Artiglio del diavolo è l’appellativo, invero abbastanza curioso, dell’arpagofito, una pianta erbacea delle Pedaliacee, conosciuta in due varietà (di cui solo la prima è usata a scopi medicinali), l’Harpagophytum Procumbens DC e la Harpagophytum Zeyheri DECNE.
L’artiglio del diavolo è diffuso soprattutto nell’Africa sud-occidentale (deserto del Kalahari, steppe della Namibia e Madagascar).
Agli inizi del ‘900 il tedesco Mehnert notò che gli indigeni dell’Africa sud-occidentale usavano la radice dell’artiglio del diavolo per curare diverse patologie (si tratta di un rimedio fitoterapico che da secoli viene utilizzato da quel popolo per curare le patologie reumatiche, i dolori articolari, la febbre e il mal di stomaco).
Fu però solo nel 1953 che Volk importò la radice in Europa e successivamente iniziarono gli studi nelle università tedesche (Würzburg, Jena, Monaco). Furono quindi isolati tre glicosidi (harpagosid, harpagid e procumbid), ritenuti responsabili delle proprietà curative dell’artiglio del diavolo (che andrebbero dall’artrosi ai disturbi gastrointestinali).
Solo le radici laterali sottostanti hanno valore medicinale, mentre le primarie vengono scartate. Poiché le radici arrivano fino a 1,5 m di profondità, la raccolta è difficoltosa e la resa non supera il 15% (da 100 kg di radici fresche si ottengono 15 kg di medicinale).
Esistono poche ricerche mondiali sull’artiglio del diavolo (dal 1958!), molte delle quali ancora in corso. È stato realizzato un solo farmaco (Doloteffin, non disponibile in Italia) che dovrebbe agire inibendo la cicloossigenasi-2.
Significativa la metaricerca di Chrubasik, Conradt e Black (2003); i tre ricercatori hanno esaminato le ricerche precedenti dal punto di vista statistico, arrivando a concludere che “non è possibile separare gli effetti dell’Harpagophytum da quelli dei placebo utilizzati”. Inoltre “anche gli studi che sembrano dimostrare una qualche efficacia dell’artiglio del diavolo, utilizzano dosaggi di almeno 50 mg di glicoside”.
Proprietà dell’artiglio del diavolo
Le principali proprietà che sono attribuite all’artiglio del diavolo sono:
- analgesiche, agendo come contrasto al dolore
- antiinfiammatorie, specialmente nelle situazioni flogistiche all’apparato locomotore
- antipiretico, agendo per ridurre la febbre
- ipocolesterolemizzanti (per diminuire il colesterolo)
- ipouricemizzanti (per diminuire i livelli di acido urico)
- digestive, favorendo la naturale funzione dello stomaco
La somministrazione di artiglio del diavolo viene consigliata quindi per diverse patologie:
- artrosi
- dolori cervicali
- mal di schiena
- tendiniti
- gotta
Si sottolinea, però, come accennato nel paragrafo iniziale, che non esistano evidenze scientifiche che supportino la reale efficacia della sostanza in questione.
L’utilizzo della pianta sotto forma di infuso viene consigliato a chi ricerca proprietà digestive, per l’abbassamento del colesterolo e dell’acido urico.
Pomata, crema o compresse?
Nel nostro Paese si possono trovare pomate, creme o compresse a base di artiglio del diavolo. Pomate e creme sono usate essenzialmente per i problemi dell’apparato osteoarticolare. Inoltre vengono commercializzati prodotti con opercoli che contengono circa 250 mg di estratto secco che hanno un contenuto di arpagoside variabile dall’1 all’8% (spesso è del 2%); negli studi effettuati in genere si utilizzano estratti acquosi corrispondenti a dosaggi giornalieri di estratto secco variabili da 600 a 1.200 mg. Facendo qualche calcolo si nota che per arrivare a utilizzare giornalmente la dote di arpagoside consigliata si dovrebbero usare giornalmente molti più opercoli dei tre che solitamente vengono consigliati…
Controindicazioni
Il supposto effetto inibente nei confronti della cicloossigenasi-2 rende sconsigliabile l’assunzione da parte di soggetti affetti da problematiche di tipo gastrointestinale.
Per quanto la tossicità dell’artiglio del diavolo sia considerata piuttosto bassa, è doveroso ricordare che in letteratura sono presenti casi di disturbi gastrointestinali, invero lievi, in soggetti piuttosto sensibili.
Chi utilizza farmaci antiaritmici, le donne in stato interessante, chi soffre di calcoli alla cistifellea, i diabetici e chi è affetto da ulcera gastrica e/o duodenale devono chiedere il parere del loro medico prima di utilizzare prodotti a base di artiglio del diavolo.
Artiglio del diavolo: la dose efficace
Rifacendosi alla metaricerca di Chrubasik, Conradt e Black, poiché la polvere contiene solo il 2% di principio attivo, è facile rendersi conto che per ottenere una comunque modesta efficacia ci vogliono dosi giornaliere di circa 2,5 grammi di polvere!