Didrogyl è un farmaco a base di calcifediolo, la forma circolante della vitamina D. La somministrazione del calcifediolo “cortocircuita” la fase epatica del metabolismo della vitamina D e porta pertanto direttamente nell’organismo questo primo metabolita.
Nei neonati e nei lattanti ipocalcemici (ovvero con bassi livelli di calcio nel sangue) il calcifediolo consente di ottenere una risalita precoce della calcemia, con inizio tra la 6a e la 9a ora, mentre, dopo assunzione di vitamina D, la correzione dell’ipocalcemia non avviene se non dopo un periodo di 24-48 ore.
Questa azione ipercalcemizzante del calcifediolo si manifesta subito, senza la fase iniziale di ipocalcemia paradossale provocata dalla vitamina D tra la 6a e la 12a ora e che può eventualmente scatenare una tetania. In caso di osteodistrofia renale, il calcifediolo, meglio della vitamina D, diminuisce l’iperparatiroidismo, agisce (in modo variabile) sul riassorbimento osteoclastico; stimola, per lo meno temporaneamente, l’attività osteoblastica, mentre nel contempo aumenta la fosfatasemia alcalina, migliora molto sensibilmente la mineralizzazione del tessuto osteoide.
Nell’osteomalacia il calcifediolo diminuisce in modo significativo il volume e la superficie osteoide e aumenta notevolmente il fronte di calcificazione, normalizza i parametri biologici (calcemia, fosforemia, attività della fosfatasi alcalina del siero) meglio della vitamina D, il che si traduce in clinica in una efficacia notevole. Didrogyl si comporta pertanto come un ormone essenziale per la mineralizzazione dello scheletro.
Didrogyl (calcifediolo) è disponibile sotto forma di gocce orali, soluzione.
A cosa serve Didrogyl
Didrogyl (calcifediolo) è indicato negli adulti per il trattamento:
- dell’osteomalacia nutrizionale (da carenza o malassorbimento), osteomalacia da anticonvulsivanti;
- dell’osteoporosi con componente osteomalacica, e dell’osteoporosi post-menopausale;
- dell’osteodistrofia renale ed emodialisi prolungata;
- dell’ipocalcemia da affezioni epatiche;
- dell’ipoparatiroidismo idiopatico o post-operatorio;
- della spasmofilia da carenza di vitamina D.
Didrogyl (calcifediolo) è indicato nei bambini per il trattamento:
- dell’ipocalcemia del neonato, prematuro o immaturo;
- dell’ipocalcemia da corticoterapia, da ipoparatiroidismo idiopatico, da anticonvulsivanti;
- del rachitismo carenziale con ipocalcemia, rachitismo vitamino-resistente;
- dell’osteodistrofia renale ed emodialisi prolungata.

Formula strutturale del calcifediolo, principio attivo di Didrogyl
Posologia e modo di somministrazione
La posologia e le modalità di utilizzo di Didrogyl possono variare a seconda dello specifico caso, in base all’età del paziente e al giudizio del medico.
Prima di usare Didrogyl si devono informare il medico e/o il farmacista della propria storia clinica, in particolare di: problemi ai reni, problemi al fegato e altri problemi medici.
Per le dosi e le modalità di somministrazione consultare il foglietto illustrativo.

Varie sono le indicazioni all’uso di Didrogyl fra cui il trattamento dell’osteoporosi con componente osteomalacica e dell’osteoporosi post-menopausale.
Didrogyl – Avvertenze, precauzioni per l’uso e controindicazioni
Come per la vitamina D, la somministrazione di Didrogyl (calcifediolo) richiede un controllo ripetuto della calciuria e della calcemia al fine di evitare il rischio di sovradosaggio. Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo somministrando la minima dose efficace per la minima durata necessaria per controllare i sintomi.
Qualsiasi calcemia pari a 105 mg/l deve fare interrompere il trattamento almeno per tre settimane; se la calciuria ammonta a più di 350 mg/die, occorre consigliare di bere molto (nell’adulto 2 litri d’acqua non calcarea al giorno); se supera i 500 mg/die, sarà prudente anche interrompere il trattamento per lo meno momentaneamente.
Sul piano medico generale è richiesta cautela per l’uso di Didrogyl (calcifediolo) in pazienti affetti da malattie granulomatose (quali sarcoidosi e infezioni da Mycobacterium) o in terapia con diuretici tiazidici, (soprattutto nei soggetti a rischio come gli anziani e le persone con funzione renale compromessa o iperparatiroidismo) dove esiste il rischio di possibile ipercalcemia. In tali casi è utile il monitoraggio del 25-idrossicalciferolo dopo l’inizio della terapia.
Pazienti obesi o in terapia con sequestranti degli acidi biliari, inibitori delle lipasi, sono a rischio di ipovitaminosi D, poiché, con meccanismi diversi, in queste condizioni esiste una possibilità di riduzione dei livelli circolanti di vitamina D ematica. In questi casi va valutata l’opportunità di un aggiustamento della posologia dopo attenta verifica dei livelli di 25-idrossicalciferolo.
Nel trattamento delle osteodistrofie renali con Didrogyl (calcifediolo), è opportuno sorvegliare la clearance della creatinina e non fare salire la calcemia oltre 95 mg per litro.
Didrogyl (calcifediolo) deve essere usato con prudenza:
- nei soggetti immobilizzati, evitando la somministrazione di forti dosi;
- in condizioni di ipercalciuria o con precedenti di litiasi calcica, se necessario riducendo la dose;
- quando associato ad altri preparati contenenti vitamina D o derivati, adeguando la dose per ridurre il rischio di sovradosaggio.
Il medicinale non è controindicato per i soggetti affetti da malattia celiaca.
Popolazione pediatrica
Nel bambino, la calciuria normale è inferiore a 5 mg/kg/die.
TENERE FUORI DALLA VISTA E DALLA PORTATA DEI BAMBINI.
Gravidanza e allattamento
Fertilità
Studi condotti su animali, hanno dimostrato un ruolo anti-infiammatorio della vitamina D in molti tessuti, anche nella placenta.
Gravidanza
Studi condotti sulla somministrazione di vitamina D durante la gravidanza suggeriscono che l’assunzione di vitamina D durante la gravidanza è associata con un aumento dello sviluppo mentale e psicomotorio del neonato. e ad un minor rischio di fratture ossee nell’infanzia e nell’età adulta. Tuttavia, tale effetto non è stato ampiamente studiato. Durante la gravidanza non prescrivere dosi elevate.
Allattamento
L’uso di Didrogyl è controindicato durante l’allattamento.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Didrogyl (calcifediolo) non interferisce sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari.
Controindicazioni
Didrogyl (calcifediolo) è controindicato in caso di:
- Ipersensibilità alla vitamina D o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel preparato.
- Donne in periodo di allattamento.
- Ipercalcemia.
Didrogyl – Effetti collaterali
In corso di terapia con Didrogyl, possono manifestarsi alcuni effetti collaterali come evidenziato anche dall’esperienza post‐marketing. La frequenza e la gravità degli effetti collaterali dipendono dal dosaggio e dalla durata del trattamento.
Per un elenco dei possibili effetti collaterali si rimanda al foglietto illustrativo.
Interazioni
Quando si associa a preparati contenenti vitamina D o derivati, la dose di Didrogyl (calcifediolo) deve essere opportunamente calcolata.
Farmaci che interagiscono con il calcifediolo riducendone l’assorbimento
Sequestranti degli acidi biliari (colestipolo, colestiramina): poiché possono legarsi alla componente lipofila della vitamina D.
Sovradosaggio
Il sovradosaggio con Didrogyl (calcifediolo) può provocare ipercalcemia, ipercalciuria e iperfosfatemia che causano calcificazione dei tessuti molli, dei reni, dei vasi sanguigni e aumentano il rischio di calcoli renali.
Livelli di 25-idrossivitamina D superiori a 200 ng/mL sono da considerarsi come indicatori di una intossicazione da vitamina D.
Sintomi
I segni e sintomi clinici derivano dall’ipercalcemia e dalla conseguente disidratazione.
I primi sintomi sono: debolezza, nausea, vomito, secchezza delle fauci, stitichezza, dolori muscolari.
I sintomi che si verificano in seguito sono: poliuria, polidipsia, anoressia, perdita di peso, congiuntivite, prurito, ipertermia, livelli elevati di azotemia, calcificazioni dei tessuti.
Segni di disidratazione sono costituiti da: congiuntivite, aumento della sete, costipazione, insufficienza renale ed iporeflessia.
Trattamento
La correzione della disidratazione è essenziale per ripristinare la funzione renale.
La sospensione della terapia deve essere continuata fino al raggiungimento dei valori normali di calcemia, generalmente entro 2-4 settimane.
Il trattamento della ipercalcemia può comportare la rimozione di fonti di calcio nella dieta, la somministrazione di calcitonina, corticosteroidi, bifosfonati e l’induzione della diuresi forzata.
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NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.