Il cortisone può essere assunto in gravidanza? Esiste la possibilità di danni alla gestante o al feto? Innanzitutto si deve precisare che il termine cortisone è spesso utilizzato per riferirsi, in modo generico, anche se non del tutto corretto, a tutta una serie di sostanze che sono note come cortisonici, termine che identifica dei farmaci di sintesi derivati dal cortisolo, un ormone sintetizzato dal colesterolo e secreto dal surrene; quindi, quando si parla di cortisone in gravidanza si fa di solito riferimento a prescrizioni di cortisonici come, per esempio, betametasone, prednisone, budesonide ecc. In quest’articolo, quindi, il termine cortisone è da intendersi genericamente come cortisonico.
Cortisone in gravidanza – Si può prendere?
Si può assumere il cortisone in gravidanza? Può essere dannoso per la gestante o per il feto? Come nel caso di ogni altro medicinale, anche per quanto riguarda il cortisone, lo stato di gravidanza può ingenerare dubbi sull’opportunità di una sua assunzione; la questione è di una certa importanza perché sono molte le donne che seguono terapie a medio-lungo termine a base di cortisone e che chiedono spiegazioni al loro medico curante nel momento in cui si trovano ad affrontare una gravidanza o ne stanno pianificando una.
Com’è noto, la prescrizione di medicinali alle donne in stato interessante necessita di una valutazione molto attenta da parte del medico di base o dello specialista ginecologo; si devono infatti verificare l’eventuale presenza di controindicazioni o di effetti collaterali che potrebbero essere causa di problemi non solo per la salute della donna in gravidanza, ma anche per quella del feto; alcuni medicinali non destano particolari preoccupazioni (è per esempio il caso del paracetamolo, noto antipiretico, principio attivo della Tachipirina, uno dei farmaci più prescritti alle donne che stanno aspettando un figlio), altri che devono essere obbligatoriamente assunti per la presenza di determinate patologie (in questo caso deve essere effettuata la scelta che comporta meno rischi per la paziente) e altri ancora che hanno controindicazioni assolute per ciò che concerne le donne in stato interessante in quanto hanno effetti teratogeni, possono cioè causare anomalie nello sviluppo dell’embrione, del feto o del neonato (per esempio l’isotretinoina, un principio attivo utilizzato per combattere l’acne).
Cortisone in gravidanza – A cosa serve?
Il cortisone in gravidanza non è di per sé controindicato, ma il suo impiego, come del resto quello di tutti i medicinali, è riservato solo ai casi di effettiva necessità e sotto controllo medico anche perché, attualmente, i dati relativi all’utilizzo del cortisone in gravidanza sono contradditori, date le potenziali alterazioni del quadro ormonale correlate alla sua assunzione (il cortisone è un ormone).
In buona sostanza, prima di prescrivere cortisone in gravidanza (in particolar modo per via sistemica), i benefici del trattamento devono essere valutati rispetto ai potenziali rischi per la madre e il bambino.
I cortisonici in generale sono sostanze dotate di una notevole attività antinfiammatoria e antireattiva; alcuni però sono tendenzialmente meno problematici di altri; il betametasone, per esempio, principio attivo del noto farmaco Bentelan, ha scarsa tendenza a provocare gli effetti collaterali caratteristici dei corticosteroidi; non a caso è uno dei cortisonici maggiormente prescritti in caso di gravidanza.
Sulla scheda tecnica del farmaco Bentelan (farmaco che serve a trattare patologie quali asma bronchiale, allergopatie di grave entità, artrite reumatoide, collagenopatie, dermatosi infiammatorie ecc.) si legge:
I primi studi sugli animali hanno mostrato un aumento di palatoschisi nel feto dopo l’assunzione materna di alte dosi di corticosteroidi.
Una revisione dei dati sulla sicurezza dei corticosteroidi sistemici usati in gravidanza e nell’allattamento, condotta dal Comitato per la sicurezza sui medicinali in UK, ha concluso che non vi era alcuna prova convincente che i corticosteroidi abbiano causato un aumento dell’incidenza di anomalie congenite. L’uso prolungato o ripetuto durante la gravidanza ha aumentato il rischio di ritardo della crescita intra-uterina, ma questo non sembra rappresentare un rischio nel trattamento a breve termine. È stato anche osservato che i corticosteroidi variano nella loro capacità di attraversare la placenta; betametasone e desametasone attraversano rapidamente la placenta, mentre l’88% del prednisolone è inattivato mentre attraversa la placenta.
Il cortisone in gravidanza (più precisamente il prednisone, principio attivo del farmaco Deltacortene) è prescritto da alcuni ginecologi, da solo o in associazione ad altri farmaci come aspirina o eparina, alle donne con storia di aborto ripetuto spontaneo.
Il cortisone in gravidanza (per esempio la budesonide), non per via sistemica, ma locale (spray nasali), è talvolta prescritto caso di allergie di grado moderato-grave.
Ricordiamo comunque, ancora una volta, che l’assunzione di qualsiasi medicinale, cortisone compreso, da parte di una donna in gravidanza deve essere concordata con il proprio medico curante o con il ginecologo di fiducia.
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