L’angelica è una pianta appartenente alla famiglia delle Apiacee. In fitoterapia con tale termine ci si può riferire all’Angelica archangelica oppure all’Angelica sinensis, nota forse più comunemente come dong quai. Di seguito la trattazione di entrambe le piante.
Dong quai
La dong quai (nota anche come Angelica sinensis, Angelica cinese o ginseng femminile) è un’erba appartenente alla famiglia delle Apiacee; la dong quai è uno dei più noti rimedi fitoterapici della medicina popolare cinese. La parte utilizzata a scopi terapeutici è la radice essiccata (Radix Angelicae Sinensis) e viene consigliata per il trattamento dei disturbi di natura ginecologica (dismenorrea, amenorrea, sindrome premestruale, ciclo mestruale irregolare, disturbi della menopausa ecc.) e nella terapia della stanchezza cronica, dell’anemia e dell’ipertensione arteriosa.
I principi attivi presenti nella pianta sono cumarine, fitosteroli, polisaccaridi, ferulati e flavonoidi.
La dong quai è controindicata nel periodo della gravidanza in quanto contiene alcune sostanze che hanno un effetto stimolante sulla contrattilità dell’utero. I blandi effetti a livello ginecologico sono probabilmente dovuti alla presenza dei fitoestrogeni (estrogeni di origine vegetale).
Angelica cinese (dong quai) – Controindicazioni ed effetti collaterali
La dong quai non è scevra da effetti collaterali (i più comuni sono la diarrea e la fotosensibilizzazione) e può inoltre interagire con diversi farmaci (antipertensivi, anticoagulanti ed estrogeni). Non deve essere assunta da chi soffre di patologie emorragiche.
Dal momento che non esistono prove di tipo clinico che ne suffraghino una particolare efficacia a livello terapeutico, l’assunzione della dong quai è generalmente sconsigliata e comunque non dovrebbe essere presa in considerazione senza un preventivo consulto medico.
Angelica archangelica
Nota anche come angelica dorata, angelica di Boemia o erba degli angeli, è una pianta erbacea biennale o perenne appartenente alla famiglia delle Apiacee. È dotata di fusto eretto e cavo la cui altezza è estremamente variabile (si va dai 30 cm ai 2 metri).
È una pianta molto diffusa nell’Europa nordorientale, ma scarsamente presente nel nostro Paese dove, con ogni probabilità, esiste come pianta spontanea soltanto ad altitudine elevate; la maggior parte della droga è di provenienza tedesca.
Le radici vengono generalmente raccolte all’inizio della stagione autunnale o comunque entro il mese di ottobre; i semi vengono invece estratti dalle ombrelle della piante che vengono raccolte durante il periodo estivo e successivamente fatte essiccare; i fusti vengono raccolti in estate mentre le foglie vengono colte durante la stagione primaverile. Dell’angelica si utilizzano a scopi fitoterapici sia le radici sia i frutti sia la pianta nella sua interezza.
I principali costituenti della droga ricavata dall’angelica sono terpeni, lattoni macrociclici, ftalati, furanocumarine, acidi flavonoidi, steroli ecc.
In fitoterapia l’angelica, attualmente utilizzata molto meno che in passato, viene considerata una pianta dalle proprietà carminative (facilitante l’espulsione dei gas intestinali), antispasmodiche (mitigante gli spasmi muscolari), diaforetiche (favorente la traspirazione cutanea), toniche (corroborante l’organismo o una sua parte), diuretiche (favorente la produzione di urina) ed espettoranti (facilitante l’espulsione delle secrezioni bronchiali); la pianta viene quindi consigliata per alleviare i disturbi dell’apparato respiratorio (asma, bronchite, raffreddore, stati catarrali, tosse ecc.), dell’apparato gastrointestinale (dispepsia, meteorismo, flatulenza, crampi intestinali, nausea, vomito ecc.), dell’apparato muscolo scheletrico (disturbi reumatici) e dell’apparato urogenitale (disturbi mestruali e cistite). Per la sua azione tonica, ed essendo una pianta amara aromatica, viene consigliata anche in caso di debilitazione generale e di anoressia nervosa.
L’utilizzo del rimedio fitoterapico è controindicato alle donne in stato interessante (ad alte dosi l’angelica è abortiva) e vista la presenza di furanocumarine (anche furocumarine) se ne sconsiglia l’uso in caso di esposizione eccessiva alla luce solare o comunque durante trattamenti cosmetici a base di raggi ultravioletti (le furanocumarine, in presenza di raggi ultravioletti, formano prodotti tossici per la cute).