei cortisonici, per curare un’allergia, per un’infiltrazione locale, per debellare un problema dermatologico ecc. Basta leggere le controindicazioni che accompagnano i foglietti illustrativi di questi farmaci per rendersi conto che alterare l’equilibrio ormonale di un individuo è come giocare a shangai spostando il bastoncino più aggrovigliato del mazzo: le speranze di non muovere alcunché sono praticamente nulle. Fra le controindicazioni “atletiche” occorre citare il ruolo osteopenizzante che hanno i cortisonici che nel runner può favorire le fratture da stress.