I farmaci lassativi sono una tra le classi farmaceutiche più prescritte attualmente. I lassativi sono utilizzati sia per accelerare il transito del cibo nel tubo gastrointestinale sia per rendere più facile l’evacuazione.
La classificazione dei farmaci lassativi viene effettuata in base al loro meccanismo d’azione; storicamente i lassativi vengono distinti in quattro classi:
- lassativi irritanti della mucosa intestinale
- lassativi emollienti
- sostanze che aumentano la massa delle feci
- lassativi osmotici.
Lassativi irritanti o di contatto
Questa è la categoria di farmaci lassativi più nota e diffusa nelle prescrizioni. Il meccanismo d’azione, a tutt’oggi non pienamente caratterizzato, consiste nella stimolazione della peristalsi a causa dell’irritazione delle terminazioni nervose nella mucosa intestinale. Inoltre questi farmaci sembrano interferire con il flusso di elettroliti nel tratto intestinale rallentando il riassorbimento di acqua.
Tra questi tipi di lassativi rientrano molti prodotti di origine vegetale tra cui la senna, i semi di lino, l’olio di ricino, l’aloe e la cascara. Tra i prodotti sintetici ricordiamo il bisacodile, principio attivo della specialità “Falqui”.
L’olio di ricino è un prodotto la cui azione purgante è dovuta all’azione irritante di uno dei suoi componenti principali, l’acido ricinoleico, responsabile anche dell’aumento della motilità intestinale. Cascara, senna e aloe contengono l’emodina, altra molecola con azione irritante per il colon. Il glicerolo, di solito somministrato in forma di supposte, ha un’azione stimolante/irritante nel tratto rettale.
A volte questi farmaci vengono anche indicati come purganti, a causa del loro effetto lassativo abbastanza violento.
Lassativi che aumentano la massa delle feci (lassativi di volume)
Questi lassativi sono utilizzati nella stipsi occasionale qualora le feci manchino di sufficiente idratazione. A questo scopo si utilizzano delle sostanze note comunemente come fibre e cioè dei polisaccaridi che non vengono digeriti nel nostro intestino e hanno lo scopo di trattenere acqua durante il transito intestinale.
Poiché queste molecole vengono parzialmente digerite dai batteri della flora batterica intestinale, la formazione di gas che ne consegue provoca un ulteriore aumento della massa delle feci.
Tra gli effetti indesiderati di questo approccio farmacologico ricordiamo la sensazione di pienezza e la flatulenza. Non esistono molti studi scientifici condotti in modo appropriato che abbiano determinato l’efficacia clinica di questi farmaci e gli unici studi presenti sono purtroppo contrastanti suggerendo una sottile differenza tra l’utilizzo di questi farmaci e il solo placebo.
Tra i prodotti più noti ricordiamo i seguenti:
- Semi di psillio: lo psillio (Plantago ovata) appartiene alla famiglia delle Plantaginacee e la sua peculiarità consiste nella fatto che nel seme sono presenti mucillagini che aumentano la massa fecale.
- Metilcellulosa: classico polisaccaride. Test clinici non sono riusciti a dimostrare una sostanziale differenza tra lo psillio e la metilcellulosa ed è stato addirittura dimostrato che la metilcellulosa funziona meglio come lassativo in persone sane piuttosto che in persone affette da costipazione cronica.
Lassativi emollienti
I lassativi emollienti sono indicati nei casi meno gravi di stipsi e costipazione e vengono usati di solito in combinazione con la precedente classe. Questi farmaci sono chimicamente degli emulsionanti e cioè delle sostanze che migliorano la solubilità di sostanze grasse nell’acqua e viceversa. Lo scopo principale è quindi quello di rendere le feci più morbide in seguito all’incorporazione di particelle di grasso provenienti dalla digestione dei cibi.
Tra i prodotti di questa categoria citiamo il docusato sodico. Anche in questo caso accurati test clinici hanno dimostrato un blando effetto lassativo quando è stato comparato con il placebo e quindi la sua efficacia nella terapia della stipsi è ancora sotto esame. Un altro prodotto a volte somministrato in caso di emorroidi è la paraffina liquida.
Lassativi osmotici
A questa categoria di lassativi appartengono sali inorganici e polialcoli organici. Queste molecole agiscono richiamando cospicue dosi di acqua dalla mucosa intestinale per un effetto biofisico noto come osmosi. I lassativi osmotici sono usati nei casi di stipsi cronica e il loro dosaggio può essere valutato clinicamente a seconda del contenuto di acqua nelle feci.
L’effetto indesiderato più sgradevole durante queste operazioni di dosaggio è la diarrea.
Tra le sostanze appartenenti a questa categoria ricordiamo i sali di magnesio, già trattati nell’articolo relativo ai farmaci antiacido, il lattulosio e il polietilenglicole.

I lassativi sono farmaci utilizzati sia per accelerare il transito del cibo nel tubo gastrointestinale sia per rendere più facile l’evacuazione.
Le prospettive future
Come si evince da questa breve carrellata di farmaci, il reale potere lassativo di queste molecole non è stato ancora dimostrato con certezza il che fa supporre che l’utilizzo di questi farmaci abbia una forte componente storico-culturale. Recentemente sono stati proposti altri farmaci per la terapia della stipsi come per esempio i batteri probiotici, batteri che esercitano un effetto positivo sulla flora batterica intestinale migliorando il transito delle feci e rendendo meno faticoso il gesto dell’evacuazione. Oggigiorno molti dei prodotti definiti come probiotici non soddisfano la definizione appena data.
Oltre ai probiotici, ricordiamo i prebiotici, sostanze non digeribili, ma fermentabili dal nostro organismo, che hanno lo scopo di migliorare la crescita della flora batterica preesistente nell’intestino.
Un ulteriore sviluppo dei farmaci lassativi si sta ottenendo con i farmaci agonisti dei recettori per l’istamina (recettori 5HT4). È infatti noto da tempo che l’istamina gioca un ruolo cardine nella regolazione del sistema gastrointestinale (ricordiamo per esempio il ruolo dell’istamina nella secrezione di acido, come ricordato negli articoli sugli antistaminici e sui farmaci antiacido). Tra tali farmaci citiamo il tegaserod, il quale si è dimostrato efficace nell’aumentare la velocità del transito di feci nel colon sia in persone sane che in persone costipate, il prucalopride, anch’esso impiegato nella costipazione cronica e il renzapride.
Va ricordato che la costipazione, oltre a essere causata da scorrette abitudini alimentari, può essere causata dall’utilizzo di farmaci oppioidi; tale infausta complicazione viene osservata per esempio durante la terapia del dolore oncologico. In questi gravi casi e anche in terapie a breve termine per la terapia del dolore moderato si osserva spesso la sindrome della defecazione ostruita, condizione caratterizzata da una difficoltà estrema nel gesto dell’evacuazione. In questi casi sono stati proposti degli antagonisti oppioidi come il metilnaltrexone o l’almivopan, farmaci con pochissimi effetti a livello del sistema nervoso centrale, ma che bloccano l’effetto costipante degli oppioidi a livello della mucosa intestinale.
Conclusioni
La costipazione e la stitichezza sono delle condizioni molto diffuse nella popolazione, ma anche spesso ignorate e sottovalutate perché considerate una normale conseguenza della nostra alimentazione. Ricordiamo che una sana alimentazione e un corretto stile di vita hanno un enorme impatto nell’attività del nostro sistema gastrointestinale e che quindi, prima di iniziare terapie farmacologiche, vale la pena di tentare un approccio diverso al problema. Infatti, abituarsi a regolare il transito intestinale attraverso dei farmaci può creare dipendenza e danneggiare il delicato equilibrio che regola la digestione. Se però costipazione e stitichezza predominano nonostante un corretto stile di vita è necessario un consulto medico per approndire il problema e indirizzarci verso il rimedio più opportuno.